Babygirl, Recensione: 50 sfumature di Nicole Kidman

Babygirl, il nuovo thriller erotico con Nicole Kidman presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, è molto meno thriller di quel che sembra.

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Nicole Kidman, l'eterea e indimenticabile protagonista di Eyes Wide Shut, torna dopo oltre vent'anni a interpretare il ruolo un ruolo provocatorio che trascina, molto diversamente dal film di Kubrick in un mondo (quello femminile della nostra protagonista) dove a dominare sono il desiderio, i bisogni sessuali inespressi e i giochi di potere.

In Babygirl, thriller erotico diretto da Halina Reijn e presentato in concorso all'ottantunesima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia il 30 agosto, l'attrice australiana veste i panni di una potente amministratrice delegata dalla vita apparentemente perfetta che si lascia coinvolgere in una torrida relazione con un giovane stagista interpretato da Harris Dickinson.
Nel loro rapporto è lei a detenere il potere economico, ma è lui a dominare l'incontro sessuale. Un gioco di potere intimo e pericoloso che dovrebbe far riflettere sulla libertà sessuale e sul ruolo della donna nella società.

Nel cast, troviamo anche: Antonio Banderas, Sophie Wilde, Anoop Desai, Vaughan Reilly e Esther Rose McGregor.

Babygirl: tra erotismo, giochi di potere e qualche risata

La protagonista di Babygirl, Romy, interpretata da Nicole Kidman è un personaggio complesso intrappolato nelle solite dinamiche di potere.

Lei è un pezzo grosso, il capo, dirige i giochi nella vita lavorativa ma vive nell'intimità una grossa frustrazione che verrà appagata solo dopo l'incontro con Samuel (Harris Dickinson) un affascinante stagista che esaudirà il suo desiderio dipendere totalmente nella sfera sessuale da partner che in questo caso, le dà anche degli ordini da eseguire.

Babygirl è un film esplicito, l'erotismo c'è ed è predominante ma è anche una pellicola dagli intenti leggibili con facilità che arriva al punto, usando qualche metafora si, ma senza troppi giri di parole. Il moto principale che ha spinto la realizzazione di questa pellicola è uno solo e si percepisce chiaramente, ribaltare i dogmi e mostrarci come l'umanità nelle sue varie sfere sia complessa. Il potere, la famiglia perfetta, non sono tutto ciò che rende una persona soddisfatta, esistono anche desideri più reconditi e frustrazioni logoranti.

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Romy è sposata ma i rapporti con suo marito per lei non sono soddisfacenti, lei ha bisogno di altro, e ciò che vuole non sa spiegarlo a lui, quindi finge e reprime. Questo finché non incontra Samuel che in poco tempo percepisce il bisogno della donna e inizia con lei una relazione pericolosamente in bilico tra estremo e gioco. Il marito di Romy tra l'altro è interpretato da Antonio Banderas che la regista ha scelto oltre che per le sue doti attoriali anche per l'aspetto fisico. Mettendo accanto a Romy un uomo molto bello Halina Reijn voleva sottolineare che il problema non dipendesse in alcun modo da lui ma fosse totalmente una cosa personale insidiata nella mente della protagonista.

Un film dunque dagli intenti chiari ma dalla messa in scena un po' confusa, oltre le scene molto intese ed esplicative del concetto pilastro ci sono anche tanti momenti goffi, quasi ridicoli dove non sai se la risata che ti scappa quasi inevitabilmente era voluta oppure no. Un film erotico sicuramente audace ma che a volte sembra sconfinare nel territorio ostico di 50 sfumature di grigio se non fosse per la bravura degli attori che non può essere paragonata.

In più si parla tanto di thriller ma non vi sono elementi che riportano al genere in modo così chiaro da poterlo definire tale, ci sono dei vaghi spunti registici che ricordano i vecchi thriller erotici del passato ma poi l'elemento thriller non si sviluppa mai, risultando solo una scelta estetica per qualche passaggio ma mai incisiva nella trama, anzi, inesistente.

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Una Nicole Kidman inedita dona tutta sé stessa alla pellicola

Che Nicole Kidman sia una grande attrice è risputo, non c'è bisogno di ribadirlo anche nei ruoli più scomodi e nei film meno impegnativi riesce ad essere credibile e ammaliante. Qui la vediamo in una veste nuova, un personaggio apparentemente forte ma estremamente sensibile che si muove in un territorio ostile di scelte prese per soddisfare dei bisogni nati probabilmente da traumi o mancanze.

Per indossare i panni di Romy, la Kidman si sveste invece da ogni abito indossato precedentemente nel panorama e si dona completamente alla camera da presa e alla storia che sta raccontando Halina Reijn.

Un passo ancora in avanti, rischioso ma ben riuscito, il suo magnetismo come succede solitamente viene del tutto fuori ma convince anche il il lato più fragile che ha saputo mostrarci.

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Il cast fa un buon lavoro, anche Harris Dickinson nonostante alcuni momenti un po' grotteschi di cui è protagonista si rivela perfetto in questi ruolo, confermando l'innegabile talento che man mano sta emergendo film dopo film.

In sostanza Babygirl è un film interessante che mette sul piatto molti argomenti spinosi in modo esplicito anche se non propriamente originale, ci sono dei difetti ma è anche una pellicola incalzante che sicuramente non annoierà lo spettatore, potrà creare dibattito, essere divisiva ma non annoiare.

Babygirl farà il suo debutto nelle sale statunitensi a partire da 25 dicembre 2024.

Voto:

6.8

Babygirl

Babaygirl è un thriller erotico che di erotico ha molto ma thriller praticamente nulla ed è la storia di una donna di potere che nell'intimità desidera invece essere sottomessa ma non ha mai avuto il coraggio di affrontare questo lato di sé finché non ha incontrato un ragazzo che è stato in grado di percepire il bisogno della donna dal primo momento. La protagonista è Nicole Kidman che si dedica completamente alla camera regalandoci un'altra ottima interpretazione ma a parte gli spunti di riflessione e le buone interpretazioni il film cade nel ridicolo con delle battute e delle scene che ricordano quel capolavoro del trash 50 sfumature di grigio, fortunatamente poco però.

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