The Substance, Recensione: quando il grottesco diventa critica sociale
The Substance è una discesa grottesca nella follia, un horror che vi lascerà senza parole.
The Substance, diretto con grande audacia da Coralie Fargeat, si impone come un'opera visionaria e coraggiosa, un vero piccolo capolavoro del grottesco. Gli effetti visivi e le scene disturbanti non sono mai fini a se stessi, ma servono a sottolineare con forza una critica sociale che scorre in profondità lungo tutta la pellicola. Fargeat dimostra una padronanza assoluta del mezzo cinematografico, utilizzando l'orrore e il disgusto come veicoli per esplorare temi più ampi, quali l'alienazione e la disumanizzazione della società contemporanea.
L'uso di effetti pratici, che rievoca immediatamente i classici del passato come La Cosa di John Carpenter, conferisce al film un'atmosfera tangibile, cruda e viscerale. Questi effetti, combinati a un'estetica volutamente disturbante, contribuiscono a creare un'esperienza immersiva che cattura lo spettatore e lo trascina in un mondo surreale e inquietante. Le citazioni a maestri del cinema come David Cronenberg e Stanley Kubrick non sono semplici rimandi nostalgici, ma veri e propri strumenti di costruzione narrativa e visiva. Fargeat si appropria di queste influenze per forgiare un universo cinematografico unico, in cui il grottesco diventa linguaggio e le atmosfere disturbanti offrono una riflessione profonda sulle paure e le ossessioni del nostro tempo.
The Substance: di cosa parla il film con Demi Moore?
The Substance è un horror viscerale che si apre come un thriller psicologico per poi sfociare, nell'ultima mezz'ora, in un grottesco incubo. Al centro della storia troviamo Elizabeth, interpretata da Demi Moore, una star del cinema e della televisione ormai dimenticata. Elizabeth, ormai prossima ai 50 anni, conduce un programma di fitness per donne di una certa età, l'unico lavoro che riesce ancora a ottenere in un mondo che non sembra più avere spazio per lei. Infatti, viene licenziata dal manager del programma (Dennis Quaid) perché considerata vecchia.
La donna, dopo un incidente d'auto, riceve un biglietto con un numero di telefono dal bellissimo e giovane medico dal quale era in cura, che dice "la sostanza mi ha cambiato la vita".
Pochi, ma grandi personaggi (ed interpretazioni)
Le performance di alto livello sono uno dei punti forti del film. Demi Moore offre un'interpretazione da Oscar, trasmettendo la fragilità e la crescente ossessione di Elizabeth con grande intensità, soprattutto verso la fine del film, quando è costretta a fare affidamento solo sul suo volto e la sua voce per esprimere l'orrore che la consuma. Dennis Quaid interpreta un odioso manager, che la licenzia senza alcun rimorso, incarnando perfettamente il cinico potere dell'industria.
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Margaret Qualley, nel ruolo di Sue, è il contraltare perfetto di Elizabeth: giovane, spensierata e bellissima, ma capace di esplosioni di rabbia che rappresentano un contrasto inquietante con la sua calma apparente. La tensione tra i due personaggi è resa ancor più drammatica dalla ripetizione della frase "voi siete una cosa sola", sottolineando il loro profondo (ma dimenticato) legame.
Gli incredibili effetti pratici
Gli effetti pratici sono un vero tributo al cinema horror classico. Il film evoca la maestria di La Cosa di John Carpenter, con trasformazioni fisiche disturbanti e dettagli viscerali che si avvicinano al body horror di David Cronenberg. La regista Coralie Fargeat, già conosciuta per Revenge, non lascia nulla al caso: ogni dettaglio visivo è attentamente curato per intensificare l'orrore crescente. La fotografia, inizialmente pulita e caratterizzata da colori forti e definiti, si trasforma progressivamente in un bagno di sangue grottesco e satirico, in cui la violenza diventa quasi caricaturale.
Via con le citazioni
Le citazioni cinematografiche sono utilizzate con maestria e rispetto. The Substance omaggia Stanley Kubrick in modo raffinato, con il corridoio dello studio televisivo che richiama immediatamente alla mente la moquette arancione di Shining. La citazione più evidente arriva nel finale, quando la famosa melodia di Così parlò Zarathustra, la colonna sonora di 2001: Odissea nello spazio, accompagna una scena surreale, alla Carrie- Lo sguardo di Satana, chiudendo il film con un tributo visionario e iconico al capolavoro di Kubrick. Non dimentichiamoci dell'omaggio a Carpenter, per gli effetti pratici e a Cronenberg.
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HyRankThe Substance
The Substance è un film incredibile, che provoca, spiazza e, soprattutto, lascia una sensazione di inquietudine duratura. Il film è una feroce critica alla vanità e alla paura dell'invecchiamento, confezionata in una narrazione che si muove abilmente tra psicologia e orrore, forma e sostanza, portando lo spettatore in un viaggio grottesco, cupo e memorabile.