3 film Disney accusati di razzismo, ma che non sono tali
Alcuni film Disney erano effettivamente razzisti, ma altri invece no! Ecco quali.
I classici della Disney sono sempre bellissimi: non solo ci siamo cresciuti noi, ma anche i nostri genitori, e i nonni! Basti pensare che Gli Aristogatti è del 1970, Bambi è del 1942!
Insomma, sono degli evergreen e, giustamente, sono figli del loro tempo, perciò certi atteggiamenti del passato oggi non passerebbero inosservati come ai vecchi tempi.
Un esempio è il corto animato Santa's Workshop, dove una bambola di colore viene rappresentata con i classici tratti stereotipati, treccine e labbroni.
In altri casi, invece, viene additato come razzista un film che vuole solo rappresentare una cultura: in moltissimi classici Disney, prima che inizi il film, compare un disclaimer che "si scusa per il razzismo", ma... di fatto non vi è razzismo!
Ecco tre film della Disney che non sono razzisti, anche se ritenuti tali.
Gli Aristogatti
Questa è una notizia vecchia, cosa risaputa: la canzone "Tutti quanti vogliono fare Jazz" è razzista, o meglio, la rappresentazione dei gatti, secondo il comitato mamme americano, è razzista.
In particolare, il gatto Siamese perché suona con le bacchette, poi il gatto italiano perché ha il fazzoletto e il cappello, e il gatto inglese che ha l'accento british e gli occhiali alla John Lennon.
Nel doppiaggio italiano, Romeo è er mejo del Colosseo, quindi noi italiani ci dovremmo offendere per lui e perchè l'altro gatto porta il fazzoletto alla Sicula e quindi... cosa è? Un mafioso?
A parte gli scherzi, a rigor di logica: questi sono film per bambini e come tali devono essere compresi anche dai più piccoli. È ovvio che per un bambino è più facile comprendere la nazionalità del gatto se accompagnato da delle bacchette, ad esempio.
Peter Pan
Ormai sull’Isola che non c’è, i nostri protagonisti conoscono anche gli Indiani –d’America- amici di Peter Pan. Ancora si urla al razzismo perché… già, perché?
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Gli indiani facevano quei canti, ballavano quei balli e vivevano nei Tepee. Ancora il comitato mamme americano, che di nativo americano non ha nulla, a parlare di razzismo, chiedendo alla Disney di rimuovere quella parte di film. I veri nativi, d’altro canto, risposero che erano contenti di essere stati rappresentati nel film.
Fantasia
Dulcis in fundo... Fantasia, fantastica pellicola muta -tranne per una battuta di Topolino e per la voce fuori campo del narratore, che introduce i pezzi musicali- composta dalla musica più bella mai creata.
Ci sono dinosauri, ci sono fate, ci sono animali mitologici... dov'è il razzismo?
I funghi che ballano. I funghi sono considerati un disegno razzista perché hanno gli occhi allungati e il cappello che ricorda il classico dǒu lì (斗笠, letteralmente "cappello di bambù") in Cina e Taiwan, satgat (삿갓) in Corea, sugegasa (菅笠) in Giappone.
Forse è considerato razzista perché hanno messo dei funghi asiatici ballare Lo schiaccianoci di Čajkovskij che era russo? Ma no, perchè subito dopo i funghi ci sono altri fiori che ricordano dei russi con il colbacco e che danzano -appunto- la parte de la ballata russa.
È giusto correggere errori del passato per un futuro senza razzismo, ma è sbagliato accanirsi su cose che effettivamente non ci sono.
Abbiamo tanti problemi nel mondo, perché non concentrarsi su cose importanti, invece di pensare che un funghetto con il cappello rosso possa essere indice di razzismo?