A Quiet Place – Giorno 1, Recensione: un prequel all’altezza?

Il nuovo capitolo della saga horror ci riporta all’inizio dell’invasione aliena

A Quiet Place - Giorno 1

A Quiet Place - Giorno 1 è il terzo capitolo di una delle saghe horror di maggior successo degli ultimi anni. Un prequel che fa un passo indietro, per raccontare l'inizio dell'invasione aliena che è alla base del concept di A Quiet Place.

Non c'è questa volta John Krasinski, ideatore della saga, dietro la macchina da presa, ma solo nel ruolo di produttore. È invece Michael Sarnoski a dirigere i protagonisti di A Quiet Place - Giorno 1. Non più Emily Blunt, straordinaria protagonista dei primi due capitoli (per cui ha anche vinto un SAG Award), bensì Lupita Nyong'o (12 anni schiavo, Black Panther) e Joseph Quinn (Stranger Things).

Un cambio di personaggi e ambientazione che serve ad innovare ed espandere la saga. Il risultato è un prequel degno dei suoi predecessori. Andiamo a scoprire insieme perché, se avete amato i film di A Quiet Place, apprezzerete anche A Quiet Place - Giorno 1, al cinema dal 27 giugno.

A Quiet Place -Giorno 1
6.5

A Quiet Place - Giorno 1

Il nuovo capitolo della saga convince ma senza lasciare il segno. Un prequel che fonde gli elementi horror, che continuano a funzionare, con una maggiore introspezione. Un approfondimento psicologico abbozzato, che riesce ad emozionare solo in parte, togliendo però una frazione della componente adrenalinica della pellicola. Lupita Nyong'o non fa rimpiangere Emily Blunt, mentre regia e aspetti tecnici fanno un passo indietro rispetto ai capitoli precedenti. A Quiet Place - Giorno 1 è comunque un film all'altezza dei predecessori, ma che avrebbe potuto osare di più.

Dove vederlo:

A Quiet Place - Giorno 1: l'inizio di tutto

Come consuetudine per il cinema post-apocalittico, è da New York che ha inizio ogni invasione aliena che si rispetti. Ed è proprio qui che assistiamo al giorno in cui il mondo è sprofondato nel silenzio.

A Quiet Place - Giorno 1 è incentrato attorno a Sam (Lupita Nyong'o), malata terminale che vive in una struttura della città insieme al suo gatto Frodo. Quando il suo infermiere Reuben le propone di andare ad assistere ad uno spettacolo di marionette a Manhattan, Sam accetta ad un'unica condizione: fermarsi a mangiare la sua pizza preferita al ritorno.

Le cose non vanno però come previsto. Quando dal cielo di New York iniziano a precipitare dei meteoriti, l'incubo ha inizio. Gli abitanti imparano ben presto, a caro prezzo, che il silenzio è l'unica arma in grado di proteggere dalle temibili creature dall'udito ultrasonico, ma incapaci di nuotare.

L'acqua diviene l'unica via di salvezza. La città viene isolata, con i battelli di emergenza pronti a trasportare le persone lontane dal terrore del silenzio. Sam non è però interessata a recarsi al punto di evacuazione, quanto a proseguire nel suo piano di restare in città e mangiare una pizza. Fa la conoscenza di Eric (Joseph Quinn), ragazzo inglese trasferitosi nella Grande Mela per i suoi studi. Eric, visibilmente sotto shock, decide di seguire Sam nella sua avventura per le strade della città.

A Quiet Place - Giorno 1

A Quiet Place - Giorno 1: un degno prequel?

C'è una differenza fondamentale tra i protagonisti dei primi due capitoli della saga e quelli di A Quiet Place - Giorno 1. Mentre i primi sono una coppia di genitori, disposti a tutto pur di salvaguardare e garantire un futuro ai loro figli; l'anima di Giorno 1 è invece una malata terminale. All'immagine di vita del neonato nei primi due film, si contrappone lo spettro della malattia che non lascia via di scampo.

In A Quiet Place - Giorno 1 non c'è la speranza della salvezza dall'apocalisse. Una caratteristica che contraddistingue il film dagli altri dello stesso genere. In tal modo viene meno, però, anche l'interesse per una storia che a lungo sembra non volersi evolvere in alcuna direzione.

Il motore della trama è dopotutto la ricerca di una buona pizza. È solo nella parte finale che viene dato maggiore approfondimento e spessore psicologico ai protagonisti, aggiungendo diversi elementi in grado di portare lo spettatore a empatizzare con i personaggi. Sin dalle prime sequenze si comprende come proprio il lato umano sia il fattore aggiunto di Giorno 1 rispetto ai precedenti capitoli della saga. Peccato che non sia stato sfruttato fino in fondo, lasciando inesplorati alcuni spunti interessanti e cercando poi con insistenza di emozionare tutto d'un tratto.

Che possa convincere o meno il lavoro fatto sui protagonisti, è la componente horror del film a continuare a stupire. Si parte da un'idea semplice, non più una novità giunti al terzo film, ma in grado di tenere costantemente con il fiato sospeso nelle sequenze ad alto tasso di paura e adrenalina. Urla che restano soffocate, sia per i personaggi che per gli spettatori. Sequenze che non sono però numerosissime, per lasciare spazio alle parole (si, si parla spesso) e all'introspezione.

Non cambia, rispetto ai primi film, neppure la qualità del cast coinvolto. Lupita Nyong'o non fa rimpiangere Emily Blunt, fornendo anzi una performance coinvolgente. La vera anima della pellicola. Fanno un passo indietro, invece, le ambientazioni, con il passaggio all'atmosfera grigia della Grande Mela; e la regia, a cui mancano i guizzi che Krasinski aveva portato nei primi due capitoli.