Alice in Borderland: un nuovo survival targato Netflix – Recensione

Alice in Borderland è una serie tv giapponese esclusiva Netflix, pubblicata sulla piattaforma il 10 dicembre 2020. Basata sull’omonimo manga di Haro Aso del 2010, Alice in Borderland finora è formato da una sola stagione con 8 episodi, sebbene Netflix abbia rinnovato la serie per una seconda dopo due settimane dall’uscita. Un successo dunque, diretto […]

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Alice in Borderland è una serie tv giapponese esclusiva Netflix, pubblicata sulla piattaforma il 10 dicembre 2020. Basata sull'omonimo manga di Haro Aso del 2010, Alice in Borderland finora è formato da una sola stagione con 8 episodi, sebbene Netflix abbia rinnovato la serie per una seconda dopo due settimane dall'uscita. Un successo dunque, diretto da Shinsuke Sato, famoso per essere stato il regista di altri live action come Gantz del 2011 e Bleach del 2018.

Inoltre, è presente una trasposizione animata del manga, ossia un OAV di tre episodi uscito nell'autunno del 2014.

Il Trailer di Alice in Borderland:

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Il Boss de "La Spiaggia" in Alice in Bordeland di Netflix. (alice in Borderland) 10019756
Il Boss de "La Spiaggia" in Alice in Bordeland di Netflix. (alice in Borderland)

La Trama

Fin da subito si fa la conoscenza di tre personaggi: Arisu (Kento Yamazaki), un ragazzo disoccupato e appassionato di videogiochi al limite dell'hikikomori, Karube, il classico attaccabrighe che fa parlare i pugni, e Chota, un giovane insicuro, impacciato e insoddisfatto del proprio lavoro. Scappando dalle rispettive responsabilità, il gruppo di amici si dà appuntamento in centro a Tokyo, precisamente nel quartiere di Shibuya.

Avendo creato qualche disagio alla quiete pubblica, i tre si ritrovano a scappare dai poliziotti fino a nascondersi nel bagno vicino all'entrata della metropolitana. Qui scompare improvvisamente la corrente, causando anche la perdita del segnale dei cellulari. I giovani scoprono di trovarsi in una Tokyo completamente fatiscente e desolata, nonostante l'annuncio improvviso dell'inizio del cosiddetto "Game".

I tre amici dovranno superare alcune sfide per non morire attraverso uno strano laser che dal cielo elimina in un batter d'occhio chiunque si rifiuti di partecipare.

Alla scoperta di un gioco distopico e con regole soffocanti

Alice in Borderland è un thriller drammatico e survival che sicuramente prende ispirazione da prodotti provenienti da diversi mondi: quello del fumetto e degli anime come As the Gods Will (in cui sostanzialmente i protagonisti sono costretti a compiere delle missioni per sopravvivere), Gantz (se si pensa soprattutto alla violenza descritta) e Sword Art Online (il fatto di essere catapultati in una specie di videogioco); da film come The Cube (le sfide da superare per non morire) e Battle Royale del 2000 e da serie tv sullo stile di Black Mirror (per quanto riguarda l'ambientazione e l'uso della tecnologia); da romanzi come Hunger Games di Suzanne Collins e Io Sono Leggenda di Richard Matheson.

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Alice in Borderland

Inoltre, sono chiari fin da subito i chiari omaggi, al di là del titolo, al celebre romanzo del 1865 di Lewis Carroll: Alice nel Paese delle Meraviglie. Come la protagonista del libro, Arisu si ritroverà nella tana del cosiddetto Bianconiglio senza capire quali siano le cause e le motivazioni che stanno alla base di questo "The Game".

Ripercorrendo sempre gli elementi caratteristici del romanzo, la punta di diamante di Alice in Borderland riguarda certamente la tipologia delle missioni da superare per non morire, le quali si suddividono sulla base del seme delle carte da Poker. Le picche consistono in sfide in cui sono necessarie le abilità fisiche, i quadri quelle cognitive e logiche, i fiori un insieme di queste e infine i cuori, ossia le modalità di gioco più complesse e psicologiche in cui le relazioni personali dei partecipanti sono messe a dura prova. Il grado di difficoltà dipende dal valore della carta, partendo dal più facile che è l'asso al più difficile, ossia il re.

Per ogni fine missione viene rilasciata la carta del livello superato e il visto viene rinnovato. Ebbene sì, i partecipanti hanno una sorta di data di scadenza di tre giorni che si rinnova solamente tramite l'accesso e il superamento delle sfide. Nel caso si arrivi al termine senza aver partecipato al game, un laser dal cielo giustizia inesorabilmente la vittima trapassandole il cranio.

Una serie tv suddivisa in due parti

Negli 8 episodi di Alice in Borderland si possono benissimo distinguere due parti: una in cui Arisu e i suoi amici iniziano a convivere con questa Tokyo desolata partecipando a diverse prove del game e l'altra in cui, grazie all'aiuto di un personaggio chiave come Usagi, una ragazza amante delle scalate, il protagonista fa la conoscenza della cosiddetta "La Spiaggia".

In questa forse più interessante e originale parte, lo spettatore incontra questa specie di organizzazione, che racchiude la maggioranza dei giocatori, avente lo scopo di collaborare e raggiungere l'obiettivo, ossia raccogliere la totalità delle carte per poter avere la speranza di uscire dal gioco malato e creato dal cosiddetto "Game Master". Nei giorni di attesa si dà il via a feste in discoteca e a momenti di spensieratezza in piscina, delineando quella che è una realtà effimera e ormai senza più alcun senso. Questo è il volere del capo de "La Spiaggia", ossia il Cappellaio Matto (ogni riferimento NON è puramente casuale).

La serie tv riesce in questa maniera ad alternare momenti gore, horror, pregni di suspense e frenetici a scene drammaticamente tristi e profonde, capaci di fare riflettere sia i personaggi sia lo spettatore. In certe condizioni estreme, chi è il vero cattivo? Le vittime che calpestano i propri simili pur di sopravvivere o solo il Game Master?

Il tema della crescita personale e mentale del protagonista è un altro punto di forza del prodotto, in quanto si assiste a un vero e proprio percorso evolutivo della personalità di Arisu.

Inoltre, all'interno di un ritmo sostenuto che non annoia quasi mai lo spettatore, sono presenti colpi di scena notevoli e un cliffhanger finale che presume la realizzazione di una seconda stagione. Unica nota dolente riguarda alcuni effetti speciali in CGI discutibili, come la pantera nera (o il giaguaro) presente in una sfida, che rischia di essere eccessivamente troppo finta per spaventare davvero.

Nonostante Alice in Borderland non porti nulla di nuovo e di originale al mondo seriale survival, si ha tra le mani un prodotto godibile al punto giusto che non pesa mai, forte della buona sceneggiatura e idea di base. La fotografia è super, grazie all'uso di tonalità fredde per descrivere il presente oscuro e misterioso in cui le persone sono immerse nel gioco e di colori caldi attraverso flashback che parlano di un tempo passato, felice e spensierato.

Un'ottima prova attoriale di Kento Yamazaki e l'introduzione di personaggi intriganti fanno presagire un'interessante continuazione.
Dulcis in fundo, si consiglia vivamente la visione di questo Alice in Borderland per tutti gli amanti del genere e del Giappone!

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7

HyRank

Alice in Borderland

Alice in Borderland è un'ottima serie tv in cui il tema principale riguarda la sopravvivenza all'interno di un mondo distopico e creato da una mente malata ma con un'intelligenza sopra la media. Si mescolano alla perfezione scene violente e drammatiche, non stancando mai chi guarda, anzi, Alice in Borderland riesce a catturare l'attenzione e a generare non poco hype per la seconda stagione, nonostante non si tratti di un capolavoro Netflix. Sicuramente è un buon prodotto da gustare senza troppi pensieri e aspettative

Aspetti positivi

  • Una sceneggiatura intrigante

  • Ritmo sostenuto che non stanca mai

  • Buona prova attoriale di tutti i personaggi, molti di questi psicologicamente intriganti

Aspetti negativi

  • Effetti speciali CGI troppo pesanti che rendo troppo finte alcune scene

  • Prima parte che col tempo rischia di essere ripetitiva e poco profonda

  • Alcuni colpi di scena un po' frettolosi e giocati non benissimo dal regista e dal sceneggiatore

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