Alla scoperta di Persona, Persona 2: Innocent sin
In questo nuovo articolo andiamo alla scoperta del secondo capitolo di Persona
Qualche giorno fa abbiamo iniziato una nuova rubrica targata Persona. Per chi se la fosse perso, vi rimandiamo all’articolo, prima di spiegarvi in breve di cosa si tratta. Insieme, ripercorreremo tutta la saga di ATLUS, andando ad analizzare in ordine cronologico i titoli principali.
La scorsa volta abbiamo parlato di Revelations:Persona, il titolo che diede origine alla saga. Oggi passiamo finalmente alla scoperta del secondo capitolo. Stiamo parlando di Persona 2: Innocent sin, il sequel diretto del primo capitolo.
Pronti a scoprirlo?
Il gran ritorno
Siamo nel 1999 quando, dopo tre anni dal rilascio del primo capitolo, esce Persona 2: Innocent sin. Il gioco uscì per PlayStation ma rimanendo nei confini del territorio asiatico. I motivi dietro la mancata localizzazione erano quelli di uno staff decisamente ridotto e dubbi sul contenuto del gioco per un pubblico occidentale.
Solo nel 2011 il gioco arriverà in occidente, anche se in una versione PlayStation Portable (PSP). La sua versione PSP prese il nome, in Europa ed America del Nord, di Shin Megami Tensei: Persona 2 – Innocent Sin.
I lavori di sviluppo del gioco presero il via subito dopo il rilascio del primo, con a lavoro praticamente lo stesso team. Questo permise di poter seguire una certa coerenza con quelle che erano le tematiche e meccaniche del primo, senza andar a stravolgere in alcun modo il titolo.
La trama
Gli eventi di Persona 2: Innocent sin prendono luogo tre anni dopo quelli del primo. Questa volta ci troviamo a Sumaru City, una cittadina metropolitana giapponese. Seguendo le orme del primo, come sarà per tutti i capitoli, le vicende prendono il via da un contesto scolastico.
Il nostro protagonista silenzioso questa volta è Tatsuya Suou, studente popolare della Seven Sisters High School. In un giorno come tanti, Tatsuya riceve una lettera da una sua compagna di studi, Lisa Silverman. La lettera non è altro che un invito d’incontro per conto di Eikichi Mishina, il “boss” della scuola avversaria.
Durante l’incontro scoppia uno scontro tra i ragazzi, il quale rivelerà la loro capacità di evocare Personas. È in questo frangente che incontreranno Philemon, figura misteriosa già presente nel primo capitolo, che introdurrà loro al mondo delle Personas. Philemon, inoltre, darà loro un importante avvertimento: nella città di Sumaru, le voci di corridoio stanno diventando realtà.
È a questo punto che i ragazzi decidono di fare un gioco particolarmente in voga chiamato “Joker”. Il famoso gioco, difatti, sembrerebbe la causa di quanto sta accadendo. La situazione non andrà però a loro favore. Il Joker si presenterà ostile e vendicativo verso i ragazzi, dichiarando come sarà pronto ad ucciderli una volta che loro si ricorderanno di lui.
Questo è l’incipit che darà il via all’avventura dei ragazzi. Tra battaglie e pericoli, i ragazzi cercano il Joker, cercando di fermarlo dal distruggere le città e di recuperare i ricordi oramai perduti.
Il gameplay
Il gioco, per quanto riguarda il gameplay, costruisce gran parte delle meccaniche sulla base del titolo precedente. Quello che fa, però, è andare a migliorare aspetti criticatici ed implementare in generale l’esperienza.
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Questa volta la visuale in prima persona dell’esplorazione, viene sostituita totalmente con quella isometrica, la quale caratterizzerà ogni momento di gioco.
Come nel primo, ci saranno dungeon da esplorare, i quali saranno le sedi principali delle battaglie. In quest’ultime ci sarà la possibilità di giocare con un party di ben cinque giocatori, scegliendo tra quelli che abbiamo a disposizione.
Le battaglie rimangono, anche qui, a turni. Questa volta però sarà presente una scaletta di turnazioni che permette di vedere il turno degli attacchi. I protagonisti possono attaccare con attacchi corpo a corpo, con oggetti raccolti o comprati e, ovviamente, con gli incantesimi delle Personas. Ogni Persona ha le sue debolezze e forze, motivo per il quale vanno strategicamente utilizzate contro i nemici giusti. Inoltre, più battaglie combatterà una Persona, più otterrà forza raggiungendo un livello più alto.
Anche in questo capitolo, vi sarà possibile conversare con i nemici per ottenere oggetti o carte e fare fusioni per ottenere nuove Personas. Novità è l’aggiunta di carte vuote, carte ottenibili dalle contrattazioni. Queste carte vi permetteranno di scegliere una particolare categoria di Personas per quella che volete creare.
Meccaniche innovativa e fondamentale di questo capitolo è il sistema di rumors. Ascoltando un rumors di un NPC sarà possibile renderlo reale. Questo permetterà ai giocatori di ottenere nuove armi, accessori o far apparire negozi.
Non mancano ovviamente le secondarie e l’esplorazione. I giocatori possono esplorare la cittadina di Sumaru, addentrandosi in quest e attività simpatiche.
Contando attività, battaglie e trama, il gioco conta più o meno 50 ore di gameplay, con una storyline sicuramente molto più lineare del primo.
Simbolismi e reference in Persona 2: Innocent sin
Anche questa volta concludiamo con un piccolo elenco di chicche presenti all’interno del gioco.
- La cittadina di Sumaru prende forte ispirazione da varie regioni del Giappone, con distretti che ricordano Shibuya, Yamate e Odaiba.
- Il personaggio di Joker, nel gioco originale, tiene in mano un Iris, fiore che simboleggia la vendetta.
- Come nel primo, anche se i personaggi principali son vestiti tutti uguali, ognuno possiede un oggetto personale che descrive la sua personalità.
- I personaggi delle ombre, così come quello di Philemon, prendono completa ispirazione dalla psicologia di Jung ed i suoi archetipi.
- Il personaggio di Nyarlathote prende ispirazione dell’omonimo personaggio del romanzo Cthulhu di Lovecraft.
- Il gioco si basa sul concetto del “potere di Kotodama”, una credenza giapponese sul fatto che le parole possano influenzare il mondo fisico e spirituale.
Ed è con queste curiosità che diamo la fine anche a questo secondo articolo della scoperta di Persona. A questo punto non vi resta che aspettare l’arrivo del terzo