Anora: significato e spiegazione del finale
L’analisi dello straordinario finale del film Palma d’Oro a Cannes
Anora è finalmente arrivato al cinema. Dopo il debutto mondiale al Festival di Cannes, dove ha meritatamente trionfato nella competizione per la Palma d’Oro, il film di Sean Baker è nelle sale italiane dal 7 novembre.
Stiamo parlando di uno dei migliori, se non il migliore, film dell’anno. A tratti una storia d’amore, in gran parte una sfrenata commedia americana per le strade di New York. Un racconto lineare, che non lascia spazio a grandi dubbi da parte dello spettatore, almeno fino agli ultimi minuti. Poi arriva però il finale, una conclusione straordinariamente sconvolgente che si apre a diverse interpretazioni.
Cerchiamo allora di fare chiarezza su uno degli epiloghi più sbalorditivi degli ultimi tempi. Su un finale che offre una chiave di lettura sull’intera pellicola, togliendo dallo spettatore il sorriso che lo accompagna in quasi tutto il film, per far posto alla malinconia e alla riflessione sulla realtà dipinta da Baker in Anora. Nel seguito sono ovviamente presenti spoiler, se non avete ancora visto il film potete leggere però la nostra recensione senza spoiler.
Come finisce Anora?
Cosa vuol dire davvero il finale di Anora? Trovare una spiegazione assoluta è impossibile. È volutamente aperto a più interpretazioni, come precisato dal regista. Partiamo però dai fatti.
Dopo il matrimonio tra Ani e Vanya, la notizia raggiunge la ricca famiglia dello sposo, che incarica i propri uomini di annullare il matrimonio. Vanya riesce a fuggire, lasciando Ani in preda ai suoi sgherri. Questi promettono ad Anora un compenso di 10 mila dollari per aiutarli a ritrovare il marito e procedere con l'annullamento. La ragazza non ha scelta se non quella di aiutarli, con la sola condizione di poter parlare con Vanya prima di acconsentire all'annullamento.
Quando quest'ultimo viene ritrovato ubriaco nello strip club in cui i due si sono conosciuti, incapace di affrontare un discorso così importante (più per lei che per lui), Anora ha la prima grande prova dell'immaturità del marito. Con l'arrivo dei suoi genitori dalla Russia, il quadro è completo: Vanya non oppone alcuna resistenza, convincendo in tal modo Ani a dare il via libera definitivo alla cancellazione del matrimonio.
Prima che le strade dei ragazzi si separino per sempre, Igor (Yuri Borisov), uno degli uomini degli oligarchi russi, chiede che ad Ani vengano fatte almeno delle scuse, dimostrando di essere l'unica persona interessata al lato umano della vicenda e all'impatto che questa avrebbe avuto sulla ragazza. È proprio Igor a riaccompagnare Ani a casa, all'esterno della quale si consuma l'ultima scena del film.
Igor dà ad Ani il compenso economico promesso dalla famiglia. Oltre a questo, le dona anche il prezioso anello di matrimonio di cui si erano precedentemente appropriati. Di fronte al gesto di Igor, Anora si concede a lui nella scena di sesso più straziante dell'intera pellicola. Quando Igor tenta di baciarla, Anora oppone resistenza, prima di scoppiare in un profondo pianto che anticipa i titoli di coda.
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Anora: analisi di un finale perfetto
Anora si conclude con la fine della favola di Cenerentola vissuta da Ani. Un sogno ad occhi aperti dal quale si risveglia di soprassalto. Proprio come in un vero sogno, la sua vita è esattamente identica rispetto a prima. Eppure resta l'amarezza dell'illusione, il rimpianto di essersi lasciati trasportare dall'immaginazione al punto da convincersi che quella fosse la sua nuova vita. Al risveglio si devono invece fare i conti con una realtà che non è cambiata, e Anora torna ad essere la sex-worker di sempre.
A colpire profondamente Anora è l'arrendevolezza di Vanya, che con le proprie azioni dimostra di non essere in grado di lottare per lei, dopo averla convinta che il suo amore fosse sincero, tanto che a detta sua i due si sarebbero divertiti "anche senza tutti i suoi soldi". A trionfare è però la famiglia di Vanya e i suoi scagnozzi, tutti coloro i quali si sono a lungo riferiti ad Ani con il solo termine di "prostituta" (tutti tranne uno: Igor).
Cosa vuol dire allora quel pianto conclusivo? Simboleggia la fine del sogno, il dolore di tornare ad una vita che Anora dimostra, nel profondo, di non sentire propriamente sua. Nonostante nella prima parte del film non vediamo alcun segno di disprezzo, avverte forse di meritare di meglio. Alla fine però, realizza che il suo corpo è tutto ciò che ha da offrire agli altri, le è più facile concedersi ad un uomo che dire "grazie". Il corpo è la sua moneta di scambio, fino a quando quel confine non viene valicato da un bacio più intimo e sincero, al quale non sa come reagire se non con rabbia, per non finire nella trappola di una nuova illusione.
É un pianto liberatorio, in cui confluiscono tutti i sentimenti contrastanti provati in quelle ore. Tra questi, anche l'incapacità di gestire la sensazione di sentirsi amata per davvero, non per i capricci di un ragazzino immaturo la cui unica ambizione é di ottenere la cittadinanza americana e non lavorare per l’azienda di famiglia. Quei piccoli gesti di puro altruismo di Igor che inizialmente Ani interpreta come “pagamenti”, tornando nell’ottica del suo lavoro, prima di realizzare che il mondo non ruota solo attorno a denaro e sesso, ma a sentimenti reali e all'affetto di un uomo che ha assistito all’intera vicenda e ne é diventato il giudice più attendibile.
Il finale di Anora rovescia tutto, fa capire che quel silenzioso personaggio secondario era in realtà il protagonista nascosto della storia. Quello attraverso cui vediamo la vera Ani, facendo emergere paure e debolezze di una donna abituata a dominare, ad avere in mano il controllo della propria vita, ma che si vede surclassata dagli oligarchi incontrastabile. É questo il culmine di una favola mancata, in cui l’eroina fallisce nel tentativo di scalare le gerarchie sociali, ma che forse guadagna qualcosa sul piano sentimentale, migliore di quello a cui si stava limitando.
Come detto, però, non sapremo mai a cosa ha pensato davvero Baker scrivendo uno dei finali meglio costruiti e messi in scena degli ultimi anni. Potremmo offrirne un’interpretazione più cinica e meno romantica, ma ci piace pensare che Anora abbia avuto in fin dei conti il suo lieto fine, dopo il crollo emotivo dovuto alle intense ore precedenti. Non ci è dato sapere cosa succederà dopo quel pianto, che a prescindere da quale teoria scegliate di abbracciare resta una bomba emotiva, dopo due ore di risate e divertimento.