Ant-Man and the Wasp: Quantumania, Recensione – L’inizio di tutto
Ant-Man and the Wasp: Quantumania è un viaggio nel Regno Quantico che introduce la più grande minaccia mai conosciuta dal MCU: Kang.
Ci siamo, la Fase 5 del MCU ha ufficialmente preso il via con Ant-Man and the Wasp: Quantumania. L'ultimo prodotto della Casa delle Idee, in uscita il 15 febbraio, vede il ritorno di Paul Rudd nei panni del protagonista, ma soprattutto l'introduzione di Kang sul grande schermo.
Possiamo dire sin da subito che Ant-Man and the Wasp: Quantumania è un inizio più che incoraggiante per la Fase 5, ma non solo. Questo film segna a tutti gli effetti il punto di partenza per qualcosa di ancor più grande, per quella Saga del Multiverso di cui fino ad ora avevamo avuto solo un assaggio.
Una vita normale
Ant-Man and the Wasp: Quantumania mostra le conseguenze degli eventi di Avengers: Endgame su Scott Lang e la sua famiglia. Il personaggio interpretato da Paul Rudd, raggiunto l'apice della popolarità grazie alla pubblicazione del proprio libro, tenta di mettere in secondo piano i suoi impegni da supereroe, ma soprattutto spera di garantire una vita normale a sua figlia Cassie (Kathryn Newton).
L'obiettivo di Scott è quello di recuperare il tempo perso con Cassie, ma è proprio lei a mettere a dura prova il padre, dapprima spronandolo a combattere per le giuste cause e successivamente azionando un formidabile dispositivo di sua invenzione.
Cassie, con la complicità di Hank Pym (Michael Douglas) e Hope van Dyne (Evangeline Lilly), non si è infatti limitata ad indossare un costume simile a quello di Scott, bensì ha lavorato ad una sorta di satellite per il Regno Quantico. Quando il dispositivo viene messo in azione, l'intero team Ant-Man viene risucchiato nel Regno Quantico, senza che Janet (Michelle Pfiffer), tenuta all'oscuro di tutto, possa avvisare in tempo della pericolosità di un simile oggetto.
I protagonisti si ritrovano così a dover fare i conti con le minacce del Regno Quantico, in un lungo viaggio ricco di insidie che riporta a galla molti dei segreti celati da Janet, uno su tutti: Kang il Conquistatore.
Cambio di rotta
Ant-Man and the Wasp: Quantumania é un film totalmente diverso dai primi due capitoli di Ant-Man. La leggerezza che aveva contraddistinto i due film precedenti viene qui messa da parte per dare spazio ad una storia epica, che fa dell’azione il suo punto di forza. Le battute non mancano e riescono a strappare più di qualche risata, ma gli elementi comedy, seppur comunque ben bilanciati, restano ciò che Quantumania ha da invidiare maggiormente ai primi Ant-Man, pur essendo superiore quantomeno ad Ant-Man and the Wasp.
Il tentativo di puntare sulla componente emotiva riesce solo a metà. Cosa funziona? Il rapporto fra Scott e Cassie, grazie anche alle interpretazioni di Paul Rudd e Kathryn Newton. Il tema centrale di Quantumania è di fatto la famiglia, un'avvincente storia padre-figlia che si intreccia con quella di un altro nucleo familiare, quello formato da Janet, Hope ed Hank. Non a caso il team di protagonisti è a lungo diviso in due sottogruppi, con Scott e Cassie da una parte ed i restanti tre dall'altra.
Mentre Hank e Hope passano quasi inspiegabilmente in secondo piano, Cassie e Janet sono le vere rivelazioni della pellicola. La prima è una supereroina ancora acerba, ma le cui imperfezioni la rendono ancor più interessante, pur non essendo caratterizzata in modo particolarmente originale. Janet è invece la nostra guida all'interno del Regno Quantico, il personaggio che più ha da raccontare in questo film e con una Michelle Pfiffer che splende con i riflettori puntati addosso.
Tutti questi elementi contribuiscono a rendere Quantumania un film buono, ma non perfetto. Uno dei difetti di Ant-Man and the Wasp: Quantumania può essere considerato l'ambizione di realizzare un film maestoso, nella semplicità del tema trattato, dimenticandosi a volte di essere un film su Ant-Man. Troppa carne al fuoco difficile da digerire, per un progetto che si prende forse troppo sul serio, sacrificando quella semplicità e sincerità che avevamo apprezzato nei primi due film, per introdurre una minaccia di livello Avengers.
L'inizio della dinastia Kang
Partiamo col dire che i veri protagonisti del film sono due, ma non si tratta di Ant-Man e Wasp, come il titolo farebbe presumere, bensì di Kang e del Regno Quantico.
Kang è semplicemente strepitoso. La breve apparizione nella puntata finale della serie Loki non rende giustizia al villain portato in scena da un formidabile Jonathan Majors, che può essere considerato l'ennesimo casting perfetto di casa Marvel.
Inevitabilmente non mancheranno i paragoni con Thanos, rispetto al quale, fino a questo momento, Kang appare inferiore solo sul piano delle motivazioni che lo spingono a compiere le proprie azioni, pur restando un personaggio ben scritto. Sotto ogni altro aspetto è però impossibile non riconoscere la grandezza di Kang, a partire dal design e fino ad arrivare alla resa visiva dei suoi poteri.
Ant-Man and the Wasp: Quantumania è letteralmente la origin story di Kang il Conquistatore, in grado di rubare la scena in ogni istante, anche quando non presente sullo schermo. La sua presenza si avverte sempre, anche attraverso il timore che incute negli altri personaggi. Inoltre, nonostante la sua brutalità e spietatezza ("un mostro che si crede un dio"), è difficile persino non empatizzare con il villain di Majors.
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Le aspettative per il suo debutto sul grande schermo non mancavano, possiamo però ritenerci più che soddisfatti, nonostante tutta la sua onnipotenza sembra venir meno sul finale, di cui parleremo in seguito. Decisamente meno convincente invece MODOK, con alcuni spunti interessanti come la sua origin story che non vengono vengono approfonditi, accompagnati da una gestione che fa leggermente storcere il naso.
Ant-Man and the Wasp: Quantumania, Quando la Marvel incontra Star Wars
Come detto, il Regno Quantico è l'altro grande protagonista di Ant-Man and the Wasp: Quantumania, in modi per certi versi inaspettati.
Nella prima parte del film, grande spazio è dedicato alla presentazione delle creature di questo sub-universo. Intere popolazioni di cui vengono delineati usi e costumi, ed in particolare di cui viene messo in luce il senso di oppressione nei confronti di un "governo" soffocante. Si sviluppa in tal modo un sentimento di ribellione che costituisce uno dei tanti legami fra Quantumania ed il mondo di Star Wars.
Ciò che rende il film di Reed il prodotto Marvel più vicino a Star Wars, è proprio l'eccellente lavoro di world-building, la caratterizzazione dei luoghi e degli abitanti, accompagnata da effetti visivi stupefacenti, che fanno di Ant-Man and the Wasp: Quantumania un'esperienza cinematografica da gustarsi sullo schermo più grande possibile.
La cura degli effetti speciali è forse ciò che più sorprende dell'intera pellicola. Mai ci saremmo aspettati di trovarci di fronte ad un film senza grandi sbavature a livello di CGI, considerando che Quantumania è ambientato quasi interamente nel Regno Quantico e la computer grafica è dunque presente in quantità massiccia. A ciò ha contribuito sicuramente la durata non eccessiva, un altro punto a favore del film che tuttavia porta con sé anche dei contro.
Se il lato positivo delle 2 ore di durata è il ritmo serrato di una pellicola che non annoia mai (una scena d'azione dopo l'altra); d'altra parte vi è la sensazione che Quantumania non si prenda abbastanza tempo per la conclusione, affrettando la narrazione con un finale banale e delle scelte rivedibili, in relazione soprattutto a due scontri presenti negli ultimi minuti.
La sceneggiatura alterna alti e bassi, con il pretesto iniziale e la risoluzione finale che sono davvero le grandi pecche di Ant-Man and the Wasp: Quantumania, ciò che penalizza maggiormente un cinecomic dal potenziale enorme ma che si perde sul più bello.
Verso Secret Wars
Per poter giudicare Ant-Man and The Wasp: Quantumania è necessario fare un analisi adottando diversi punti di vista. Da un lato Quantumania può essere visto come un buon film di intrattenimento, un prodotto fruibile da tutti e che siamo certi catturerà l'attenzione anche di chi ha meno familiarità con i film Marvel, grazie ad un comparto tecnico davvero sorprendente.
D'altro canto, ora più che mai possiamo dire che questo film è solo un pezzo di un enorme puzzle che abbiamo appena iniziato ad assemblare. In effetti Ant-Man and the Wasp: Quantumania, piuttosto che un semplice film stand-alone, appare più come l'incipit di una grande storia, l'inizio di qualcos'altro.
Questo potrebbe comprensibilmente scontentare molti spettatori, ma la realtà dei fatti è che la grossa porzione di pubblico che segue con assiduità le uscite Marvel sembra ormai prediligere questo genere di prodotti, a discapito di film autoconclusivi ma meno legati alla macro-trama dell'universo narrativo. Non è un caso dopotutto se i primi due film su Ant-Man siano tra i più sottovalutati all'interno del MCU, per quanto ben fatti.
Kevin Feige e Peyton Reed hanno quindi sì osato, ma si tratta di una scelta che per quanto discutibile va compresa e apprezzata. È giusto per tale motivo limitarsi a giudicare Ant-Man and the Wasp: Quantumania per quello che effettivamente è, ovvero un prodotto di per sé godibile ma che acquisisce maggior valore se visto come il primo capitolo di quello che verrà.
Si tratta cioè di un film destinato prevalentemente ad un pubblico di appassionati e nato con l'obiettivo di catturare definitivamente l'interesse dello spettatore, preparandolo ai titoli in arrivo nei prossimi 3/4 anni, nel lungo percorso di avvicinamento ad Avengers: Secret Wars. In tal senso il film funziona alla grande, nonostante diversi difetti. Ed occhio alle due imperdibili scene post-credits.
7
HyRankAnt-Man and the Wasp: Quantumania
Ant-Man and the Wasp: Quantumania è il punto di partenza perfetto per la Fase 5 del MCU. Viene in parte sacrificata la leggerezza dei primi due capitoli della saga per raccontare una storia epica, che avrà grandi ripercussioni sul futuro. Kang è strepitoso ed interpretato magistralmente da Jonathan Majors. Il comparto tecnico ed il ritmo frenetico rendono estremamente godibile un film che dopo aver ingranato è un continuo susseguirsi di scene d'azione. Rivedibile il finale che appare fin troppo affrettato, lasciando volutamente tante domande senza risposta. Nel complesso Peyton Reed riesce con successo a raccontare una storia padre-figlia con protagonisti Scott e Cassie (degli ottimi Paul Rudd e Kathryn Newton), ma che fa di Kang il suo vero punto di forza. Il primo capitolo del Marvel Cinematic Universe che verrà.