Barbie, Recensione – Ha rispettato le aspettative?

Barbie avrà retto il peso delle aspettative create dopo questi mesi di promozione?

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Barbie di Greta Gerwig sta arrivando nelle sale, dopo il lunghissimo tour promozionale in giro per il mondo e con addosso una marea di aspettative. Analizziamo insieme il film prodotto da Mattel e distribuito da Warner Bros.

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Immagine fotografata

Benvenuti a Barbieland

Fin dai primi minuti, dove troviamo il famosissimo richiamo a Kubrick, veniamo catapultati nel mondo delle Barbie. Un mondo rosa, nel quale le bambole possono fare tutto ciò che vogliono. Possono essere delle dottoresse o delle presidentesse. Sono le uniche presenti nella corte suprema e hanno i loro volti scolpiti sul monte Rushmore di Barbieland.

La protagonista è la Barbie Stereotipo, interpretata da Margot Robbie. La sua giornata si svolge sempre nello stesso modo e vive esattamente come le bambole all'interno delle loro case giocattolo. Si lava, ma non c'è l'acqua; Beve, ma in realtà il suo bicchiere e vuoto; Mangia, ma il piatto rimane pieno. Per le abitanti di Barbieland, la loro nascita ed evoluzione è alla base della nascita del femminismo sulla terra. Loro sono il motivo per cui le bambine credono in loro stesse e governano il mondo.

Il perfetto mondo di Barbie

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Non esistono pensieri negativi, tutto deve necessariamente essere perfetto. La storia prenderà una piega diversa proprio a causa dei cattivi pensieri della protagonista. Quando Barbie inizia ad avere pensieri di morte tutto cambia. I suoi piedi diventano piatti, non riesce più a scendere dalla sua casa fluttuando graziosamente e si ritrova piena di cellulite.

Questo strappo nell'ordine del mondo delle bambole, dovrà essere rimarginato, e porterà la protagonista nel mondo degli umani, rappresentato da un paio di Birkenstock, alla ricerca della bambina a cui appartiene. Ovviamente verrà inseguita e accompagnata nel viaggio dal suo Ken (Ryan Gosling). Personaggio che altro non può fare, oltre seguire la sua Barbie in cerca del suo sguardo e del suo amore.

Lo specchio della nostra società

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Barbie e Ken trovano un mondo totalmente diverso dal loro, completamente capovolto. Ken si meraviglia nel sentire una donna umana chiedere a lui, uomo, l'orario e quindi nel ricevere delle attenzioni. Ken appare sempre più felice di questo mondo e decide di tornare a Barbieland per parlarne con gli altri Ken. Barbie invece si ritrova a piangere e a essere quasi intrappolata dentro una scatola da Mattel.

Ken non vuole esistere solo per Barbie e non vuole stare nella spiaggia ad abbronzarsi tutto il giorno. Vorrebbe avere anche lui la possibilità di essere un medico o un presidente. Perciò, basandosi sul mondo umano, fa conoscere il patriarcato ai Ken, e cerca di modificare la costituzione di Barbieland.

Stravagante, ma ordinato

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Greta Gerwig ci fa entrare in un mondo estremamente stravagante, ma a suo modo molto ordinato. A tratti sembra di guardare una pubblicità di Mattel, che propone le diverse Barbie da comprare nei negozi di giocattoli. A tratti invece sembra di assistere ad un musical. Vengono aggiunti richiami al mondo del cinema, da quello per ragazzi ai grandi film come 2001: Odissea nello spazio. Siamo davanti a una regia che si diverte, nel far divertire lo spettatore.

Troppa carne al fuoco?

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Per quanto il film tratti in modo ironico e divertente tematiche molto delicate come il femminismo, la mascolinità tossica, il patriarcato, forse è stata messa veramente troppa carne al fuoco. Il film dura quasi due ore, che scorrono velocemente in alcuni momenti, mentre si fanno tanto sentire in altri.

Forse la sceneggiatura, scritta dalla stessa Greta Gerwig e dal marito Noah Baumbach, poteva essere alleggerita leggermente. In questo modo si avrebbe avuto la possibilità di focalizzarsi di più sugli argomenti e i personaggi principali. Però, nonostante questo, è un film che, grazie ai suoi momenti divertenti, alternati ad altri molto commuoventi, riesce a tenere lo spettatore incollato allo schermo.

Un mondo ricco di colori

Dal punto di vista estetico il film è esattamente come doveva essere, i colori, i contrasti tra Barbieland e il mondo reale, gli abiti, le acconciature, gli accessori. Una parte molto importante del film sono sicuramente le canzoni che lo accompagnano, il loro testo infatti è parte integrante del film.

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Margot Robbie è perfetta per il ruolo, il personaggio le calza a pennello. Molto divertente il momento in cui Barbie, senza trucco, non è perfetta e la voce narrante ci tiene a dire agli spettatori che "Margot Robbie non è la persona migliore per far passare questo concetto". Forse però chi spicca maggiormente è Ryan Gosling. Il suo Ken è esattamente come dovrebbe essere, sia quando vive solo per Barbie, che quando diventa capo del patriarcato. Ryan Gosling ci mostra anche le sue capacità nel canto, nella seconda metà del film, e ci regala uno dei momenti più divertenti e riusciti del film.

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8.5

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Il film tutto sommato è ben riuscito, intrattiene, commuove e diverte lo spettatore senza far mancare degli spunti di riflessione sulla nostra società. È un film estremamente colorato, la fotografia è totalmente in linea con il prodotto ed è al fianco di una buona regia. Si potevano prendere delle scelte diverse per quanto riguarda la sceneggiatura, così da alleggerirla leggermente. È sicuramente un film da vedere anche solo per Margot Robbie e Ryan Gosling, che hanno portato sullo schermo dei perfetti Barbie e Ken.

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