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Better Man, Recensione: Robbie Williams non è mai stato così “umano”

Poetico e commovente, il biopic su Robbie Williams, Better Man, è uno dei primi regali di questo 2025: un vero spettacolo di luci (ombre) e musica.

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Better Man, recensione del biopic su Robbie Williams

Poetico, commovente ed empatico. L’ultimo musical biopic di Michael Gracey non delude, mostrando l’umanità e le fragilità di un’icona immensa della scena musicale mondiale. 

Dopo Pink: All I Know So Far e The Greatest Showman, il regista torna al cinema con Better Man, raccontando la storia di un sognatore pioniere della musica pop: Robbie Williams. Con due candidature, 1 ai Golden Globes e 1 ai Critics Choice Award, vi lasciamo la nostra recensione.

Better Man, di cosa parla?

Robert Peter Williams, detto Robbie, è un bambino timido, nato e cresciuto in una cittadina della contea dello Staffordshire, Stoke-on-Trent. L’ispirazione per diventare un uomo di spettacolo Williams la prende dal padre, un intrattenitore nato, che però è spesso assente e distratto verso il figlio e che volterà le spalle alla propria famiglia per raggiungere l'idea del successo e avvicinarsi ai suoi idoli, addirittura cambiando nome. Robbie cresce così con sua madre e sua nonna, la prima a credere nel suo talento e con la quale instaura un legame di stima e affetto profondo.

A 15 anni entra nella boy band dei Take That, scelta che plasmerà drasticamente la sua vita. Viene così investito da un successo inaspettato e travolgente, cadendo progressivamente vittima di eccessi fatti di alcool e droghe. Anche la band inizia a risentirne di conseguenza e a intridersi di gelosie e rivalità. L’unica via di salvezza per Robbie è quella di fermarsi e riprendere il controllo. Solo così riuscirà a trovare pace e serenità per vivere i suoi sogni. 

Una scena dal film, Better Man. 10092113
Una scena dal film, Better Man.

La visione di Gracey e il talento di Robbie Williams

Michael Gracey cambia questa volta approccio, giocando una carta unica e vincente, quella di fare un biopic su un artista secondo la visione dell’artista stesso. Gracey ci mostra cioè non il Robbie Williams uomo – affascinante – che tutti conosciamo, bensì il suo alter ego, quello in cui si riconosce e di cui si è sempre sentito prigioniero lo stesso Williams: una scimmia, dai tratti antropomorfi, che altro non è che la personificazione di Robbie Williams, o meglio di come il cantante vede se stesso, "non evoluto" e "congelato all'età di 15 anni", quando tutto ha avuto inizio.

Da una scena del film, Better Man. 10092112
Da una scena del film, Better Man.

La chiave di volta per un ritratto di questo genere, Gracey l'ha colta proprio nelle interviste che lo stesso Robbie Williams ha rilasciato nel tempo, da frasi del tipo "Sono lì dietro a ballare come una scimmia" oppure "Ero completamente fuori di me, ma mi trascinavano sul palco per esibirmi come una scimmia". Frasi che lasciavano dedurre e interpretare una certa malinconia nel protagonista che, agli occhi di uno spettatore in sala, lo avrebbe reso più "umano" e vicino al pubblico.

L’idea è geniale e funziona, discostandosi dagli standard cinematografici di riferimento e portando una visione diversa, ricca di empatia, che consente al regista di raccontare l’uomo di spettacolo da un nuovo punto di vista.

Williams appare infatti fragile, vulnerabile e profondamente malinconico. Scopriamo che perfino il nome, Robbie, è per lui un personaggio dietro cui nascondersi (semicit) e rifugiarsi. Nonostante "milioni di persone gridano il suo nome", Robbie continua a sentirsi nell'ombra, non all'altezza, divorato da un'insicurezza cronica - instillata dal padre che non ha mai dedicato al figlio le attenzioni di cui aveva bisogno - che sfocia lentamente nella depressione, e che a sua volta lo condurrà ad avere problemi di dipendenza da alcool e farmaci a soli 21 anni.

Vittima della sindrome dell'impostore, Williams è perseguitato dai propri demoni, dalle peggiori versioni di se stesso che, però, allo stesso tempo lo hanno reso quello che oggi: la versione migliore di se stesso, un Better Man. La vera dipendenza è per lui il forte bisogno di nutrirsi di ciò per cui è nato: essere una grande pop star, a modo suo.

Better Man è un film emozionante, visionario e divertente, fedele alla realtà e che svela i lati oscuri del successo di una delle più grandi pop star di tutti i tempi, mostrando paure e insuccessi personali che caratterizzano la persona, prima ancora che il cantante. Robbie Williams, infatti, porterà sempre dentro di sé la timidezza di quel ragazzo di 15 anni e l’insicurezza del proprio talento, continuando a vedersi come una scimmia anche all’apice del proprio successo e rinascendo straordinariamente per diventare il cantante solista di maggior successo del Regno Unito.  

“Hanno fatto un biopic su di me, ma non sono ancora morto”.

Robbie Williams

135 minuti di coraggio e puro godimento. Better Man non è solo un film, ma si traduce in un'esperienza che unisce perfettamente il piacere del cinema a quello della musica, regalando in un'unica soluzione un vero spettacolo audiovisivo. Canticchiare le canzoni di Robbie Williams mentre si gode di una visione alternativa che lo rappresenta a pieno, è un esperimento assolutamente riuscito che fa uscire dalla sala commossi e con il sorriso.

Come è stata realizzata la scimmia di Better Man?

Girato in Australia - fatta eccezione per alcune scene girate a Londra e nel paese natale di Williams -, il film ha come produttore proprio il cantante, mentre la sceneggiatura è stata firmata dal regista Michael Gracey, insieme a Oliver Cole e Simon Gleeson.  

La scimmia-alter ego di Robbie Williams è stata realizzata in computer grafica. L’attore e ballerino Jonno Davies (In the Name of Ben-Hur, Blinded by the Light), indossando una tuta da motion capture, ha mimato i movimenti, i gesti e le espressioni di Robbie Williams, dando vita a una fedele rappresentazione del cantante.  

La locandina del film, Better Man. 10092109
La locandina del film, Better Man.

Il merito tecnico della riuscita grafica va a Weta Digital, oggi Weta FX, compagnia di effetti speciali da Oscar, in grado di trasformare Robbie Williams in un "affascinante" scimpanzé.

Better Man, recensione del biopic su Robbie Williams

8

HyRank

Better Man

Un film tenero e coraggioso, che svecchia in parte il genere dei biopic sulla musica a cui siamo abituati. Empatizzare con i personaggi, a maggior ragione se reali, è sempre una nota positiva, e lo è ancor di più se si tratta di Robbie Williams.

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