Borat e l’urgenza della satira

Nato nel 2006 grazie al film Borat – Studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan, il personaggio di Borat, scritto e interpretato da Sacha Baron Cohen, rappresentava il punto di vista esterno (estremizzato) con cui guardare la società e la politica degli Stati Uniti d’America. Il film racconta la storia di Borat […]

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Nato nel 2006 grazie al film Borat - Studio culturale sull'America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan, il personaggio di Borat, scritto e interpretato da Sacha Baron Cohen, rappresentava il punto di vista esterno (estremizzato) con cui guardare la società e la politica degli Stati Uniti d’America.

Il film racconta la storia di Borat Sagdiyev, un reporter kazako superficiale e razzista, incaricato di produrre un documentario sugli usi e costumi della società americana. Inviato oltre oceano insieme al suo produttore, Azamat, i due attraversano gli Stati Uniti d’America in lungo e in largo, confrontandosi con una realtà totalmente diversa dalla loro.

Borat – così è comunemente abbreviato il nome del film – si presenta come un mockumentary, ovvero un falso documentario, espediente narrativo spesso utilizzato dai generi cinematografici comici e dell’orrore. In questo caso trattasi di una commedia, a tratti demenziale, in cui il protagonista vive avventure di ogni tipo, esilaranti e sul confine sottile, che separa il politicamente scorretto dal cattivo gusto, arrivando addirittura (per esempio) a rapire Pamela Anderson intenta a firmare autografi per i fan.

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Immagine fotografata

Il film riscosse un grande successo sia negli Stati Uniti sia oltreoceano, ma non senza critiche, accuse e vere e proprie denunce. Di fatto, Borat, è stato al centro di numerose cause legali, portate avanti da cittadini americani che accusano di diffamazione Sacha Baron Cohen e la 20th Century Fox, a causa delle loro stesse affermazioni (emerse durante le interviste mostrate nel film).

Borat - Seguito di film cinema

Quattordici anni dopo il primo film e le controversie generate, durante la pandemia da COVD-19, la casa di produzione americana e l’attore alle spalle di Borat decidono di girare in segreto il seguito del film. La pellicola è stata distribuita il 23 Ottobre 2020 su Amazon Prime Video, non a caso, dieci giorni prima delle elezioni presidenziali americane.

La storia si apre con l’uscita di Borat dal gulag dove è rimasto bloccato fin dall'uscita del suo primo film, che è stato un grande flagello per la reputazione del suo paese. Ora ha una nuova missione: tornare in America e consegnare in dono una scimmia pornostar al vicepresidente Mike Pence in segno di rispetto da parte del presidente kazako. Una volta lì, scopre che Tutar, una figlia che non sapeva nemmeno di avere, si è nascosta nella gabbia della scimmia e lo ha seguito in America.

Come nel precedente film, anche in questo caso la figura di Borat funge prima di tutto da sbalorditiva esposizione dell’America del hic et nunc, che culmina nelle dichiarazioni moralmente sovversive della figura politica dell’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani. 

Ma i tempi sono cambiati e lo è anche il protagonista. In questo Borat - Seguito di film cinema (questo il titolo del film), il giornalista baffuto torna in America non più per indagare le usanze del paese ma bensì per scoprire se stesso, approfondendo e mutando la sua natura di selvaggio misogino e antisemita grazie al rapporto con la figlia.

L’umorismo stesso che caratterizza il personaggio di Borat è mutato. Pur non abbandonando le battute sprezzanti nei confronti del Kazakistan, il politicamente scorretto si fa più sottile, evidenziato in momenti salienti come il confronto con una comunità ebraica o con una babysitter afroamericana. 

Chi è realmente Borat?

Borat è uno dei tanti personaggi creati da Sacha Baron Cohen, attore e comico britannico diventato famoso in televisione una ventina d’anni fa con il personaggio di “Ali G”. Egli era un appassionato di rap molto stupido con cui Baron Cohen faceva qualcosa di simile a quello che avrebbe fatto con Borat: interviste surreali a personaggi più o meno famosi che non sapevano a cosa stessero andando incontro.

Da Ali G Show andò in onda dal 2000 al 2004, incluse interviste a Donald Trump, Gore Vidal e Shaquille O’Neal, e assicurò a Cohen il suo primo film: Borat. Da lì Cohen ha ideato, scritto e interpretato numerosi personaggi ambigui, realizzando film comici diventati presto cult del genere come Brüno (2009) o Il Dittatore (2012).

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Immagine fotografata

I personaggi di Baron Cohen sono spesso affiancati da una spalla, soprattutto nei film. In Borat - Seguito di film cinema, la figura di accompagnamento è Tutar, la figlia quindicenne del giornalista, interpretata da Maria Bakalova: lei è indubbiamente l’elemento che nel film costituisce un plus. Nelle sue interazioni con gli estranei è così genuina e autentica che la sua trama diventa stranamente emotiva. Inoltre, è in grado di assorbire perfettamente i tratti caratteristici dei personaggi di Sacha Baron Cohen, annunciandosi come possibile erede della sua satira.

Il potere della satira

Borat è indubbiamente la più grande creazione di Sacha Baron Cohen, un personaggio iconico e divertente evolutosi nel corso di quattordici anni parallelamente al suo nucleo di appartenenza: la satira. Di fatto, oggi, il mondo è molto diverso da come lo era nel 2006, all’uscita di Borat. Basta pensare che YouTube era appena nato e che quindi era raro assistere a performance di burloni che prendono alla sprovvista la gente in pubblico. 

Oggi, messinscene simili a quelle mostrate nei film di Baron Cohen sono a portata di clic. Di conseguenza l’americano medio intervistato non si fa problemi a fare dichiarazioni oltraggiose davanti alla telecamera: è qualcosa che fa (e che vede fare) ogni giorno orgogliosamente e a voce alta. 

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Immagine fotografata

I fatti riportati da cittadini e dalle personalità intervistate hanno a che fare con i temi più caldi che caratterizzano la contemporaneità. Questi riguardano la pandemia da COVD-19, le teorie di cospirazione veicolate attraverso i social network, la supremazia bianca, le molestie sessuali che hanno portato al movimento MeToo e i vari scandali legati a Trump. In un clima (americano) caratterizzato da quotidiani cambiamenti veicolati attraverso la satira dei meme, Sacha Baron Cohen intende stimolare lo spettatore invitandolo non tanto a ridere quanto a recarsi alle urne e votare – il film termina con la seguente frase in sovrimpressione: "VOTA ORA. O SARETE GIUSTIZIATI".

In questo modo Borat - Seguito di film cinema non si afferma come film “sempreverde” in grado di divertire a distanza di anni come il suo predecessore, ma si incastra in un momento specifico della storia mondiale e americana. È proprio la rabbia in ebollizione dell’attuale politica a dargli la forza necessaria a sorprendere.

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Non ci sono molti film così urgentemente satirici come questo. Forse tra qualche anno sarà dimenticato, ma è indubbiamente necessario recuperarlo adesso, in questo preciso momento storico.

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