C’è ancora domani, Recensione: Cortellesi diverte e commuove
Ci vuole talento e tanto coraggio per debuttare con un film che parla di disparità di genere e violenza domestica. Fortunatamente né l’uno né l’altro mancano a Paola Cortellesi, che riesce a trovare il giusto equilibrio in un’opera prima in grado di fondere seriosità e leggerezza, toccante e divertente. C’è ancora domani è l’esordio alla […]
Ci vuole talento e tanto coraggio per debuttare con un film che parla di disparità di genere e violenza domestica. Fortunatamente né l'uno né l'altro mancano a Paola Cortellesi, che riesce a trovare il giusto equilibrio in un'opera prima in grado di fondere seriosità e leggerezza, toccante e divertente.
C'è ancora domani è l'esordio alla regia dell'attrice romana, che ne è anche l'interprete principale. E lo fa a casa sua, aprendo i battenti della diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma. Con un film che è una delicata rappresentazione della condizione delle donne nel passato. Con tanti richiami, purtroppo, al presente.
C'è ancora domani: la trama
C'è ancora domani, ambientato nella Roma del secondo dopoguerra, racconta la vita di Delia (Paola Cortellesi). Una donna "normale" per il tempo. Madre di tre figli, due ragazzi e la primogenita Marcella (Romana Maggiora Vergano). Moglie di Ivano (Valerio Mastandrea), il capofamiglia indiscusso che lavora duramente e si aspetta di trovare un pasto caldo al suo rientro.
Quando però le cose non vanno come dovrebbero, Ivano è chiamato a farsi rispettare. A dare l'esempio ed "educare", ricorrendo alla violenza fisica nei confronti della moglie. Delia che deve occuparsi di tutte le faccende domestiche, badare al suocero Sor Ottorino (Giorgio Colangeli) e svolgere qualche lavoretto per aiutare economicamente la famiglia.
Così come Marcella, l'altra donna di casa che è però in attesa di una proposta di matrimonio da Giulio, appartenente ad una famiglia borghese. Marcella non vede infatti l'ora di sposarsi, per lasciare finalmente la sua famiglia e sfuggire al destino della madre. Delia che sembra essersi arresa al proprio destino, almeno fino all'arrivo di una lettera misteriosa.
Il comico nel tragico
C'è ancora domani parla di una situazione drammatica. Di donne sottomesse ai mariti, impossibilitate a studiare, ad inseguire i proprio sogni. Di violenza. Ma è una violenza edulcorata, si vede poco e viene trattata con ironia. Tragedia e commedia che si fondono per far arrivare un messaggio profondo allo spettatore.
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Le scene più violente diventano quasi sequenze da musical, accompagnate da piccole coreografie. I lividi della protagonista compaiono e scompaiono. Compaiono agli occhi di tutti, ma scompaiono nella sua testa. Pronta a ricominciare la giornata come se niente fosse, accettando una normalità che tale non è. Basta però poco per capire che il futuro può ancora essere cambiato, che c'è ancora un domani da salvare. E la leggerezza con cui viene trattato il tema strappa tante risate e fa riflettere più di quanto non farebbe il sangue.
Qualche forzatura a livello di sceneggiatura non manca, soprattutto per come la trama viene portata avanti e per la mancanza di approfondimento di alcuni personaggi. Quello che c'è sicuramente è invece l'equilibrio. L'ironia è bilanciata in modo impeccabile, battute intelligenti che arrivano al momento giusto. Seguite da dialoghi e inquadrature capaci di commuovere.
Un esordio alla regia promosso
Il film è interamente in bianco e nero. E questo è un valore aggiunto incredibile per C'è ancora domani, che a livello tecnico sbaglia molto poco. La scelta di sacrificare il colore, accompagnata da una scenografia perfetta, riescono a trasportare idealmente lo spettatore nell'Italia degli anni Quaranta.
A rovinare l'atmosfera sono solo alcune scelte musicali, che irrompono prepotentemente e fanno crollare quella convinzione di ritrovarsi in un'altra epoca. Colonna sonora che in realtà alterna alti e bassi, perché in alcuni momenti è tra le cose più interessanti della pellicola. Ad esempio, La sera dei miracoli di Lucio Dalla è un plus da brividi. E abbiamo già parlato delle sequenze di violenza, in cui è la musica a far parlare i protagonisti e che sono espressione di una scelta poetica ben precisa della regista.
Alla sua opera prima, Paola Cortellesi convince praticamente sotto ogni aspetto. Prima fra tutte la regia, su cui saprà lavorare ma che è già un ottimo punto di partenza. Non c'erano dubbi invece sull'aspetto recitativo, dove offre una grande interpretazione così come il resto del cast, a partire dall'impeccabile Valerio Mastandrea e passando da Emanuela Fanelli.
Quest'ultima interpreta Marisa, l'unica confidente di Delia. Si tratta di una donna diversa dalle altre, perché può fare affidamento su un marito con cui può scherzare, che la ama davvero. Perché C'è ancora domani non vuole far credere che il mondo di un tempo fosse solo quello di Delia, ma offre uno spaccato di una società, dai ceti più bassi a quello borghese, in cui sono presenti anche delle eccezioni ad una sovvertita normalità.
7.5
HyRankC'è ancora domani
C'è ancora domani è il sorprendente esordio alla regia di Paola Cortellesi. Un film che parla di violenza domestica e disparità di genere, ma lo fa bilanciando il realismo storico con l'ironia. Nonostante alcune forzature a livello di sceneggiatura, C'è ancora domani emoziona e strappa diverse risate. Un dramedy in bianco e nero capace di trattare temi delicati con grande leggerezza ed intelligenza.