Conclave, Recensione: Che la lotta al potere abbia inizio
Conclave è il nuovo film con Ralph Fiennes e Stanley Tucci. Segreti, relazioni e imbrogli complicheranno un’irresistibile ascesa al potere.
Conclave è un film che vi sorprenderà. Fresco di ben 6 nomination ai Golden Globes, non ha niente a che vedere con le atmosfere natalizie, eppure è il film perfetto da non perdere al cinema questo dicembre. Edward Berger, che aveva ampiamente dato prova delle sue doti registiche con il pluripremiato agli Oscar Niente di nuovo sul fronte occidentale, ritorna, questa volta sul grande schermo, e lo fa in pompa magna.
Conclave è un avvincente thriller ambientato tra le stanze segrete del Vaticano, che mette in piedi un megalomane rompicapo di intrighi e rivelazioni dove ognuno vuole avere la meglio per la lotta al potere. Si, un po' Il trono di spade ma anche tanto, forse troppo, Gossip Girl. E probabilmente Berger voleva confezionare proprio questo: un prodotto da Oscar, con interpretazioni magniloquenti, e un sonoro calzante, la cui trama si arricchisce man mano di dettagli kitsch, che rischiano di farlo sfociare in un' "americanata.
Conclave: "morto un papa, se ne fa un altro"
Sì, il detto è chiaro. Muore il papa, quindi tutti i cardinali si devono riunire e trascorrere dei giorni in clausura per trovare il nuovo pontefice da eleggere, attraverso una votazione che durerà fin quando non sarà raggiunta la maggioranza. Il problema è naturalmente chi eleggere. A capo dell'assemblea c'è il decano Lawrence (Ralph Fiennes) che deve controllare il collegio assicurandosi che il nuovo eletto sia la persona giusta.
Lawrence, la cui fede è al momento titubante, non vuole diventare il nuovo papa, eppure anche lui sarà tentato dalla brama di potere. Chi, invece, merita questa posizione è il cardinale Aldo Bellini (Stanley Tucci), dalla visione più aperta, in lotta con Goffredo Tedesco (Sergio Castellitto), dalle idee reazionarie, legato ad una serie di tradizioni religiose stantie. Non mancano, nel marasma di bigotti, anche cardinali più anziani ma ambiziosi, desiderosi di compiere la scalata sociale, come Tremblay (John Lithgow) o Adeyemi (Lucian Msamati).
Gli equilibri sono già precari, eppure la situazione si complicherà con l'arrivo di un cardinale eletto in pectore, Benitez (Carlos Diehz), arcivescovo di Kabul. Anche il gruppo di suore, guidato da suor Agnes (Isabella Rossellini), contribuisce a intricare il quadro. Il decano Lawrence troverà sottotrame segrete tra i corridoi labirintici del Vaticano, facendo riemergere confessioni rimaste sepolte nel passato e sventando imbrogli e relazioni segrete, trovandosi più volte davanti a complicate scelte etiche.
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Una magnetica detective story in Vaticano
Conclave è irresistibilmente magnetico. Edward Berger dirige magistralmente degli attori che ci offrono interpretazioni da brividi, a partire da Ralph Fiennes, attore di spessore che ci offre un decano posto continuamente di fronte ad una serie di interrogativi etici: vorrebbe non sapere eppure deve farlo (o forse è la sua curiosità che lo spinge), con una fede che vacilla in tutti i sensi, facendolo "cadere in tentazione" di fronte alla visione del potere. Stanley Tucci, sarebbe probabilmente il papa perfetto, che non vorrebbe di certo essere ricordato per essere il "Nixon dei papi".
Tra gli italiani, Castellitto ci regale sequenze iconiche, insieme alla performance (della durata complessiva di soli 8 minuti) di Isabella Rossellini, i cui silenzi riempiono le stanze vaticanensi. Ma i silenzi, sono compensati da un sonoro assordante, quasi claustrofobico, così come i labirintici corridoi. Campi lunghi in cui spicca il rosso delle vesti dei cardinali alternati, con un montaggio sostenuto, i volti in primo piano dei diversi candidati.
In Conclave il Cardinale Lawrence è posto di fronte a quesiti esistenziali, ma anche noi spettatori siamo portati a dare un giudizio etico e morale. Berger ci compone un quadro fatto di immagini cangianti, silenzi assordanti e questioni pragmatiche, dove il peccato si insinua continuamente.
8.5
HyRankConclave
Conclave ci propone una detective story, che rischia di diventare un Gossip Girl ambientato in Vaticano. Il rischio "americanata" è però compensato dalle interpretazioni magistrali e dai reparti tecnici, in primo luogo il sonoro, impeccabili.