Dragon Ball Daima, Vegeta SSJ3 è canonico: analisi e problemi di continuità
Dragon Ball Daima ha reso canonico nel franchise Vegeta Super Saiyan 3, ma la trasformazione è valsa l’attesa? Analizziamola insieme.
Con l’episodio 12 di Dragon Ball DAIMA, intitolato “True Strength”, Vegeta in forma Super Saiyan 3 è ufficialmente diventato canonico. Seppur questa sia una novità entusiasmante per i fan, che vedono finalmente realizzarsi una delle trasformazioni più richieste da sempre per il principe dei Saiyan, questa introduce anche alcuni problemi di continuità narrativa con altri prodotti del franchise.
Dragon Ball Daima, la trasformazione in SSJ3 è soddisfacente?
Partiamo inanzitutto dall'analizzare il momento in cui la trasformazione di Vegeta in SSJ3 avviene e cerchiamo di capire se ne è valsa la pena, ma come per ogni cosa, vi anticipiamo che ci sono pro e contro.
Una delle caratteristiche che hanno reso iconiche le trasformazioni in Dragon Ball è il loro peso emotivo. La prima trasformazione di Goku in Super Saiyan su Namek è il culmine di un’intera saga: la morte di Crilin, l’accettazione delle sue origini Saiyan e il conflitto interiore tra umanità e vendetta. Similmente, la trasformazione di Gohan in Super Saiyan 2 è il risultato di tre saghe di sviluppo, accompagnata da una delle poche morti permanenti della serie, quella di C-16.
Al contrario, la trasformazione di Vegeta in Super Saiyan 3 in Dragon Ball DAIMA manca di questo peso emotivo. Persino Bulma ridimensiona l’entusiasmo di Goku, commentando semplicemente che Vegeta si è allenato molto per arrivarci.
Detto questo, però, bisogna contestualizzare ogni trasformazione al proprio momento storico e alla propria saga: Dragon Ball Daima è un prodotto che, seppur molto vicino alle radici del franchise nello spirito, si distanzia parecchio dagli altri per minutaggio e numero di episodi, oltre che per il medium per cui è pensato. Basti pensare che Dragon Ball Z conta all'attivo 291 episodi, contro i soli 20 di Dragon Ball Daima. Questo dovrebbe far comprendere come sia materialmente impossibile poter fare un paragone con tensione e pathos di trasformazioni passate, che godono di un lusso, il tempo, che Daima non ha.
Risolta questa importante questione, rimane la splendida animazione dinamica e vivace con cui la trasformazione avviene, il magnifico design di mini Vegeta Super Saiyan 3 e una coreografia di combattimento assolutamente nelle corde del personaggio. Inoltre, il suo aspetto ricorda molto le bozze originali di Toriyama, nonché il primo design da lui disegnato per il SSJ3.
Ti potrebbe interessare:
Vegeta SSJ3 e le incongruenze con Battle of Gods
Nel film Dragon Ball Z: Battle of Gods, Vegeta in Super Saiyan 2 supera il Super Saiyan 3 di Goku dopo che Beerus colpisce Bulma. In quella scena, Vegeta sprigiona tutta la sua forza, ferisce Beerus e riceve elogi dal Maestro Muten, che conferma come Vegeta sia diventato più forte di Goku in SSJ3.
Tuttavia, Dragon Ball DAIMA è ambientato prima di Battle of Gods, il che significa che Vegeta avrebbe potuto trasformarsi in Super Saiyan 3 già durante quello scontro. Questa contraddizione potrebbe creare un po' di confusione, ma non crediamo possa minare la credibilità di nessuno dei due prodotti, e vi spieghiamo il perché.
In Dragon Ball Z, il Super Saiyan 3 è raffigurato come una forma instabile e poco pratica per chi la utilizza, quasi controproducente: Goku può utilizzarla perché è morto, mentre Gotenks subisce una drastica riduzione del tempo di fusione. Questo farebbe coesistere i momenti di Daima e di Battle of Gods, perché Vegeta avrebbe quindi intelligentemente scelto di utilizzare la forma più adatta al momento e all'avversario, nonché quella di cui è più pratico.
In conclusione, lo scontro più agevole contro il Tamagami rispetto a quello con Beerus, il breve tempo di cui ha bisogno per sconfiggerlo e la posta in palio meno importante rispetto al difendere Bulma, avrebbero permesso a Vegeta di trasformarsi in Super Saiyan 3 senza subire controindicazioni, prendendo la sfida più come un esercizio di stile che come uno scontro vero e proprio.