Dune: Prophecy, Recensione – Un fantastico ritorno al mondo di Herbert

Abbiamo visto i primi quattro episodi di Dune: Prophecy e ne siamo rimasti affascinati. L’universo di Villeneuve è pronto all’espansione.

Una scena dalla serie tv, Dune: Prophecy.

Dune: Prophecy è la serie televisiva prequel di Dune, il film diretto da Denis Villeneuve nel 2021 e basato sull'omonimo romanzo di Frank Herbert. Abbiamo avuto la possibilità di vedere i primi quattro episodi della serie in anteprima e, per questo, la recensione sarà senza spoiler e basata solo su ciò che già conosciamo dai romanzi di Frank Herbert e dalle trasposizioni cinematografiche di David Lynch e Denis Villeneuve.

Dune: Prophecy, di cosa parla?

La storia ci riporta indietro di 10.000 anni rispetto alla nascita di Paul Atreides, in un’epoca di conflitti brutali. Dopo la guerra contro le macchine, nota come Guerra di Corrino, vediamo la figura di Vorian Atreides, celebrato eroe di quel periodo, che accusa la Casa Harkonnen di tradimento.

La protagonista Valya Harkonnen, seconda Madre Superiora delle Bene Gesserit e la prima a dominare e insegnare l’arte della Voce, porta avanti un odio viscerale verso gli Atreides, colpevoli di aver determinato la caduta della sua casa. Il suo piano di vendetta è ostacolato da un misterioso guerriero dell’Imperatore, sopravvissuto all’ingestione da parte di un verme delle sabbie e dotato di una forza straordinaria, tale da resistere persino alla Voce.

Una scena dalla serie tv Dune: Prophecy, con il matrimonio della principessa Corrino. 10088561
Una scena dalla serie tv Dune: Prophecy, con il matrimonio della principessa Corrino.

Un prologo lento, ma abbiate pazienza

L'inizio di questa nuova serie dedicata all'universo di Dune appare fin troppo lento. Se Villeneuve, nel suo adattamento, riusciva a creare un'apertura volutamente misurata ma comunque accattivante, Dune: Prophecy si prende dei tempi dilatati senza generare lo stesso livello di coinvolgimento.

Solo dalla metà del secondo episodio la trama comincia a diventare più intensa, grazie anche all'introduzione di alcune rivelazioni sulla storia passata dei personaggi. Nonostante la partenza un po’ troppo riflessiva, la serie pian piano emerge come un piccolo gioiello seriale, caratterizzato da una narrazione visiva magica e una cura estrema per i dettagli.

A tutti gli effetti uno spin-off dell'universo creato da Villeneuve

La serie abbraccia uno stile minimalista che richiama l’estetica sobria di Villeneuve, in netto contrasto con l’approccio visivo opulento di Lynch, più simile a quello dei romanzi originali. I vermi delle sabbie sono identici a quelli dell'ultima trasposizione cinematografica, così come molte altre caratteristiche scenografiche, un richiamo comprensibile e fedele alla recente visione dell'universo di Dune.

Una scena dalla serie tv, Dune: Prophecy. 10088591
Una scena dalla serie tv, Dune: Prophecy.

Sono presenti molti richiami ai film di Villeneuve, come la visione del toro (che nel primo Dune cinematografico viene citato da Paul quando ricorda il nonno) e i clan “scozzesi” degli Atreides, che nel film vediamo con delle cornamuse che accompagnano i loro ingressi ufficiali. Lo zio malato di Valya ricorda molto, invece, la figura del Vladymir Harkonnen di Skarsgård.

Dune, ma anche un po' Il Trono di Spade

In alcuni flashback, soprattutto ambientati durante il periodo post-bellico sul pianeta dove risiedono gli Harkonnen (con un’economia basata sulla caccia alle balene), si ritrovano elementi che ricordano Il Trono di Spade: la neve ricorda Grande Inverno e la mancanza di macchine ricorda il medioevo. Anche l'inserimento di scene di sesso, una per episodio, e le numerose morti violente contribuiscono a un'atmosfera alla GoT. Nel “presente” della storia, lo stile torna a essere quello fantascientifico minimalista.

La regia e le interpretazioni

Una scena dalla serie tv Dune: Prophecy che ritrae Tula, una delle sorelle del Bene Gesserit. 10088560
Una scena dalla serie tv Dune: Prophecy che ritrae Tula, una delle sorelle del Bene Gesserit.

La regia di Anna Foerster, già nota per il suo lavoro su The Day After Tomorrow e Outlander, si dimostra all'altezza delle aspettative. Le scene sono magnifiche, con panorami mozzafiato e piani sequenza che lasciano senza parole, al punto che dispiace che questa meraviglia visiva non sia disponibile sul grande schermo.

La scrittura dei personaggi e la qualità delle interpretazioni fanno sì che il pubblico provi emozioni contrastanti verso di loro: li amiamo e li odiamo al tempo stesso. Un plauso speciale va agli attori, come Emily Watson (Anna Karenina) nel ruolo di Valya Harkonnen, Olivia Williams (The Crown, Peter Pan) che interpreta Tula Harkonnen, Travis Fimmel (Vikings) come Desmond Hart, e Mark Strong (Sherlock Holmes, Cruella) nei panni dell’Imperatore Javicco Corrino.

Una scena dalla serie tv, Dune: Prophecy.

8

HyRank

Dune: Prophecy

Dune: Prophecy riesce a ricostruire un universo affascinante, anche se soffre di un ritmo iniziale piuttosto lento. Nonostante qualche esitazione nei primi episodi, la serie compensa ampiamente con una trama che cresce in complessità e intensità, personaggi ben delineati, e un’estetica che omaggia i film di Villeneuve mantenendo, al contempo, una propria identità. Con l’approfondimento di temi e conflitti storici tra le casate e la cura nella rappresentazione visiva, Dune: Prophecy si profila come un’opera di fantascienza epica, promettente sia per gli appassionati che per i nuovi spettatori. Resta solo da vedere se saprà mantenere alta l’attenzione con i prossimi episodi, ma le premesse per una grande serie ci sono tutte.

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