Dune tra Villeneuve e Lynch: le maggiori differenze tra i due film
Ripercorriamo senza spoiler le differenze principali tra il Dune parte 1 di Villeneuve e il Dune di Lynch.
Dune parte 2 sarà presto nelle sale italiane, esattamente il 28 febbraio. La prima parte ha ottenuto un successo tale da permettere al regista, Denis Villeneuve, di dirigere anche questa seconda pellicola e, probabilmente, una futura terza.
Molti non sanno, però, che quella di Villeneuve non è la prima trasposizione del romanzo di Frank Herbert. Nel 1984, infatti, fu il regista David Lynch, conosciuto ormai per film come The elephant man e la serie televisiva Twin Peaks, a realizzarla.
Lynch definì questo film l'unico fallimento nella sua intera carriera: l'opera non riuscì a rappresentare lo spirito del romanzo in soli 137 minuti e il regista avrebbe voluto fare le cose diversamente.
Fortunatamente la pellicola di Villeneuve, grazie anche ai nuovi strumenti del cinema odierno, è riuscita egregiamente in questo intento. Mettiamo a confronto quindi le versioni di questi due grandi registi, senza spoilerare nulla sulla seconda parte di Dune.
L'introduzione
In Dune parte 1 la storia di Arrakis e della Spezia ci viene raccontata da Chani (Zendaya), introducendoci non solo il pianeta, ma anche i temibili Harkonnen.
Nel Dune di Lynch, invece, questa introduzione viene data dalla principessa Irulan, la figlia dell'imperatore, proprio come nel romanzo, dove ogni capitolo inizia con parti derivanti dal diario della principessa.
Villeneuve ha deciso di introdurre la principessa solamente nella seconda parte di Dune.
Gli scudi
Gli scudi sono una tecnologia estremamente importante nella lore di Dune: sono un campo di forza, azionabile da un pratico marchingegno portatile, che difendono dai colpi di arma veloci. Questo è importante perché gli scudi non sono infallibili, in quanto possono essere attraversati da un colpo lento. Per questo motivo non vediamo armi da fuoco nei combattimenti.
Villeneuve rappresenta gli scudi in modo semplice, solo quando la lama è vicina al corpo, lo scudo è blu se il colpo non è mortale mentre diventa rosso quando è stato trapassato.
Lynch, non avendo la tecnologia di oggi, rese gli scudi come... una sorta di gommosa gelatina intorno ai combattenti.
Lo stile
Il film di Lynch, come potremmo aspettarci, ha uno stile peculiare: i colori sono molto accesi e abbiamo la costante sensazione del "sogno", tipica dei film del regista.
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Oltre a questo, alcune scelte del regista sono state alquanto discutibili: basti pensare all'entrata in scena del personaggio interpretato da Sting, che affronteremo più avanti, o alla figura del Barone stesso, che viene mostrato più come una parodia che un temibile nemico.
Villeneuve, invece, rende il tutto più realistico, ma sotto certi versi anche minimalista: i colori sono freddi, ma decisi, e rispecchiano il pianeta di appartenenza dei personaggi, mentre il Barone Harkonnen (Stellan Skasgard) ha un aspetto davvero temibile.
I pensieri
Nel romanzo ci sono moltissimi monologhi interiori che Lynch ha realizzato con dei sussuri per indicare i pensieri dei personaggi. Villeneuve ha invece deciso di omettere questi pensieri e di mostrarceli tramite dei piani sequenza particolari, attraverso un'espressione o una determinata azione.
Feyd Rautha
Infine, nella prima parte di Villeneuve, manca un personaggio, quello del secondo nipote del Barone, Feyd Rautha. Questo, infatti, verrà introdotto in Dune parte 2, interpretato da Austin Butler (Elvis).
Egli è un terribile combattente e viene inviato dal Barone per uccidere Paul, cosa che nel film di Lynch viene subito mostrata con una scena oramai diventata cult con Sting nei panni del personaggio.