Eileen, Recensione – Le premesse erano buone…

Eileen è la nuova pellicola con Thomasine McKenzie e Anne Hathaway. Tutto fumo?

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Eileen è il nuovo thriller psicologico di William Oldroyd (regista di Lady Macbeth) presentato in anteprima al Sundance e alla Festa del Cinema di Roma, nella sezione Grand Public. La pellicola è un adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Ottessa Moshfegh del 2015. La scrittrice ha poi collaborato con il marito Luke Goebel per la sceneggiatura dell'opera. Protagoniste Thomasine McKenzie (Ultima notte a Soho, Jojo Rabbit) e Anne Hathaway (Il diavolo veste Prada, Interstellar).

Queste sono le premesse per realizzare un grande thriller che si arricchisce con le tinte fosche del noir, ma che purtroppo rimane paralizzato in un'estetica ovattata. Infatti le atmosfere permettono allo spettatore di addentrarsi nella cupezza del racconto e le interpretazioni ci trasportano in questo turbinio psicologico che è Eileen. Poi il tutto si perde e queste premesse si smaterializzano in un finale che ci lascia la bocca asciutta.

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Di cosa parla Eileen?

Inghilterra, anni Sessanta. È un freddo e monotono inverno per la giovane Eileen (Thomasine McKenzie). Sua madre è morta e sua sorella vive con il marito, dunque lei è l'unica che può prendersi cura del padre (Shea Whigham) ubriaco e più o meno senza cuore. Eileen lavora come segretaria in un carcere minorile e vede uno spiraglio di luce per uscire dal grigiore della sua vita quando incontra la nuova psicologa, Rebecca (Anne Hathaway).

Rebecca è affascinante, carismatica, persuasiva, ha tutte quelle caratteristiche che mancano alla giovane ragazza. Eileen dunque si lascia volontariamente trasportare in questa relazione contorta e perversa che la farà sprofondare nelle sue ossessioni più buie.

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Un thriller psicologico sottotono

In Eileen tutte le considerazioni tecniche sono positive e rasentano la perfezione. Innanzitutto il cast, in primis le due protagoniste, che riescono a convincerci trasmettendo tutta la follia dei loro personaggi. Le atmosfere e le ambientazioni noir rimandano ai thriller di Hitchcock, così come la colonna sonora che ci accompagna in questa danza psicologica che è Eileen.

Il problema è come queste premesse vengono sviluppate. Il regista Oldroyd ci trasporta in un mondo dark grazie alla sua maestria ma poi si perde nelle apparenze. Ci sono le basi ma ci manca la sostanza. Il plot twist conclusivo arriva troppo tardi, rimane distaccato dalla storia principale e non è abbastanza irriverente per convincerci.

In poche parole Eileen è un continuo sperare in un qualcosa in più che però non arriva mai. Il thriller rimane ovattato e paralizzato in se stesso e tutta la tensione e la sensualità di cui la pellicola si carica si smaterializzano in un finale sottotono.

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6.5

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Eileen è un thriller psicologico che ha delle ottime premesse. Le atmosfere hitchockiane e la fotografia cupa, insieme ad interpretazioni magnetiche, ci trasportano in questo mondo ovattato. Il problema più grande della pellicola è il suo sviluppo. Eileen si perde poi in un finale sottotono lontano da quello che ci saremmo aspettati. Un vero peccato.

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