Festa della Mamma – 5 film sul ruolo di madre
Che cosa significa essere madre? In occasione della festa della mamma, ecco 5 film che provano a spiegarcelo.
Nessuna donna può definirsi libera se non possiede e controlla il proprio corpo. Nessuna donna può definirsi libera fino a che non sceglie coscientemente se vuole oppure no essere una madre. (Margaret Sanger)
Ciò di cui ho in precedenza parlato qui in occasione della Festa del Papà vale anche per la figura della mamma: che si caratterizzi per la sua assenza o si imponga con una presenza eccessiva, che sia burbera e distaccata o amorevole e di supporto, il suo è un ruolo chiave nella società contemporanea che ancora si fonda sull’istituzione familiare e per lo più tradizionale, seppur stia iniziando ad adattarsi in modo sempre maggiore ai cambiamenti che spingono verso una rivalutazione del ruolo genitoriale.
Essere madre non è facile, soprattutto se si percepisce sulle proprie spalle il peso degli stereotipi di genere che la vogliono come una padrona di casa perfetta e unicamente dedita alla cura e alla crescita dei figli. Nessun sentimento se non di amore, nessuna debolezza e fragilità, niente cedimenti.
Per la festa della mamma, ho scelto cinque film che, se osservati con lo sguardo giusto, possono aiutare a far comprendere l’arduo mestiere di essere un individuo e insieme un genitore. Perché anche essere madre è un lavoro, che si impara a svolgere con tempo e dedizione e dove gli errori sono all’ordine del giorno.
Quelle che ho scelto non sono necessariamente pellicole che si concentrano sul rapporto madre-figli, quanto più opere che presentano allo spettatore uno scorcio di realtà quotidiana tenuta per troppo tempo nascosta dietro il velo della tradizione e dei cliché. Perché il cinema, in quanto arte, ha anche il compito di educare, aprire le menti ed aiutare il cambiamento.
1 - MOMMY - XAVIER DOLAN (2014)
Per la quinta volta dietro la cinepresa a dirigere i lavori, Xavier Dolan offre in Mommy il ritratto di una madre coraggiosa e forte che, nonostante la personalità eccentrica, ingestibile e ostica del figlio quindicenne affetto da disturbo oppositivo provocatorio, cercherà di costruire con lui un rapporto affettivo e di porsi come una figura di supporto e riferimento.
Non è facile, però, quando la rabbia, il senso di frustrazione e il disappunto sono i tratti caratteriali di una donna dura, una vedova rimasta senza lavoro, incolta e inesperta. Il loro amore si fonda su un rapporto di violenza e invadenza, ossessione e possessione quasi edipica, tra litigi e abbracci, urla e risate.
Una strettezza che si concretizza anche visivamente, con la scelta di un rapporto 1:1 e di una musica sempre presente, e che trarrà un respiro a pieni polmoni solo di sfuggita, senza mai riuscire sul serio a prevalere sulla claustrofobia di un amore che, però, tenta in tutti i modi di resistere.
La vita con Steve è come un salto nel vuoto. Non sai mai se cadrai in piedi o sbatterai la faccia a terra.
2 - BY THE SEA - ANGELINA JOLIE (2015)
La visione tradizionalmente percepita della donna la vuole come generatrice di prole e madre. Di conseguenza, l’impossibilità di avere figli è sempre stata vista in modo negativo, quasi fosse una colpa di una donna che non sarebbe realmente degna di questo nome.
Spesso non volere dei figli è una scelta, degna di rispetto. Altrettanto frequentemente, però, è motivo di sofferenza e dolore per chi ne sente un forte desiderio ma, per motivi indipendenti dalla propria volontà, non può portare a termine una gravidanza.
By the Sea, opera di Angelina Jolie che la vede anche protagonista al fianco di Brad Pitt, è la personificazione di questo dolore, di un tormento e di una disperazione che non lasciano via di scampo e che possono avere conseguenze negative importanti, non soltanto sulla coppia ma anche, e soprattutto, sul benessere, sulla tranquillità e sulla felicità della donna.
Se ami davvero qualcuno, vuoi di più per lui di quanto vuoi per te stesso. Capisci?
3 - MADRE - BONG JOON-HO (2009)
Il successo internazionale arriva a Bong Joon-Ho nel 2020, grazie alla vittoria di Parasite nelle categorie di miglior film, miglior regia e migliore sceneggiatura originale agli Oscar di quell’anno. Ma il regista ha alle sue spalle numerose altre opere di alto livello. Tra queste spicca Madre, un thriller familiare oscuro e profondo.
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Yoon Do-joon è un ragazzo problematico, affetto da un deficit mentale e che, dipendente dalle cure della madre, vive in sua compagnia in una piccola cittadina della Corea del Sud. Le loro vite proseguono accompagnate dagli insulti e dagli scherni di chi, il ragazzo, non lo comprende e lo disprezza.
Yoon Do-joon è sostenuto solo dall’amore della madre, profondamente devota alla cura del figlio e che, con la caparbietà di un temperamento ostinato e robusto, continuerà ad affiancarlo anche quando, dopo il ritrovamento del cadavere di una studentessa, il giovane verrà accusato di aver commesso il crimine.
È un amore senza limiti e senza pretese, pronto a tutto pur di dimostrare al mondo l’innocenza di un figlio alla cui verità si crede ciecamente, quello dipinto magistralmente in Madre.
The mother's love for her child is very strong in Korean society - almost on the borderline of being an obsession. (Bong Joon-ho)
4 - TRE MANIFESTI A EBBING, MISSOURI - MARTIN MCDONAGH (2017)
Anche Mildred Hayes di Tre manifesti a Ebbing, Missouri, interpretata da Frances McDormand che ha da poco vinto l’Oscar come miglior attrice protagonista grazie a Nomadland, è una madre che dimostra di non volersi arrendere facilmente.
Mildred ha sulla propria coscienza la morte della figlia Angela, violentata e uccisa pochi mesi prima della sua scelta di affiggere tre cartelloni pubblicitari che reclamano giustizia: di fatto, sembrerebbe che la polizia locale si sia dimostrata incapace di trovare i responsabili del delitto.
La rabbia di una donna, la sofferenza di una madre, la frustrazione di una cittadina sono gli elementi che tratteggiano la disperata lotta di Mildred che non è disposta in alcun modo a rinunciare alla verità e a sopportare il silenzio.
Pronta a tutto pur di proteggere la figlia anche dopo la sua scomparsa, la madre dovrà scontrarsi contro l’ipocrisia di una piccola comunità che preferisce chiudere gli occhi e lasciare che tutto venga portato via dalla corrente del passato. Ma, forse, la lotta di Mildred è più interiore che pubblica.
Questo è stato un anno duro per te Mildred, lo sappiamo tutti, davvero. Se per caso avessi bisogno di qualcosa noi ci saremo, sempre. Ma la città sa anche che tipo d'uomo sia William Willoughby e sono assolutamente tutti contro i tuoi manifesti.
5 - DANCER IN THE DARK - LARS VON TRIER (2000)
La cantante Bjork interpreta la madre Selma in Dancer in the dark, un musical dalle note amare e disperate, dove felicità, allegria e lieto fine sono escluse.
Selma è affetta da una rara condizione genetica, per la quale è destinata a perdere completamente l’uso della vista. La malattia è condivisa dal figlio che, però, è ancora in tempo per salvarsi, sostenendo un’operazione molto costosa.
Selma, nonostante il suo campo visivo si fa gradualmente sempre più appannato e confuso, sopporterà ore e ore di straordinari in fabbrica e si troverà un secondo lavoro pur di non condannare il figlio alla medesima condizione.
La madre arriverà a sostenere un peso ben più pesante, a mettere in gioco la sua stessa vita e la sua libertà, a sacrificare sè stessa per il bene del proprio figlio, mostrando un amore incondizionato che sublima al di là dell’io.
I've seen it all, | I've seen the dark. | I've seen the brightness in one little spark. | I've seen what I chose | and I've seen what I need. | And that is enough, | to want more would be greed.