Finalmente l’alba, Recensione: Babylon alla Saverio Costanzo?
Il nuovo film di Saverio Costanzo, Finalmente l’alba, sembra perdersi in un citazionismo continuo.
Finalmente l'alba è il nuovo film di Saverio Costanzo, presentato in anteprima al Festival di Venezia e che debutterà in sala a partire dal prossimo 14 dicembre. Una pellicola che mischia nuovi e giovani volti del cinema italiano ad affermate star americane, proprio come la storia che mette in scena.
Finalmente l'alba, infatti, vede la quotidianità di una ragazza romana mischiarsi allo sfarzo dei divi degli anni Cinquanta. Una favola, quella di Mimosa, la protagonista, che viene raccontata in una notte turbolenta dove l'alba non sembra mai arrivare.Un film meta-cinematografico con tante, anzi troppe, citazioni che si sgretola dietro un'esteriorità apparente ed il cui messaggio sembra invece perdersi per la strada, proprio come la sua protagonista. Finalmente l'alba non annoia, rimane visivamente interessante ma sarebbe potuto essere qualcosa di più. Vediamo insieme cosa ci racconta la nuova pellicola di Saverio Costanzo.
Finalmente l'alba: la magia di una notte romana
Mimosa (Rebecca Antonacci) è una ragazza di Roma che condivide con la madre e la sorella una passione per il cinema. Proprio uscendo dalla sala cinematografica, alla sorella di Mimosa viene proposto di partecipare ad un provino per un film che si sta girando a Cinecittà. E così mentre la sorella viene scelta come comparsa, Mimosa riceve l'attenzione da parte della famosa attrice americana Josephine Esperanto (Lily James).
Finita all'improvviso sul set, Mimosa si trova trasportata a bordo di una macchina guidata da Willem Dafoe, per le strade di Roma e periferia, accompagnata dai divi del cinema, Esperanto e Sean Lockwood (Joey Keery). Un viaggio notturno in una vita mondana fatta di lusso e precarietà, di glamour e innocenza perduta. Mimosa farà i conti con la falsità e le ombre del mondo del cinema, che trasformeranno questo sogno in un incubo.
Tante citazioni e poche novità
La prima parte di Finalmente l'alba cattura lo spettatore. Quando Mimosa arriva a Cinecittà e assiste alle riprese del kolossal sull'Egitto che stano girando, anche lo spettatore viene travolto dall'imponenza del set e si sente parte integrante della storia. Queste prime sensazioni e questo iniziale legame, si vanno poi perdendo con il calare del sole.
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Quando Mimosa intraprende il suo viaggio, siamo travolti da una valanga di citazioni che finiscono per diventare troppo ingombrati. Sin da subito si sente il peso di Midnight in Paris, poi, durante la festa, siamo catapultati nella prima sezione di Babylon con leoni al posto degli elefanti. Le citazioni continuano poi con i rimandi al cinema italiano, a partire da Fellini con La dolce vita e La strada.
Ci perdiamo in una conclusione che non sembra mai arrivare, un messaggio confuso sul finale. Il film avrebbe potuto prendere una piega più interessante e invece si arrovella in un'estetica dal passato glorioso e in citazioni-copiature che faticano a stupirci.
5.5
HyRankFinalmente l'alba
Il nuovo film di Saverio Costanzo avrebbe potuto coinvolgerci di più se solo avesse preso una piega diversa. La magica notte romana di Mimosa che si trasforma in un viaggio alla scoperta dei fantasmi del mondo del cinema, si appesantisce di una serie di citazioni da Babylon a Midnight in Paris, passando per Fellini. Poche novità e una storia già vista, nonostante i dettagli meta-cinematografici rimangano interessanti.