First Playable Fund, NO alla sua cancellazione

L’emendamento dell’ex ministro Madia in controtendenza a quanto succede nel resto d’Europa In questa Italia che cerca di rialzare la testa dopo essere stata colpita dal COVID-19 c’è chi prova di dare fiato all’economia con proposte di rilancio e di sostegno così tanto auspicate e chi invece, pur di distinguersi nel panorama politico, tenta di […]

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L'emendamento dell'ex ministro Madia in controtendenza a quanto succede nel resto d'Europa

In questa Italia che cerca di rialzare la testa dopo essere stata colpita dal COVID-19 c'è chi prova di dare fiato all'economia con proposte di rilancio e di sostegno così tanto auspicate e chi invece, pur di distinguersi nel panorama politico, tenta di rallentarne il percorso con emendamenti generici di scarsa efficacia. È quanto sta accadendo in questi giorni dove l'ex ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Marianna Madia, ha presentato insieme ad altri deputati del PD una modifica, per la precisione la numero 38.32, al Dl Rilancio del Governo per la cancellazione del First Playable Fund che rappresenterebbe una vera boccata d'ossigeno a sostegno di tutti quegli studi di sviluppo indipendenti nel settore dei videogiochi. Con questo atto il Governo ha per la prima volta riconosciuto il valore economico di questa realtà produttiva stanziando 4 milioni di euro per il 2020 mettendosi così al passo con altri stati europei come Francia, Germania, Spagna, Polonia.

Il First Playable Fund, è un fondo che, come recita il comma 13 dell'art. 38, «è finalizzato a sostenere le fasi di concezione e pre-produzione dei videogames, necessarie alla realizzazione di prototipi, tramite l'erogazione di contributi a fondo perduto, riconosciuti nella misura del 50% delle spese ammissibili, e per un importo compreso da 10.000 euro a 200.000 euro per singolo prototipo». Il prototipo è lo strumento attraverso il quale gli sviluppatori presentano il loro progetto di sviluppo a editori e investitori per ottenere finanziamenti essenziali per la successiva produzione del prodotto finale e per la sua distribuzione sul mercato internazionale e quindi si capisce quanto sia importante fare affidamento su risorse certe che non arriverebbero altrimenti da nessuna altra parte, per poter implementare titoli di buon livello e che siano competitivi sul mercato videoludico.

L'azione di disturbo e di ostacolo dei firmatari dell'emendamento pare perciò incomprensibile anche perché poi viene chiesto che la stessa somma venga aggiunta a quella già prevista di 10 milioni di euro nel calderone del solo “Rafforzamento dell'ecosistema delle start-up innovative”; si tratta di tutt'altra cosa dove i beneficiari accreditati sono soggetti ben diversi da quelli a cui il First Playable Fund è rivolto. È naturale dunque che il fatto non sia passato sotto silenzio e stia creando malumori e nervosismo tanto che Mauro Fanelli di MixedBag ha lanciato una petizione su Change.org perché la politica faccia tutto il possibile, portando al ritiro dell'emendamento, per evitare “questo ennesimo smacco all'industria videoludica nazionale”.

Nell'istanza a cui ha fatto seguito l'appello al Governo e al Parlamento di IIDEA per la conservazione del Fondo, viene giustamente ricordato che il nostro Paese ha generato nel campo commerciale dei videogiochi un fatturato di 1,8 miliardi di euro nell'anno 2019, un valore che ci pone nella top ten mondiale, un valore più di quanto risulta dalla somma di cinema, televisione, musica e servizi streaming. Se il Dl Rilancio vuole davvero essere tale non può dimenticare con un semplice colpo di spugna, tutti coloro che a vario titolo lavorano e credono anche in questo comparto legato agli studi di sviluppo di videogiochi.

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