Fly Me to the Moon, Recensione: una Rom-com che “riscrive la storia”
La nuova commedia con Scarlett Johansson e Channing Tatum è un viaggio che va oltre la corsa alla Luna.
Giovedì 11 luglio è approdata nelle sale italiane Fly Me to the Moon, una Rom-com diretta da Greg Berlanti che non si limita a mostrarci e raccontarci semplicemente una storia d'amore, ma ci mostra parte della storia, quella con la S maiuscola che tutti conosciamo scritta sui libri di scuola o mostrata nei documentari. La utilizza per sfatare con apparente leggerezza falsi miti e contemporaneamente mette il focus sul motore che spingeva le persone e le decisioni negli anni Sessanta come oggi, il capitalismo.
Nel ricco cast della pellicola troviamo: Scarlett Johanson, Channing Tatum,Woody Harrelson , Anna Garcia, Ray Romano, Jim Rash, Jessie Mueller, Donald Elise Watkins e Noah Robbins.
Fly Me to the Moon: si può vendere la luna?
Fly Me to the Moon vede al centro della narrazione Kelly Jones (Scarlett Johansson), donna ambiziosa che ha costruito la sua carriera nel mondo dominato dagli uomini a suon di menzogne e imbrogli. La sua abilità nel convincere le persone la porta a un incarico inaspettato: rilanciare l'immagine della NASA, in crisi dopo una serie di fallimenti e con l'opinione pubblica ormai disinteressata alla corsa alla Luna. Il suo compito diventa dunque: vendere la Luna, far sì che il pubblico e media si interessino alla missione.
La missione Apollo 11 vuole essere anche un'arma politica contro la Russia, e Kelly si ritrova in Florida, in un ambiente popolato da scienziati, ingegneri e astronauti poco inclini alle strategie di marketing.
Tra questi, il più ostile è Cole Davis (Channing Tatum), il direttore del lancio, uomo pragmatico e concentrato unicamente sul successo della missione, poiché porta il peso di un grosso fallimento alle spalle. Lo scontro tra Kelly e Cole è inevitabile, dando vita a una battaglia di ideologie e metodi. Kelly, con la sua astuzia e il suo fascino, cerca di conquistare l'opinione pubblica, mentre Cole rimane fedele al suo approccio rigoroso e scientifico.
L'ambientare una rom-com nel contesto storico della missione dell'Apollo 11 fa sì, che oltre alle risate e ai momenti romantici ci sia spazio però anche per riflessioni sulla Storia e la società dell'epoca anche se il tono resta sempre molto leggero.
Un omaggio al passato con uno sguardo al presente
Fly Me to the Moon è una commedia romantica che strizza l'occhio ai classici anni '60. L'atmosfera, i temi e i ritmi rimandano alla commedia di quel periodo, con tanto di gatto nero che si aggira costantemente per le varie ambientazioni e omaggi a registi come Howard Hawks e Blake Edwards. I conflitti amorosi di Kelly e Cole si intrecciano con i preparativi per l'Apollo 11, creando un mix di divertimento, tensione e riflessione.
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Se da un lato il film rievoca i canoni della commedia sentimentale classica, dall'altro non manca di affrontare temi attuali come la manipolazione della realtà e il potere delle immagini e la forte spinta capitalistica dell'epoca che muoveva gli interessi un popolo, di una Nazione intera. L'esempio delle finte riprese dell'allunaggio, riaprono il dibattito sul celebre mito complottista e invita a riflettere sul rapporto tra verità e rappresentazione.
In questo senso, Fly Me to the Moon si distingue dalle classiche commedie romantiche. Non si limita a intrattenere, ma stimola la riflessione su questioni importanti e attualissime anche se non tutto riesce ad essere omogeneo al cento per cento nella narrazione, qualcosa stona, forse è dovuto alla durata del film che sarebbe potuta essere ridotta di almeno una mezz'ora dato l'andamento del racconto.
La coppia Johansson-Tatum è perfetta visivamente, c'è chimica sicuramente ma non fa sognare lo spettatore quanto ci si aspetterebbe da una rom com con due protagonisti di questo calibro, che comunque insieme al resto del cast fanno decisamente un buon lavoro in scena.
Nonostante la buona prova degli attori e la regia di Greg Berlanti, il film non raggiunge i vertici delle commedie classiche a cui si ispira. Manca forse la forza e la profondità per portare le sue tematiche alle estreme conseguenze. Tuttavia, Fly Me to the Moon rimane un'opera piacevole e interessante, che saprà conquistare gli amanti del genere e tutti coloro che cercano un film che diverta ma faccia in qualche modo anche riflettere.
Il ruolo di Stanley Kubrick e 2001: Odissea nello Spazio
Le teorie del complotto sull'allunaggio non sono nate con l'avvento dei social media, ma esistevano già all'epoca e tra i fattori che le hanno alimentate, c'è sicuramente il fatto che Stanley Kubrick, regista di fama mondiale per il suo film di fantascienza spaziale 2001: Odissea nello Spazio (1968), fosse considerato un maestro degli effetti speciali. Per molti complottisti, la maestria di Kubrick nel ricreare ambienti spaziali sullo schermo lo rendeva la persona ideale per inscenare un falso allunaggio.
La NASA, secondo queste teorie, non era in grado di realizzare simili effetti speciali all'epoca, e quindi si sarebbe rivolta a Kubrick per creare l'illusione di uno sbarco sulla Luna. Ovviamente, queste teorie non hanno alcun fondamento nella realtà. Si basano su speculazioni e interpretazioni errate di fatti e prove. Tuttavia, il fascino di 2001: Odissea nello Spazio e la figura di Kubrick hanno contribuito a farle circolare e a farle sembrare plausibili ad alcuni.
Fly Me to the Moon riscrivendo questa parte della Storia e mostrandoci un finto all'allunaggio ipotetico fa l'occhiolino a queste teorie del complotto citando anche Kubrick con alcune battute divertenti.
6.8
HyRankFly Me to the Moon
Fly Me to the Moon è una commedia romantica intelligente che nasce da un pezzo di Storia degli Stati Uniti importantissima, la missione spaziale Apollo 11 e che attraverso le vicende di Kelly Jones (Scarlett Johansson) e Cole Davis (Channing Tatum) ci mostra le due faccia della medaglia della società capitalistica e concentrata sulla vittoria dell'epoca. Il film dà allo spettatore degli spunti di riflessione interessante e regala dei momenti molti simpatici e divertenti però nonostante abbia tutti presupposti (cast compreso) non riesce a spiccare e convincere al cento per cento.