Gonzo Girl, Recensione: il delirio di Patricia Arquette

Gonzo Girl è l’opera prima di Patricia Arquette, con Willem Dafoe e Camila Morrone.

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Gonzo Girl è l'opera prima di Patricia Arquette, presentata in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, nella sezione Grand Public. L' attrice vincitrice del premio Oscar per Boyhood, a 55 anni decide di mettersi in gioco e debutta dietro la macchina da presa, riservandosi però un piccolo ruolo nella pellicola. Accanto a lei l'eclettico Willem Dafoe e l'attrice di Daisy Jones & The Six, Camila Morrone.

La pellicola è un adattamento cinematografico del romanzo autobiografico di Cheryl Della Pietra, che nel 1992 ha lavorato come assistente di Hunter S. Thompson, padre del gonzo journalism, ovvero un tipo di scrittura anti convenzionale che racconta gli avvenimenti da un punto di vista più personale. Per intenderci, stiamo parlando di romanzi come Cronache del Rum e Paura e disgusto a Las Vegas (da qui la pellicola di Terry Gilliam, Paura e delirio a Las Vegas).

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Con un immaginario creativo e tecniche registiche divertenti, Patricia Arquette ci fa immergere in un mondo fatto di droghe, alcol e sesso in cui è facile superare il limite e rischiare di perdersi. Gonzo Girl, attraverso la crisi creativa di uno scrittore folle e scellerato, ci racconta uno spezzato degli anni Novanta. Tuttavia dopo una prima parte davvero creativa, la storia si perde in un racconto ambiguo che si fa sempre più anonimo.

Gonzo Girl: la trama

È il 1992, e la giovane scrittrice Alley Russo (Camila Morrone) viene chiamata per assistere il gonzo journalist Walker Reade (Willem Dafoe) nella realizzazione del suo prossimo romanzo. Walker infatti da una parte deve cercare di riabilitare il proprio nome dopo gli scarsi successi e la pressione degli editori, dall'altra però vive il blocco dello scrittore in una maniera delirante.

E così Alley si trova catapultata in questo turbinio folle e malsano fatto di festini, alcol, droghe, allucinogeni e sostanze di ogni tipo che la porteranno all'esasperazione. Accanto a lei in questo villaggio mistico che è la casa dello scrittore, ci sono la moglie e manager di Walker, Claudia (Patricia Arquette), amanti e amici vari (tra cui anche Larry, l'alter-ego di Johnny Depp).

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Un'estetica folle

Gonzo Girl è una creativa opera prima, almeno dal punto di vista estetico. Si, perchè lo sviluppo della storia risulta lineare e a tratti quasi pedagogico con dei picchi alti sceneggiatura alternati a commenti più imbarazzanti. Tuttavia l'estetica dimostra un grande lavoro d'immaginazione. La prima parte risulta la più interessante in quanto la regista ci fa vivere gli effetti stroboscopici e allucinogeni delle varie sostanze attraverso espedienti registici low cost ma d'effetto.

Non effetti speciali complicati, ma semplicemente grandangolo e primi piani, inserti a mo' di cartoon e ralenti. Tutto risponde a quel delirio, a quella follia e pazzia che contraddistinguono Gonzo Girl. Purtroppo però a metà del film, l'opera tende a perdersi e ci travolge sempre meno, come un climax discendente.

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Willem Dafoe, tra irrazionalità ed eclettismo

Vero gioiello di Gonzo Girl è sicuramente l'interpretazione del famoso Goblin di Spiderman che nell'ultimo periodo si è distinto per la sua interpretazione in Poor Things di Yorgos Lanthimos, Leone d'Oro a Venezia. Willem Dafoe non ha certo bisogno di presentazione, ma in ogni prodotto che realizza sembra confermarsi sempre di più grazie alla sua poliedricità.

La sua interpretazione è talmente coinvolgente da eclissare tutto il resto, a partire da Camila Morrone. Alley dovrebbe essere la protagonista ma fatica avendo accanto Dafoe che non perde occasione per mangiarsi lo schermo. Eppure riesce ogni tanto a farci distogliere lo sguardo da Dafoe. Folle più del dovuto, con il suo carisma riesce a dare quel pizzico di sano delirio che contraddistingue una pellicola che a volte ci travolge e a volte ci appiattisce.

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7

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Gonzo Girl

Gonzo Girl è un'opera prima molto creativa che nella parte iniziale ci convince con espedienti registici alternativi, effetti speciali low budget che incarnano bene la pazzia e il delirio del protagonista. Willem Dafoe divora lo schermo con il suo eclettismo e la sua follia. L'opera purtroppo si perde man mano che la narrazione procede diventando a tratti piatta.

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