Guardiani della Galassia Vol. 3, Recensione – Un’epica conclusione
Guardiani della Galassia Vol. 3 chiude la trilogia di James Gunn nel MCU: ecco la recensione senza spoiler dell’ultimo capitolo dei guardiani.
È trascorso quasi un decennio dall'iconico ingresso di Star-Lord nel MCU, sulle note di Come and Get Your Love. Nel mentre, sei tra i più spietati fuorilegge della galassia sono diventati alcuni dei personaggi più amati della cultura pop. Ma dopo aver salvato un paio di volte l'universo, anche per loro la musica è cambiata.
In Guardiani della Galassia Vol. 3 è Creep ad introdurre l'avventura dei protagonisti, la storia che riunisce per un'ultima volta questi bizzarri eroi. Lo fa come mai prima d'ora, ne mette in luce il lato nascosto, racconta ciò che ancora non era stato detto, mostra quello che si cela dietro le apparenze. Il tutto senza sacrificare totalmente quella leggerezza che aveva fatto innamorare gli spettatori dei primi due film della saga.
Guardiani della Galassia Vol. 3 come Avengers: Endgame
Guardiani della Galassia Vol. 3 è un’altalena di emozioni. Un film tra i più divertenti dell’MCU, grazie all’ineguagliabile talento di Gunn. Al tempo stesso il più commovente dai tempi di Avengers: Endgame. I toni che si intravedono sin dai titoli di testa sono cupi, l’aria che si respira sa di addio. Risate e lacrime che si alternano e si mescolano, perché Guardiani della Galassia 3 è un film realizzato col cuore (oltre che con grande tecnica), con l’obiettivo di puntare dritto al cuore dello spettatore.
James Gunn ha fatto ciò che meglio gli riesce, mettere insieme alcuni dei personaggi più strampalati della galassia e renderli protagonisti di un’avventura in grado di far risaltare la loro forza e debolezza. Aveva già funzionato nei primi due film, ma questo terzo capitolo è unico per la sua capacità di bilanciare tutti gli ingredienti in tavola e, soprattutto, chiudere un ciclo.
Guardiani della Galassia Vol. 3 è a tutti gli effetti l’Endgame di Gunn. Poco importa se a tratti può risultare confusionario nella sua struttura o scontato in alcune scelte, perché ad un film del genere si può perdonare tutto. La perfezione non esiste, come il villain vorrebbe invece far credere, ma di certo questa pellicola ci va molto vicina.
Il lato nascosto dei guardiani
I film precedenti avevano solo accennato alla backstory di quello che Gunn ha definito “il protagonista segreto” della saga, ma grande protagonista di Guardiani della Galassia Vol. 3: Rocket Raccoon. Se si può parlare di uno dei prodotti Marvel più toccanti di sempre, il merito va in gran parte al procione parlante e ai suoi piccoli amici, che lo accompagnano nelle sequenze flashback inserite qua e là tra le varie avventure dei protagonisti.
La bravura di Gunn sta nel raccontare la storia di Rocket in modo impeccabile senza però sacrificare il resto del team. Merito di una scelta narrativa coraggiosa ma efficace, che impedisce al procione di prendere parte a molte delle scene d'azione di questo terzo volume, con l’obiettivo di non renderlo Rocket-centrico.
Ogni guardiano è ben sviluppato, in particolare chi fino ad ora non aveva trovato tantissimo spazio: Nebula è la grande sorpresa, mentre Drax e Mantis continuano a formare una coppia alla quale è impossibile non affezionarsi. Ognuno di questi personaggi ha qualcosa da raccontare, come Peter che tenta di ricostruire il rapporto con Gamora, trovandosi di fronte la spietata assassina addestrata da Thanos, piuttosto che la sua amata.
Tutti sono alla ricerca di qualcosa, in primis di scoprire chi sono davvero e chi vogliono essere. Guardiani della Galassia Vol. 3 è il viaggio dei protagonisti alla ricerca della loro identità, un percorso di accettazione dei difetti propri e altrui. Insegna a trovare gli aspetti positivi anche a chi sa vedere solo il lato negativo delle cose. Dimostra che non è possibile cambiare chi si ha di fronte, si può solo farne emergere la versione migliore.
L’unico personaggio a venire in parte trascurato è Groot, per cui sarebbe stato interessante vedere la nascita dell’amicizia con Rocket, in un film che fa dell'amicizia il suo punto di forza. Ma la vera delusione, unica grande pecca di Guardiani della Galassia Vol. 3, è la gestione di Adam Warlock. Il ruolo di Adam è del tutto ininfluente ai fini del racconto.
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La sua presenza sembrerebbe per lo più imposta dall’apparizione nella post-credit del secondo film, piuttosto che il frutto di una vera esigenza narrativa. Un peccato per un personaggio dal potenziale enorme ma tratteggiato semplicemente come un bambino dotato di superpoteri. Negli istanti finali cerca di ritagliarsi un ruolo di primo piano, ma un’unica scena non è sufficiente per riscattare quella che è a tutti gli effetti un’occasione mancata.
L’unico vero antagonista della pellicola è l’Alto Evoluzionario, un villain che la magnifica interpretazione di Chukwudi Iwuji riesce a far odiare ad ogni inquadratura. Spietato, ossessionato e sempre minaccioso nella sua esasperante ricerca della perfezione, nel suo tentativo di diventare il dio di una società senza difetti.
Un temibile avversario, tra i migliori degli ultimi anni, che funziona meglio nelle sequenze ambientate nel passato che nel resto del film, perché in fondo, con dei personaggi così ben approfonditi e sinceri, anche il peggiore dei villain sarebbe stato sufficiente a rendere Guardiani della Galassia Vol. 3 uno dei prodotti Marvel più riusciti di sempre.
Il ritorno in grande stile del MCU
In un momento di crisi qualitativa per il mondo dei cinecomics, Gunn fa riscoprire quella magia che aveva accompagnato la Saga dell’Infinito del MCU. Questo è il film che farà riaccendere l’amore degli appassionati per l’universo cinematografico Marvel, ma anche quello più malinconico, perché è chiaro che niente sarà mai più come prima.
Adam Warlock a parte, il lavoro di Gunn in qualità di sceneggiatore è indiscutibile. A questo si aggiunge un operato eccellente anche dietro la macchina da presa, che consacra definitivamente il nuovo CEO dei DC Studios tra i migliori registi di cinecomics in circolazione.
Dal punto di vista tecnico, Guardiani della Galassia Vol. 3 può vantare anche molti altri pregi. Tra questi gli effetti speciali, i migliori della trilogia, non solo nelle scene intergalattiche e di combattimento, ma in particolare nella cura degli animali in CGI presenti nei flashback incentrati sul piccolo Rocket.
Ma Guardiani della Galassia è sempre sinonimo di soundtrack stupefacenti, dal quale questo terzo film non poteva sottrarsi. Una playlist che accompagna costantemente i protagonisti nell’epica conclusione del loro viaggio. La musica che si fonde alla perfezione con le immagini ed i dialoghi, perché altrimenti che film di James Gunn sarebbe?
Fortunatamente invece Guardiani della Galassia Vol. 3 è un film di Gunn in tutto e per tutto, quello che ha sempre voluto. Un’ultima volta nel cielo blu, nell’infinito. Un’ultima avventura con gli eroi più insospettabili della galassia, ma di certo i più umani.
8.5
HyRankGuardiani della Galassia Vol. 3
Guardiani della Galassia Vol. 3 è la degna conclusione, nonché il miglior capitolo, della trilogia di James Gunn. Pur focalizzandosi principalmente su Rocket, tutti i guardiani sono protagonisti di una storia toccante, che fonde la leggerezza dei primi due film con un tono più maturo, rendendo Volume 3 una vera e propria altalena di emozioni.