Hey Joe, Recensione: il ritorno al cinema di James Franco

Hey Joe, il nuovo film diretto da Claudio Giovannesi con protagonista James Franco, è arrivato finalmente al cinema. Ecco cosa ne pensiamo.

James Franco e Francesco Di Napoli in una scena di Hey Joe.

Claudio Giovannesi torna nelle sale dopo 5 anni dal suo ultimo lavoro, La paranza dei bambini (2019), con Hey Joe, un racconto autentico e delicato sulla paternità, la redenzione, i cambiamenti culturali e le conseguenze che ha portato il secondo conflitto mondiale, in particolare a Napoli, città in cui è ambientata la pellicola.

Hey Joe, arrivato nelle sale 28 novembre dopo essere stato presentato in anteprima nel corso della diciannovesima edizione della Festa del cinema di Roma, vede come protagonista il noto attore statunitense James Franco, che torna al cinema dopo un'assenza significativa (dovuta anche ad una serie di scandali), accompagnato da: Francesco Di Napoli, Giulia Ercolini, Aniello Arena, Gabriel Riley Hill Antunes, Giada Savi, Francesca Montuori e Donovan W. White.

Hey Joe: la storia di Dean, tra redenzione e scoperta di sé

Dean Barry (James Franco) è un veterano americano che torna a Napoli negli anni '70 per incontrare il figlio che ha avuto da una relazione con una ragazza napoletana durante la Seconda Guerra Mondiale.

Un figlio che non ha mai conosciuto, del quale non si è mai preso cura, ma che adesso è pronto ad affrontare compiendo quello che può essere definito un viaggio di redenzione che nel corso della pellicola diventerà poi un viaggio di scoperta.

Dean trova una Napoli cambiata ed Enzo (Francesco Di Napoli), suo figlio, cresciuto tra le strade malandate della città e adottato da un boss della malavita, non ha nessun interesse a conoscere il padre americano, per lui un completo estraneo che irrompe nella sua vita.

Il film diretto e scritto da Claudio Giovannesi con la collaborazione di Maurizio Braucci ci porta in un viaggio tra due mondi: quello americano di Dean, segnato dalla guerra e dalla nostalgia, e quello partenopeo di Enzo, fatto di lealtà, tradimento e un senso dell'onore tutto suo.

James Franco in una scena di Hey Joe. 10090400
James Franco in una scena di Hey Joe.

È un confronto tra culture, tra generazioni, tra un padre spaesato che prova ad avvicinarsi ad un figlio che, a sua volta, cerca di trovare il suo posto nel mondo data anche la sua giovane età.

Napoli vive nuovamente sullo schermo, dopo Parthenope di Paolo Sorrentino e Napoli-New York di Gabriele Salvatores, attraverso gli occhi di Giovannesi, che ci mostra luci e ombre, i suoi vicoli stretti, ci accompagna in una città che ha visto la guerra, che ha subito cambiamenti profondi, ma che conserva ancora un'anima forte e passionale.

Hey Joe non è solo la storia di un incontro, ma anche un'esplorazione nell’animo e nella vita di Dean che cambierà per sempre, riprendendo temi universali come la paternità, l'identità, il perdono e che porta a riflettere sul peso del passato, sulla difficoltà di costruire relazioni autentiche e sulla devastazione dell’anima e di un Paese dopo la Guerra.

James Franco interpreta un Dean tormentato e pieno di contraddizioni che troverà un po' di pace nel rapporto con Angela, personaggio femminile sfaccettato e di rilievo nel racconto.

Francesco Di Napoli in una scena di Hey Joe. 10090397
Francesco Di Napoli in una scena di Hey Joe.

Francesco Di Napoli dà vita a un Enzo forte e fragile allo stesso tempo. La loro chimica sullo schermo è palpabile ed emozionante, nonostante si tratti della trasposizione di un rapporto fatto di distanza, conflitti e non detti.

Claudio Giovannesi ci riporta indietro nel tempo in modo diverso da come ci si aspetterebbe

Hey Joe è un film che ci riporta a un cinema di altri tempi, a quando si raccontavano storie di vita quotidiana dal sapore autentico. Giovannesi, con questo film, si inserisce in questa grande tradizione, rievocando un'atmosfera realistica e "cruda".

Con Hey Joe, il regista romano, ci regala un film che può essere considerato, in parte, un ritorno e un omaggio al neorealismo italiano.

Giulia Ercolini in una scena di Hey Joe. 10090399
Giulia Ercolini in una scena di Hey Joe.

Le sue sono immagini ricche di dettagli che ci immergono in una Napoli viva e pulsante, dove le storie degli uomini si intrecciano con quelle della città. Non si limitano a raccontare una storia, ma dipingono un affresco sociale, osservando con occhio attento le vite di personaggi marginali, le prostitute  o i giovani che cercano una via d'uscita dalla povertà. La camera di Giovannesi si sofferma sui volti di questi uomini e donne, segnati dalle esperienze vissute, prova a mostrarci  la loro umanità, la loro fragilità e la loro forza.

Un'immagine tratta da una scena di Hey Joe. 10090398
Un'immagine tratta da una scena di Hey Joe.

I personaggi a cui dà vita sono credibili (seppur con qualche riserva): Dean Barry, il veterano americano, e Enzo, il giovane napoletano e Angela sono figure complesse e sfaccettate che restano impresse.

Tuttavia, Hey Joe ha i suoi difetti: il ritmo della narrazione, specialmente nella prima parte, può risultare eccessivamente lento e il finale “troppo” aperto lascia molti dubbi sul destino dei personaggi e potrebbe suscitare delle perplessità, anche se personalmente ho apprezzato molto questa scelta.

Non siamo difronte ad un capolavoro e l’impronta personale di Giovannesi vive in modo evidente solo in alcune sequenze, mentre in altri momenti risulta leggermente monotono.

Va detto, inoltre, che la colonna sonora, con la celebre canzone "Hey Joe", contribuisce a creare un'atmosfera suggestiva e richiama il titolo stesso del film, che è a sé un richiamo al passato e che fa riferimento anche al modo in cui le prostitute chiamavano i soldati americani, cercando di attirare la loro attenzione. Un titolo, dunque, decisamente accurato e significativo.

James Franco e Francesco Di Napoli in una scena di Hey Joe.

7

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Hey Joe

Hey Joe di Claudio Giovannesi è un toccante viaggio nel passato, un film che intreccia le storie di un padre americano e di un figlio napoletano, sullo sfondo di una città che porta i segni della guerra e del dopoguerra. Un film che può essere considerato anche un omaggio al neorealismo italiano che temi universali come l'identità, il perdono e il peso del passato, attraverso una regia attenta ai dettagli e una narrazione coinvolgente, ma che a tratti può risultare lenta e monotono, elemento che è il principale difetto di un buon film che però non va oltre questo.

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