I Cavalieri dello Zodiaco, Recensione – Un live-action disastroso
I Cavalieri dello Zodiaco è l’adattamento in live-action del manga cult di Kurumada Masami. Ecco la nostra recensione.
Disponibile nelle sale cinematografiche italiane il 26, 27 e 28 giugno 2023, I Cavalieri dello Zodiaco è l'attesissimo (almeno per curiosità) adattamento in live-action del manga cult di Kurumada Masami.
Negli ultimi anni la trasposizione – in film o serie TV – delle più popolari opere nipponiche sembra essere diventata un fenomeno dilagante, anche se spesso non perfettamente riuscito: ciò è dovuto, senza dubbio, alla difficoltà di adattare in modo credibile prodotti solitamente molto particolari, in alcuni casi decisamente “eccentrici”.
Dall'improbabile Cowboy Bebop si passa al terrificante (purtroppo non nel senso sperato) Death Note di Netflix, fino a giungere all'abominevole Dragonball Evolution, ricordato ancora oggi come un vero e proprio incubo generazionale, obbrobriosa parodia capace di screditare ogni successiva velleità di live-action, sia presenti che futuri. Eppure esistono anche adattamenti ben riusciti, come Alita – Angelo della Battaglia di Robert Rodriguez, o le due recenti stagioni di Alice in Borderland (qui per leggere la recensione).
In fondo, i dubbi legati a I Cavalieri dello Zodiaco sono gli stessi che attanagliano l'imminente uscita del One Piece targato Netflix: meglio portare avanti l'amore per l'eccesso, sfoggiando inevitabilmente stravaganti e inverosimili effetti speciali, oppure provare ad abbandonare la fedeltà cartacea, estremamente difficile da mettere in scena nella realtà, per raggiungere un “compromesso credibile”?
Cavalieri e divinità
Il film, nato dalla coproduzione nippoamericana tra Toei e Sony e distribuito in Italia da Eagle Pictures, racconta la vicenda del giovane vagabondo Seiya – interpretato da Mackenyu, figlio della leggenda del cinema giapponese Sonny Chiba –, da anni alla disperata ricerca della sorella perduta. Accolto da Alman Kido (Sean Bean) e addestrato a controllare il suo potere dalla guerriera-mentore Castalia dell'Aquila, Seiya ha il compito di difendere e proteggere Sienna (Madison Iseman), figlia di Kido nonché futura reincarnazione della dea greca Atena.
Tutto questo avviene in un mondo per lo più simile al nostro, in cui antichi guerrieri chiamati “Saint” – o Cavalieri, appunto – utilizzano antiche e mistiche armature basate sulle costellazioni per attingere alla loro energia interiore: il “Cosmo”. I Cavalieri utilizzano questi strumenti per proteggere la dea e l'umanità stessa da pericolose minacce, spesso rappresentate da altre divinità greche.
L'opera diretta dal regista Tomasz Bagiński, tuttavia, non ricalca fedelmente la storia originale dell'anime, ma si limita a proporre una versione più contemporanea, facendosi carico di discutibili libertà creative e modificando (quando non vengono direttamente omessi) determinati risvolti di trama e personaggi secondari. L'improbabile sfondo di una città distopico-fantascientifica accompagna combattimenti clandestini e segrete organizzazioni paramilitari, al cui centro spicca la figura di Guraad (Famke Janssen), leader totalitario che ha come obiettivo l'eliminazione di Sienna e del suo pericoloso e incontrollabile potere sopito.
I Cavalieri dello Zodiaco: tanta azione e poco “sentimento”
Basarsi esclusivamente sul confronto con il prodotto originale, a quasi quarant'anni di distanza, è insensato e nemmeno troppo corretto. Bisogna tuttavia considerare che, oltre a proporre poteri spettacolari e combattimenti memorabili, il manga del 1986 poteva contare in particolar modo su una narrazione solida e coinvolgente; una trama omogenea e al contempo frammentata, unita alla caratterizzazione di protagonisti prismatici, dalle molteplici sfumature, simboleggia a tutti gli effetti il vero punto di forza di un'opera decisamente rivoluzionaria per l'epoca, ancora oggi capace di emozionare come un tempo.
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Uno dei problemi principali di questo live-action è rappresentato dalla lineare banalità della sceneggiatura. Dopo un inizio interessante, risulta subito evidente la mancanza di collegamento tra i vari segmenti del racconto, che si susseguono rapidamente senza una vera e propria evoluzione. Non c'è un chiaro sviluppo nella figura del protagonista, non c'è la minima attrattiva nei confronti della mistica dea Atena e del suo inquietante potere distruttivo: l'unica sensazione che emerge al termine della visione è la delusione di aver assistito allo stravolgimento di una storia epica e avvincente, che decide di concentrare tutti i suoi sforzi intorno a una stereotipata “battaglia” tra fede e tecnologia, piuttosto che sui miti greci e sul destino immutabile.
Non è Saint Seiya
L'idea di un live-action è condannata a prescindere nel momento in cui si perdono tutte le certezze del prodotto originale. I Cavalieri dello Zodiaco alterna, in modo del tutto schizofrenico, il tono cupo e asciutto di uno “yakuza movie” con le luci stroboscopiche delle più bizzarre battaglie fantasy, peraltro divorate da una CGI a tratti parecchio instabile e artefatta.
Se, da un lato, tutta la prima metà è contraddistinta da uno stile concreto e realistico, per certi versi più simile al “wuxiapian” e ai più famosi film di arti marziali, quando entrano in gioco il “Cosmo” e gli aspetti più “magici” del franchise – armature, tecniche segrete, ecc – il film collassa improvvisamente, assumendo inquietanti tratti caricaturali.
Il tentativo di voler rendere più credibili le corazze dei Cavalieri fallisce miseramente e, dopo un istante di incredulità di fronte alle roboanti trasformazioni dei protagonisti, ci si rende immediatamente conto che le distintive armature dei “Saint di Bronzo” sono state declassate a ingombranti e poco credibili cosplay.
Tra un Cassios completamente brutalizzato, un Seiya fin troppo monotono, il personaggio di Isabel è quello che patisce maggiormente le sorti dell'adattamento: vera figura cardine dell'opera originale, in questo film riesce ad essere banale e avvilente, oltre che contraddistinta da un design esageratamente patinato e posticcio – inizialmente limitato a un inconfondibile “ciuffo” viola che, è bene specificarlo, richiama colpevolmente la Bulma di Dragonball Evolution –.
L'anticipazione finale lascia presagire dei sequel già in programma, in cui verosimilmente verranno introdotti (e di conseguenza rimaneggiati) i protagonisti mancanti. Resta da chiedersi per quale motivo un prodotto iconico come Saint Seiya sia costretto a subire tutto questo: la conclusione insipida e affrettata è il culmine nemmeno troppo metaforico di una politica priva di passione, il cui unico desiderio è quello di trarre guadagno con il minimo sforzo.
5
HyRankI Cavalieri dello Zodiaco
I Cavalieri dello Zodiaco punta a trasporre in live-action un manga iconico, dalla narrazione solida e coinvolgente, stravolgendone tuttavia le caratteristiche fondamentali, in parte anche per colpa di un immotivata alternanza tra uno stile più realistico e un predominio artefatto di effetti speciali. Mackenyu è un Seiya credibile visivamente, ma sembra non riuscire ad esprimersi al meglio, mentre il cast di personaggi secondari non è minimamente all'altezza delle rispettive controparti cartacee (o animate). Insomma, che si tratti di fan di vecchia data o di spettatori totalmente inesperti poco importa, tutto ciò che questo film è in grado di trasmettere è soltanto una logorante sensazione di vuoto, delusione e inappagamento.