I peggiori giorni, Recensione – Le festività oltre le apparenze

La nostra recensione de I peggiori giorni, l’ultimo film antologico di Edoardo Leo e Massimiliano Bruno.

i peggiori giorni

Il 14 agosto è approdato nelle sale I peggiori giorni, un film antologico che racchiude in sé quattro storie autoconclusive, codiretto da Edoardo Leo e Massimiliano Bruno.

I peggiori giorni è il seguito della pellicola uscita il 1° gennaio 2023 con il titolo I migliori giorni, divisa anch’essa in quattro episodi, ma per guardare e comprendere questo film prodotto da Fulvio e Federica Lucisano insieme a Italian International Film e Vision Distribution non è necessario recuperare I migliori giorni (anche se consigliabile), poiché le storie raccontate sono inedite e, come già accennato, autoconclusive.

Il cast del film, oltre ai due attori e registi, è completato da altri nomi di grande rilievo, tra i quali troviamo: Anna Foglietta, Marco Bonini, Renato Carpentieri, Fabrizio Bentivoglio, Giuseppe Battiston, Neri Marcorè, Ricky Memphis, Claudia Pandolfi, Anna Ferzetti, Rocco Papaleo, Giovanni Storti e Sara Baccarini.

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I peggiori giorni film

Cosa si cela dietro la maschera?

Il moto dal quale prendono vita e si sviluppano queste due piccole è il voler mettere la società contemporanea sotto una lente d’ingrandimento, usando come “strumento” per compiere questa operazione le feste comandate, quelle date sul calendario segnate comunemente in rosso in cui vi è una ricorrenza specifica e che spesso ci si ritrova a dover festeggiare senza aver lo spirito o la condizione di farlo, per il semplice fatto che è una tradizione alla quale la società ci ha abituato.

Edoardo Leo e Massimiliano Bruno, due nomi conosciutissimi nel panorama cinematografico, televisivo e teatrale italiano, non solo si sono divisi la regia degli episodi che formano strutturalmente questi film, ma hanno anche recitato assieme nell’unico episodio che ha un collegamento effettivo e crea un continuum con I Migliori giorni, avendo come protagonista la stessa famiglia e la stessa festività, il Natale dell'anno successivo.

I peggiori giorni, con le sue quattro storie, indaga sulle verità nascoste di alcuni personaggi che rappresentano con la loro personalità e grazie alla loro caratterizzazione sommariamente ognuno uno spaccato della nostra società attuale.

Il lato peggiore o, in alcuni casi, migliore di loro emerge nel corso della giornata di festa in cui è ambientato l’episodio.

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Immagine fotografata

Tra dramma teatrale e la commedia italiana

Nella prima storia diretta da Edoardo Leo e sceneggiata con Marco Bonini ritroviamo i tre fratelli de I Migliori Giorni, pronti a festeggiare un nuovo Natale e rivelare ancora una volta al pubblico in sala l’ipocrisia che si cela dietro la facciata, questa volta in modo ancora più crudo e grottesco della precedente.

Al centro dalla vicenda c’è il padre dei tre, interpretato dal bravissimo Renato Carpentieri, che con una scioccante richiesta mette i fratelli l’uno contro l’altro. Una situazione che dovrebbe unire in realtà divide e mette a nudo il lato più egoista di ognuno di loro.

Questa storia, così come la seconda sul Primo Maggio, sempre diretta da Leo e interpretata da Battison e Bentivoglio, si svolge prevalentemente in un’unica ambientazione, con pochi personaggi che interagiscono tra di loro e con la messa in scena che riporta inevitabilmente alle pièces teatrali, elemento che coinvolge inevitabilmente lo spettatore ancora di più all’interno del dramma, senza che l’attenzione possa spostarsi altrove.

Le ultime due storie che chiudono I peggiori giorni invece sono dirette da Massimiliano Bruno e si svolgono rispettivamente durante la giornata di Ferragosto e la sera di Halloween, con delle ambientazioni prevalentemente esterne in cui non manca qualche elemento teatrale, specialmente in quella di Ferragosto. Quest'ultima vede come protagoniste due coppie (Neri Marcorè - Anna Ferzetti e Ricky Memphis - Claudia Pandolfi) di indole e formazione opposte, le quali si ritrovano a scontrarsi su delle tematiche tristemente attuali, cioè l’abuso e il revenge porn, in quella che sembra la versione nostrana con delle sfumature più crude di Carnage, diretto da Roman Polański.

Infine, l’ultima storia è probabilmente quella apparentemente meno cruda e che ha apertamente un lieto fine, capace grazie alle tematiche sottilmente trattate anche di suscitare commozione. Interpretata da un Rocco Paleo in splendida forma e un Giovanni Storti perfetto per il ruolo, l’episodio di Halloween ci mostra quanto sia facile essere bollato come perdente nella vita se ci si basa su quanti soldi hai nel conto in banca e quante proprietà possiedi, ma che l’integrità e la felicità personale non si può comprare e che spesso ci si accontenta di avere meno pur di essere più in pace con sé stessi.

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I peggiori giorni film

Raccontare delle storie così amare, a tratti crudelmente sarcastiche, è difficile, ma sfruttare bene gli elementi scenografici e l’interazione con lo spazio degli attori e della stessa macchina da presa che li segue è un punto di forza. Leo e Bruno non ci regalano un film perfetto, anzi la regia e la struttura narrativa non è esente da alcune piccole sbavature, messe in risalto da alcuni e momenti piatti che in una narrazione dallo sviluppo breve tendono farsi notare un po’ troppo. I due registi sono riusciti comunque più che degnamente nel loro intento, unendo gli elementi teatrali alle caratteristiche tipiche della commedia all'italiana dolce amara di una volta.

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I peggiori giorni

I peggiori giorni è un film a episodi che racconta con un mix tra elementi teatrali e altri tipici della commedia italiana uno spaccato amaro e crudele della società in cui viviamo. La regia divisa tra Edoardo Leo e Massimiliano Bruno forse non è totalmente salda in tutti gli episodi, perdendosi in alcuni punti che appaiono vuoti, ma l'intento e la struttura narrativa sono più che validi. I peggiori giorni ci porta a guardare in faccia la realtà che a volte celiamo oltre le apparenze e le maschere che spesso si è portati a indossare, specialmente durante le giornate di festa, e lo fa in un modo crudo, a tratti grottesco, che risulta per gran parte del film la maniera giusta ed efficace per veicolare il messaggio.

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