Iddu – L’ultimo Padrino, Recensione del film sulla latitanza di Matteo Messina Denaro

Presentato a Venezia 81, Iddu – L’ultimo Padrino cade in alcuni tipici cliché da fiction Rai, seppur non sia tutto da buttare.

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In occasione della 81esima edizione della Mostra del cinema di Venezia è stato presentato in concorso: Iddu, film italiano firmato alla regia da Fabio Grassadonia e Antonio Piazza con protagonisti Elio Germano e Toni Servillo.

Iddu è liberamente ispirato alla storia e soprattutto alla lunga latitanza del mafioso legato a Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro. La pellicola è stata concepita molto prima dell'arresto del boss mafioso e si compone di una serie di eventi realmente accaduti ricostruiti anche grazie ai pizzini che sono stati ritrovati. Questi elementi sono stati inseriti nella sceneggiatura curata dagli stessi registi ma nonostante la realtà narrata Iddu resta per la maggior parte fiction.

Nel resto del cast del film prodotto da Indigo Film e Rai Cinema troviamo: Barbora Bobuľová, Tommaso Ragno, Daniela Marra, Betty Pedrazzi, Giuseppe Tantillo, Fausto Russo Alesi, Antonia Truppo e Vincenzo Ferrara.

Iddu: Il rapporto epistolare tra Catello e il boss Matteo

Iddu ci trascina nel cuore della Mafia siciliana, intrecciando le vite di due uomini apparentemente agli antipodi: Catello (Toni Servillo) un ex politico condannato per reati mafiosi, e Matteo Messina Denaro (Elio Germano), il boss più ricercato d'Italia. Libero dopo aver scontato la sua pena, Catello si ritrova a un bivio: accettare un'offerta dei servizi segreti e collaborare alla cattura del suo figlioccio, o sprofondare nell'oblio.

L'accordo prevede uno scambio epistolare tra i due uomini sotto stretta sorveglianza delle autorità, che quando la realtà verrà fuori si trasformerà in un vero duello psicologico. Catello, spinto dagli investigatori, dai suoi interessi personali e dal desiderio di riscatto, cerca di manipolare Messina Denaro, facendo leva sulle sue fragilità, in particolare sfruttando la sensibilità dell'uomo nell'argomento il rapporto padre-figlio, per poter facilitare la sua cattura. Ma il boss, da parte sua, dimostra di essere un avversario astuto, sempre pronto a una contromossa.

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Il film si concentra sull'evolversi di questo rapporto complesso e ambiguo, cercando di svelare le profondità psicologiche dei due protagonisti. Catello, un uomo tormentato dal passato, è alla ricerca di una redenzione di facciata e impossibile da ottenere. Matteo, invece, appare come una figura enigmatica, un recluso che ha costruito un mondo tutto suo in cui deve abituarsi a vivere per il resto dei suoi giorni.

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Iddu è più thriller mafioso, appare come un'indagine sulla natura del potere, sulle conseguenze delle nostre azioni e sulla possibilità di riscatto che a volte, non può esserci.

Toni Servillo ed Elio Germano offrono interpretazioni intense, dando vita a due personaggi complessi, tuttavia inciampando a volte nell'ostico territorio del cliché, Servillo incarna alla perfezione la complessità di Catello, un uomo che cerca di sfuggire al suo destino ma ne rimane inevitabilmente intrappolato. Germano, invece, è credibile nel ruolo del boss impassibile e calcolatore, un uomo che sembra conoscere già ogni mossa del suo avversario.

Il grottesco ed il filo sottile che lo divide dalla farsa

La storia racconta nel film di Piazza e Grassadonia è sicuramente molto interessante, il gioco di potere e di forza che si vede nei due protagonisti vittima della superbia de della convinzione di essere migliori, più intelligenti degli altri è ben costruito e evidenzia la denuncia di fondo agli eventi narrati che appaiono quasi surreali ai limiti della credibilità seppur in gran parte realmente accaduti. Va detto però che l'eccessiva enfatizzazione di alcuni tratti del personaggio di Matteo Messina Denaro interpretato da Elio Germano risulta caricaturale e grottesca.

In Iddu però l'elemento grottesco è pienamente presente anche per coscienza narrativa, data la triste pagina di cronaca raccontata dove certe cose impensabili accadevano con la più totale naturalezza, nei meandri di una società che appariva in superficie fintamente limpida.

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Il grottesco volutamente inserito sia nella narrazione che nella caratterizzazione do tutti personaggi del film però in alcuni momenti non convince e sembra cadere in cliché tipici della fiction Rai, dove la credibilità di tutto il comparto filmico, tecnico e artistico viene meno.

Inoltre, questa sensazione di già visto in salsa Rai è rafforzata anche dalla rappresentazione della Mafia stessa che seppur aggiungendo elementi di rilievo cade mostrandoci archetipi ed espedienti (principalmente nei personaggi e negli archi secondari dove era più facile evitarlo) che non presentano elementi di grande novità rispetto ad altre opere cinematografiche sul tema, anzi sembrano strizzare un po' troppo l'occhio al passato.

Nonostante queste critiche, Iddu rimane un film ambizioso e ben realizzato per alcuni aspetti e sicuramente se si passa oltre al alcuni aspetto , capace di suscitare riflessioni profonde su quella triste e spregevole realtà e di offrire un ritratto più sfaccettato del mondo di Matteo Messina Denaro.

Iddu- L'ultimo Padrino arriverà nelle sale italiane il prossimo 10 ottobre.

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5.8

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Iddu - L'ultimo Padrino

Iddu, film italiano presentato in concorso a Venezia 81' è un film sulla Mafia interessante per i suoi intenti e per la costruzione della storia, racconta infatti della latitanza dell'ultimo Boss mafioso catturato nel 2023 Matteo Messina Denaro e del suo rapporto epistolare con un uomo a lui legato per interessi politici e personali. Le interpretazioni dei protagonisti: Toni Servillo e Elio Germano sono nel complesso buone e rivelatrici di alcune interessanti dinamiche psicologiche purtroppo però la pellicola non fa un passo avanti cadendo in alcuni banali cliché tipici della fiction targata Rai.

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