IF – Gli amici immaginari, Recensione: non è un film (solo) per bambini
John Krasinski torna alla regia con IF – Gli amici immaginari, un racconto di formazione riuscito, ma che avrebbe potuto osare di più.
Se pensate che IF - Gli amici immaginari sia un film "per bambini", vi sbagliate. Almeno in parte. Il nuovo film di John Krasinski, uscito nelle sale italiane lo scorso 16 maggio, ha tanto cuore, ma si deve fermare davanti agli ostacoli posti dal mercato e dall'esigenza di coinvolgere una fetta di pubblico davvero enorme.
John Krasinski torna alla regia dopo A Quiet Place II in buona compagnia: nel cast sono presenti interpreti del calibro di Ryan Reynolds, John Krasinski, Cailey Fleming e Fiona Shaw, mentre gli IF, gli amici immaginari, hanno le voci di star che vanno da Steve Carell a Phoebe Waller-Bridge, da Emily Blunt a Matt Damon.
Sogna, ragazzo, sogna
Bea è una ragazza con un'infanzia felice, ma sconvolta dalla morte della madre. La scomparsa in giovane età di una figura così importante l'ha portata a crescere prima del tempo, creando una bolla attorno a sé per estraniarsi dal mondo esterno e proteggersi dal dolore.
Tempo dopo, mentre il padre dovrà affrontare un'operazione al cuore, lei andrà a vivere dalla nonna e scoprirà che, proprio al piano sopra il loro, abitano degli esseri chiamati IF, acronimo di amici immaginari (Imaginary Friend), i quali avranno bisogno del suo aiuto. Inizia così un'avventura straordinaria che farà sognare Bea ad occhi aperti e che gli ricorderà quanto è prezioso non perdere mai di vista il bambino che è in ognuno di noi.
IF - Gli amici immaginari: a metà strada tra adulto e bambino
Dietro una struttura semplice e poco innovativa tra i racconti di formazione per ragazzi, in IF - Gli amici immaginari si nasconde un grande cuore ed un messaggio molto più “adulto“ di quel che sembra. La missione alla base del film è infatti ricordare a chi ha perso il proprio lato fanciullo e sognatore, a causa del tempo che passa o degli eventi che la vita pone, di quanto sia importante portare quel bambino sempre con sé. Un tema che, per forza di cose, un adulto può comprendere meglio.
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Proprio per questo, riteniamo si sarebbe potuto osare di più, nel tentativo di coinvolgere maggiormente quella fetta di spettatori, magari attraverso la comicità o l'approfondimento di alcuni personaggi. Ci riferiamo in particolare al padre di Bea, che viene lasciato troppo spesso in secondo piano rispetto al racconto e alla bambina stessa, sotto intendendo una relazione non proprio così scontata, soprattutto dopo il lutto della madre. La sensazione è che, in generale, IF - Gli amici immaginari rimanga incastrato ed indeciso in un limbo tra target, non aiutato da un ritmo non troppo equilibrato.
Da apprezzare, invece, una scelta peculiare della sceneggiatura, che capovolge uno schema decisamente più classico a favore dei veri protagonisti del film, gli IF: non sono i personaggi umani a farci conoscere i loro amici immaginari, ma sono questi ultimi a lasciarci immaginare i loro amici umani. Questo funziona anche grazie al character design di ogni IF, ognuno con una propria personalità ben definita, dal modo di vestire a quello di porsi.
La tecnica non è in discussione
Se la sceneggiatura poteva cercare di abbattere qualche barriera di genere (e di mercato) in più, dal punto di vista tecnico IF - Gli amici immaginari ha tutto quello che doveva avere. La tecnica mista con cui sono realizzati gli IF è davvero soddisfacente, ben sopra le aspettative e, considerando la quantità di esseri e situazioni, non era scontato mantenere la stessa qualità per tutta la durata del film.
Bene anche la fotografia, che riesce a reggere l'atmosfera da racconto senza mai distaccarsi completamente dalla realtà, complice anche di un paio di scene davvero emozionanti come il ritorno alla danza della nonna di Bea.
Da tutte le interpretazioni di IF - Gli amici immaginari traspare cuore e anima, nonostante alcune spicchino su altre: Cailey Fleming sorprende positivamente nei panni di Bea e Ryan Reynolds è un Cal perfetto; rimane, invece, un po' di amaro in gola per John Krasinski, limitato da un personaggio poco sviluppato e che non rende giustizia alla sua, seppur secondaria, interpretazione.
6.5
HyRankIF - Gli amici immaginari
Dietro una struttura semplice e poco innovativa tra i racconti di formazione per ragazzi, in IF - Gli amici immaginari si nasconde un grande cuore ed un messaggio molto più “adulto“ di quel che sembra. Proprio per questo, riteniamo si sarebbe potuto osare di più, nel tentativo di coinvolgere maggiormente quella fetta di spettatori, magari attraverso la comicità o l'approfondimento di alcuni personaggi. Nonostante questo, però, il film funziona grazie al character design di ogni IF e alla tecnica mista con cui sono realizzati, oltre a delle interpretazioni da cui traspare cuore e anima.