Il cigno, Recensione del nuovo corto firmato Wes Anderson
Il cigno è una storia moraleggiante di Wes Anderson, tratta dai racconti di Roald Dahl.
Wes Anderson arriva sulla piattaforma Netflix con quattro nuovi prodotti. Il 27 settembre è stato il turno del "film"/mediometraggio The Wonderful story of Henry Sugar, presentato in anteprima al Festival di Venezia (trovate qui la nostra recensione). Il regista abbassa poi il minutaggio proponendoci tre corti, The Swan, The Rat Catcher e Poison in uscita rispettivamente il 28, 29 e 30 settembre.
Le quattro operette firmate da Wes Anderson sono tratte dai racconti dello scrittore per ragazzi Roald Dahl, verso il quale il regista rivolgeva il proprio interesse già da tempo: Fantistc Mr. Fox (2009) è infatti tratto dall'omonimo romanzo di Dahl pubblicato nel 1970.
Lo sbarco sulla piattaforma permette dunque anche a quei pochi che non conoscono Wes Anderson, di poter approcciare alla sua visione cinematografica. Infatti anche in soli 17 minuti (durata dei tre cortometraggi) emerge tutta la firma inconfondibile del regista e l'estetica che lo contraddistingue da decenni nel panorama cinematografico.
Non dimentichiamo inoltre che da oggi è disponibile nelle sale italiane anche Asteroid City (qui la nostra recensione), ultimo sforzo del regista di Grand Budapest Hotel.
La storia di Peter Watson
Il cigno, come recita la trama, racconta la storia di "un ragazzino intelligente perseguitato spietatamente da due bulli senza cervello". Il protagonista è il piccolo Peter Watson che, all'uscita di scuola viene spinto da due amici/ bulli ad affrontare alcune prove come quella di sdraiarsi su un binario o indossare le ali di un cigno precedentemente ucciso, salire su un albero e gettarsi in volo su uno stagno.
Ti potrebbe interessare:
La storia che Wes Anderson ci vuole raccontare non è però quella di un ragazzino debole e vittima della prepotenza altrui. Il mondo, infatti, si divide tra coloro che si arrendono e colore che sono indomabili e che nessuna minaccia potrà far arrendere. L'arguto Peter fa parte della seconda categoria.
Il cigno di Wes Anderson: un racconto essenziale
Wes Anderson con Il cigno riduce il minutaggio da 37 minuti (in The Wonferful Story of Henry Sugar) a 17. Oltre alla durata, la sua intenzione di riduzione si estende a tutta la storia. Non ci sono più le numerose scenografie sfarzose o i racconti a matrioska che avevano caratterizzato il precedente mediometraggio. Tutto è più semplice e ridotto all'essenziale, ma non per questo meno "andersiano".
A raccontare la storia del ragazzino è Peter Watson stesso, ormai adulto, interpretato dall'attore britannico Rupert Friend. Il protagonista rivolge lo sguardo dritto nella cinepresa, per creare un rapporto più diretto con lo spettatore, e recita il racconto senza interruzioni, come se stesse raccontando il libro allo spettatore. Sullo sfondo scorre una scenografia geometrica e pulita con i pochi dettagli utili alla storia.
Alla fine prende la parola lo scrittore stesso, Dahl, interpretato da Ralph Fiennes, costante in questi quattro corti Netflix. Ancora una volta Wes Anderson ci propone la sua visione pastellata e geometrica del mondo circostante raccontando una storia moraleggiante godibile, un'opera più teatrale che cinematografica, più parlata che visiva.
6.5
HyRankIl cigno
Il cigno è il secondo corto di Wes Anderson tratto dai racconti di Roal Dahl. Rispetto a The Wonderful Story of Henry Sugar, il regista riduce la durata e rende la pellicola più essenziale. La storia è raccontata dal protagonista, diventato adulto, che rivolge lo sguardo alla telecamera e ininterrottamente recita agli spettatori la vicenda mentre sullo sfondo si alternano poche scarne e geometriche scenografie. Per via della velocità della narrazione spesso si fatica a seguire, ma la breve durata rende il tutto godibile.