Il Gladiatore, cosa è vero e cosa no?
Ecco quanto il film di Ridley Scott si è attenuto ai libri di storia
Il Gladiatore è il film che più ha segnato l'immaginario collettivo relativo all'Antica Roma. Ridley Scott non ha tuttavia realizzato la pellicola, vincitrice dell'Oscar per il miglior film, con l'obiettivo di ricostruire con esattezza il passato di Roma. Attraverso la storia del generale romano interpretato da Russell Crowe, il regista di Blade Runner e Alien ha dato vita ad un film per il grande pubblico, sfruttando il fascino dei combattimenti fra gladiatori. In vista dell'uscita del secondo capitolo della saga (qui la recensione del Gladiatore 2), andiamo a scoprire, in piccola parte, cosa è vero e cosa no nel film Il Gladiatore.
Massimo Decimo Meridio è realmente esistito?
La prima domanda è quella più scontata, ma la risposta è no, Massimo Decimo Meridio non è mai esistito. Si tratta di un personaggio immaginario, di cui non si trova alcun riferimento nei libri di storia, nato dalla mente di Ridley Scott con l'obiettivo di guidare il pubblico nell'Antica Roma. È però fortemente ispirato alla storia romana, rispecchia una delle figure a cui il senato si affidava in tempi di pericolo, con l'obiettivo di sventare la minaccia, per poi rinunciare al potere conquistato.
Sono realmente esistiti, invece, i membri della famiglia imperiale: Marco Aurelio, Lucilla e Commodo. Va tuttavia sottolineato che i loro regni sono stati di gran lunga romanzati, con l'inserimento di elementi non veritieri. Ad esempio, Commodo non ha ucciso Marco Aurelio, morto durante la "peste antoniana", e i due hanno governato insieme per tre anni.
Un altro personaggio che ha subito importanti modifiche rispetto alla storia è il figlio di Lucilla, Lucio Vero. Quello che è il protagonista de Il Gladiatore 2, interpretato da Paul Mescal, è in realtà morto prima della salita al potere di Commodo. Sua madre Lucilla, inoltre, ha partecipato alla congiura nei confronti del fratello. Scoperta, Lucilla è stata esiliata a Capri prima della sua esecuzione. Se Ridley Scott si fosse attenuto ai fatti, Il Gladiatore 2 non sarebbe esistito, senza Lucio Vero e Lucilla.
Il pollice verso dell'imperatore
C'è qualcosa di vero nel gesto che è diventato il simbolo del Gladiatore, ovvero il pollice dell'Imperatore che, a seconda del vero, può decretare la salvezza o la morte di un gladiatore. La verità è che, piuttosto che l'imperatore, era la folle presente in arena a scegliere il destino dei combattenti con il "pollice verso".
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Ma il film di Ridley Scott presenta un'altra grande differenza rispetto a quanto dicono le fonti storiografiche. Pare, infatti, che il simbolo della morte non fosse il pollice verso giù, bensì il pollice verso l'alto. L'errore nel film è dovuto al quadro Pollice verso di Jean-Léon Gérôme, che i produttori del film avevano presentato a Scott prima dell'inizio delle riprese, da cui si è scatenato l'equivoco che è ormai entrato nella cultura di massa.
Solo gli schiavi diventano gladiatori?
Sia nel primo che nel secondo film, vediamo il ruolo del gladiatore solo con un'accezione negativa, come sinonimo di schiavitù. In realtà però, non per tutti era così. Molti erano i volontari che si arruolavano in cerca di fama e gloria, per certi versi come uno sportivo moderno. E non bisogna pensare che questi fossero già condannati a morte, tutt'altro. Proprio come nello sport di oggi, i combattimenti tra gladiatori rappresentavano infatti una ricca opportunità di guadagno per molti ricchi romani. La morte dei gladiatori il più delle volte era controproducente, dunque non così frequente come nei film.
Non esistono gladiatori donne?
È documentata l'esistenza di scontri tra donne nelle arene per gladiatori. È anche vero che questi risalgono a prima del 200 d.C., quando Settimio Severo proibì alle donne di lottare in nome del "buon costume". Il Gladiatore è ambientato però nel periodo successivo alla morte di Marco Aurelio, risalente al 181 d.C. L'assenza di gladiatori donne non è pertanto necessariamente accurata.