Il ragazzo e l’airone, Recensione: il futuro è ora, ed è nostro

Il ragazzo e l’airone, la nuova opera di Miyazaki presentata a Roma, è una lettera a cuore aperto per le nuove generazioni.

il ragazzo e l'airone

Dopo 10 anni dalla sua ultima opera, Si alza il vento, Hayao Miyazaki torna al cinema con l'attesissimo Il ragazzo e l'airone. Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, il film dello Studio Ghibli è stato avvolto dal mistero fino alla sua proiezione, con la coraggiosa scelta di non pubblicare trailer e particolare materiale promozionale.

Il titolo originale è How do you live?, omonimo del romanzo del 1937 di Genzaburō Yoshino da cui trae liberamente ispirazione. Quest'ultima si limita, però, a riprendere i temi filosofici del libro e a citare quest'ultimo al suo interno. Forse anche per questo si è deciso di cambiarlo per la distribuzione internazionale in The Boy and The Heron.

Il ragazzo e l'airone ha avuto bisogno di ben 7 anni per vedere finalmente la luce, complice il Covid e il bisogno del regista di lavorarci a fondo. Vi anticipiamo che, secondo noi, ne è valsa l'attesa.

Reagire al cambiamento

Mahito è un ragazzo di 12 anni che, in seguito ai bombardamenti avvenuti su Tokyo durante la seconda guerra mondiale, perde la madre. Questo momento lo segna inevitabilmente ed il processo di metabolizzazione del lutto non è facile.

Con suo padre decidono di trasferirsi fuori Tokyo, in particolare nella villa della zia, che li ospita e per cui il padre inizia a provare dei sentimenti. Ad aiutare il ragazzo nell'approcciarsi al cambiamento compare un airone cenerino, il quale lo guida in un'avventura ultraterrena che lo cambierà per sempre.

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Il ragazzo e l'airone: il testamento di Hayao Miyazaki

Con Il ragazzo e l'airone il maestro dell'animazione giapponese affronta la reazione e le scelte, a partire da uno dei più drastici eventi che possano accadere nella vita di ciascuno di noi, il lutto di una persona cara. La gestione di questo tragico avvenimento viene affrontato nel modo quanto meno patinato possibile e quanto più vicino alla realtà, ma in pieno stile Studio Ghibli. Chiunque abbia vissuto un momento simile nella propria vita riuscirà ad empatizzare con Mahito, riuscendo a specchiarsi negli atteggiamenti tanto "tossici" quanto forse inevitabili che il protagonista attuerà durante la sua crescita.

Il viaggio ultraterreno che il protagonista affronta nella torre del prozio, infatti, non è altro che il mezzo con cui riuscirà poi, una volta terminato, a maturare definitivamente, portando a termine l'elaborazione del lutto in tutte le sue fasi. Quest'avventura, però, si espande a dismisura, toccando temi filosofici che portano perfino al destino dell'umanità, sottolineando l'importanza delle scelte e delle reazioni che attuiamo, non solo a seguito di un evento così drastico, ma anche nelle piccole cose.

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Il voler trattare in modo così ampio queste tematiche, già abbastanza complesse di loro, crea inevitabilmente dei passaggi più riusciti di altri. Se quello che ricopre il lutto, infatti, è incredibilmente toccante e ben riuscito, manca qualcosa sul versante del "destino dell'umanità", che forse è troppo abbozzato per poter essere credibile tanto quanto il primo.

Inoltre, verso la fine de Il ragazzo e l'airone, c'è un esatto momento in cui si ha la sensazione che il viaggio sia giunto al termine, salvo poi continuare con un giro di buoni 15 minuti poco determinanti ai fini dell'opera e dei suoi svariati messaggi.

In ogni caso, Il ragazzo e l'airone riesce a toccare vette altissime, sia dal punto di vista drammatico che da quello comico. Utilissimo per quest'ultimo è il personaggio dell'airone cenerino, una guida perfetta da affiancare a Mahito lungo il suo viaggio che, insieme anche ad altre folli creature, smorza spesso i toni del film, lì dove necessario, durante la visione.

Gli anni passano, ma l'arte rimane

Piacevole sorpresa de Il ragazzo e l'airone è anche l'utilizzo della computer grafica che, oltre alla classica e tutt'ora meravigliosa animazione dello Studio Ghibli, riesce a completare ed aggiungere la ciliegina ad alcune sequenze molto emozionanti e visivamente eccezionali, come quella iniziale.

In quest'ottica, l'attesa e la lunga produzione dietro il film hanno sicuramente giovato dell'evoluzione che in questi ultimi 10 anni abbiamo potuto notare nell'animazione giapponese.

La colonna sonora di Joe Hisaishi, storico collaboratore di Miyazaki, tocca le (poche) note che le immagini non possono sfiorare e completa il quadro di un'opera davvero emozionante e piena. Una lettera a cuore aperto per le nuove generazioni.

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Il ragazzo e l'airone

Dopo 10 anni dalla sua ultima opera, Si alza il vento, Hayao Miyazaki torna al cinema con l'attesissimo Il ragazzo e l'airone. Con Il ragazzo e l'airone il maestro dell'animazione giapponese affronta la reazione e le scelte, a partire da uno dei più drastici eventi che possano accadere nella vita di ciascuno di noi, il lutto di una persona cara. Il voler trattare in modo così ampio queste tematiche, già abbastanza complesse di loro, crea inevitabilmente dei passaggi più riusciti di altri. Piacevole sorpresa de Il ragazzo e l'airone è anche l'utilizzo della computer grafica che, oltre alla classica e tutt'ora meravigliosa animazione dello Studio Ghibli, riesce a completare ed aggiungere la ciliegina ad alcune sequenze molto emozionanti e visivamente eccezionali. La colonna sonora di Joe Hisaishi, storico collaboratore di Miyazaki, tocca le (poche) note che le immagini non possono sfiorare e completa il quadro di un'opera davvero emozionante e piena.

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