Il regno del pianeta delle scimmie, Recensione: Ave, Cesare!
Il loro dominio è solo all’inizio: Il regno del pianeta delle scimmie è una scommessa vinta.
Il regno del pianeta delle scimmie, a distanza di 7 anni dall'ultimo The War - Il pianeta delle scimmie, era una vera e propria scommessa. Sembrava non ci fosse il bisogno di un'ennesima (possibile) trilogia, di un ennesimo reboot della saga. Più semplicemente, sembrava che il cerchio si fosse chiuso.
Eppure, dopo aver guardato Il regno del pianeta delle scimmie, ci siamo dovuti ricredere. Wes Ball, regista di diversi Maze Runner, è riuscito a dirigere un'opera contro tutti i pronostici del caso, mostrando al mondo intero quanto le scimmie abbiano ancora da dire.
Un passaggio generazionale, tra passato e futuro
Il protagonista de Il regno del pianeta delle scimmie è Noa, un giovane scimpanzé facente parte di un clan specializzato nell'addestramento di aquile. Il clan ha sviluppato ottime capacità nell'arrampicata e vede il suo punto di forza nell'agilità, ma di contro non è in possesso di particolari conoscenze che vadano oltre queste attività "primitive".
Proprio a causa di questo, quando un giorno il villaggio viene attaccato da un gruppo di colonizzatori guidati da Proximus, il clan viene sottomesso con la forza, rapito e depredato. L'unico ad essere rimasto libero è proprio Noa. Inizia così il suo viaggio alla ricerca dei conquistatori, con la promessa di riportare a casa tutti i membri del suo clan.
Durante il suo percorso lungo lande sconosciute, composte da natura e resti di una civiltà ormai passata, Noa conosce Raka, un orango che diventa la sua guida spirituale ed intellettuale: proprio grazie a quest'ultimo, il giovane viene a conoscenza di Cesare e dei suoi insegnamenti, ancora vivi dentro Raka e dentro chi ha deciso di seguirlo davvero.
Il loro viaggio prende una piega del tutto inaspettata quando i due incontrano Nova, o almeno così viene chiamata da Raka, un'umana apparentemente ridotta allo stadio primordiale e senza alcuna conoscenza, che in realtà porta con sé un grande segreto.
Il regno del pianeta delle scimmie: Cesare è la chiave
Nonostante il film ponga delle buone basi per una possibile, nuova, trilogia reboot, ciò che sorprende è la capacità di camminare in punta di piedi sul filo che connette passato, presente e futuro. In tutto questo, la figura di Cesare è fondamentale.
Il regno del pianeta delle scimmie si apre con la sua figura, procede con il suo spirito ed arriva ad un bivio, quello delle credenze, dei miti e delle religioni. In suo nome vengono fondati clan, monarchie, regni interi, eppure c'è chi vede nella sua parola la volontà di rivalsa e di dominio, mentre altri vedono pace, equilibrio e compassione.
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Il regno del pianeta delle scimmie appare quindi come un passaggio di consegne, come l'origine di qualcosa di ancora indefinito e che tutto starà a come il mondo deciderà di andare avanti, se trarre insegnamenti dal passato o commettere ancora una volta gli stessi errori. Certo, qualcosa ancora non è chiaro e abbiamo molti punti di domanda, ma proprio perché speriamo sia solo un nuovo inizio, ci aspettiamo che con i prossimi film tutti i nodi vengano al pettine.
L'opera di Wes Ball ha quindi, secondo noi e dal punto di vista dell'universo creato, un solo difetto: le distanze. Il mondo raccontato è credibile ed appassionante, ma non sempre lungo la sua durata è comprensibile la sua effettiva dimensione.
Questo problema sorge principalmente verso la fine, quando i protagonisti vagano per il regno di Proximus, e sul finale, quando Nova torna a casa. Allo stesso tempo, questo ci rende curiosi di sapere come esploreranno questo vasto mondo più avanti.
Promosse le scimmie, rimandati gli umani
Il regno del pianeta delle scimmie sorprende per effetti visivi e CGI. Le scimmie sono ben pensate e realizzate, le loro azioni sono fluide e realistiche e difficilmente si ha la percezione di finzione. Stessa cosa per l'ambiente in cui sono immerse, capace di avvolgere lo spettatore senza problemi. Una sfida non così semplice da vincere e che non va sottovalutata.
Paradossalmente, se le scimmie sono più che convincenti, a convincere meno sono gli umani. In particolare, Freya Allan nei panni di Nova è troppo "perfetta" per essere credibile, più che per l'aspetto estetico, per come è gestita: quasi sempre in posa, pronta per l'inquadratura folgorante, e mai "tridimensionale" come un personaggio, tanto più nelle sue condizioni, dovrebbe essere.
Da sottolineare anche l'ottimo lavoro fatto dal montaggio, che riesce a reggere più di due ore e venti minuti senza problemi e senza mai annoiare lo spettatore. Tutto è sempre estremamente comprensibile allo sguardo, anche nei momenti di lotta più intensi, ed il dinamismo dell'azione viene miscelato bene a momenti di maggiore respiro e profondità.
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HyRankIl regno del pianeta delle scimmie
Il regno del pianeta delle scimmie è una scommessa vinta. Nonostante il film ponga delle buone basi per una possibile, nuova, trilogia reboot, ciò che sorprende è la capacità di camminare in punta di piedi sul filo che connette passato, presente e futuro. Il mondo raccontato è credibile ed appassionante, anche se non sempre lungo la sua durata è comprensibile la sua effettiva dimensione. Le scimmie sono ben pensate e realizzate, le loro azioni sono fluide e realistiche e difficilmente si ha la percezione di finzione. Paradossalmente, se le scimmie sono più che convincenti, a convincere meno sono gli umani. Da sottolineare anche l'ottimo lavoro fatto dal montaggio, che riesce a reggere più di due ore e venti minuti senza problemi e senza mai annoiare lo spettatore.