Il Sol dell’avvenire, Recensione – La quintessenza di Moretti

Il Sol dell’avvenire è il nuovo prezioso film di Nanni Moretti che, tra ironia e nostalgia, ripercorre lo sviluppo recente del cinema e delle sue forme.

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Il Sol dell’avvenire è il nuovo film di Nanni Moretti, distribuito in anteprima nelle sale italiane a partire dal 20 aprile. Il film è anche una delle tre pellicole italiane in concorso a Cannes insieme a La Chimera di Alice Rohrwacher e Rapito di Marco Bellocchio. Già con La stanza del figlio del 2001 Moretti si era aggiudicato la Palma d’Oro, riuscirà questa volta a replicare il precedente successo? In attesa di scoprire cosa la Croisette ha in serbo per l’Italia, il nostro consiglio è quello di recuperare l’ultima opera “morettiana”.

Dopo la parentesi di Tre piani (2019), unico film tratto da un soggetto non originale, ritorna il Moretti più puro e genuino con una pellicola nostalgica che costituisce un atto d’amore per il cinema. Un film nel film ricco di riferimenti metacinematografici che risente l’influenza del Maestro Fellini a partire dalle atmosfere circensi. Ma Il Sol dell’avvenire è molto di più: potrebbe sembrare una commedia ma in realtà lascia quell’amaro in bocca e quella rassegnazione nostalgica tipica del dramma. Un Moretti che attraverso il suo alter ego Giovanni ritorna al moralismo e al sarcasmo del suo periodo d’oro e che, insieme ad un’intrinseca malinconia ci trasmette un messaggio di speranza che vale la pena vedere.

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Immagine fotografata

Un film nel film

Giovanni (Nanni Moretti) è un regista che gira un film ogni cinque anni ed è pronto a dirigere una nuova pellicola sugli eventi del 1956. La pellicola sarà prodotta dalla moglie Paola (Margherita Buy), alle prese però anche con un action movie, e musicata dalla figlia Emma (Valentina Romani). I protagonisti del film di Giovanni sono un giornalista de L’Unità, Silvio Orlando, felice di interpretare un personaggio che poi si impiccherà, e una sarta interpretata da Barbara Bobulova che modifica la sceneggiatura rendendo il film di Giovanni quasi una love story.

Ma Giovanni vuole girare un’opera sul periodo in cui l’Unione Sovietica invade l’Ungheria (trama che appare anche attuale) mentre il PCI chiede una reazione da parte di Togliatti e mentre, ad animare un quartiere popolare romano, arriva un circo ungherese. Ma l’entusiasmo per questo film va pian piano scemando e il regista è costretto a trattare ora con Netflix ora con degli sceneggiatori coreani pur di salvare il suo film.

Giovanni come Guido Anselmi

Il Sol dell’avvenire è un tripudio di citazioni e rimandi cinematografici. Giovanni prima di girare il film deve vedere Lola di Jacques Demy in compagnia della moglie e della figlia, cita Apocalypse Now di Francis Ford Coppola per proporre un esempio esemplare di film in cui la violenza non è fine a se stessa e parla di Anthony Hopkins che in The Father non indossa le ciabatte, a rimarcare il suo disappunto, tipicamente morettiano, nei confronti dei sabot. 

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Ma le citazioni più belle rimangono quelle felliniane, dalla sequenza finale de La dolce vita vista al cinema al circo che arriva a Roma. Innegabile è poi il rimando a 8 1/2 non solo con la parata finale ma anche e soprattutto con il filo conduttore de Il Sol dell’avvenire. Giovanni è molto simile al Guido Anselmi di Marcello Mastroianni, un regista in preda ad una crisi esistenziale dettata dall’inaridimento cinematografico. Alla fine entrambi sembrano però ritrovare quell'equilibrio interiore e quella speranza che sembravano scomparsi.

Quasi un musical

La musica, sempre stata colonna portante dei film di Nanni Moretti, ne Il Sol dell’avvenire torna a svolgere un ruolo da protagonista inserendosi, quasi in maniera irruente, nel corso del film. Ecco che si vengono a creare delle sequenze corali in cui il film sembra rimanere paralizzato in un’altra dimensione, mentre i personaggi cantano e ballano, come se si trovassero in un musical, Franco Battiato, Noemi, De Andrè

Tra denuncia politica e cinematografica

Il Sol dell’avvenire è anche un film di denuncia, non solo politica nei confronti di quel periodo in cui la sinistra italiana era ancora troppo attaccata all’Unione sovietica, ma anche cinematografica. In un esilarante colloquio tra Giovanni, Paola e i vertici Netflix, emerge quell’amaro disprezzo nei confronti di un cinema che si rifugia sempre più nelle piattaforme streaming e che ha bisogno di coinvolgere lo spettatore già dai primi due minuti di visione.

Ma Giovanni e Nanni si scagliano anche contro tutti quei film di violenza che non poggiano su una trama solida ma soltanto su sequenze di una crudezza fine a se stessa, proprio come il poliziesco che sta producendo la moglie Paola. In ciò si intravede quella sfiducia che traspare dal volto sconfitto di Giovanni, ma che poi si tramuterà in speranza sul finale di questa preziosa pellicola.

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Il Sol dell'avvenire

Il Sol dell'avvenire è una preziosa pellicola in cui ritorna il Moretti originario e puro insieme a tutto ciò che è tipicamente morettiano. Nonostante le scene comiche, la pellicola rivela tutto il dramma e lo sconforto del regista di fronte ai recenti sviluppi del cinema. I rimandi ad altri film sono frequenti; innegabile è l'influenza di Fellini e del suo 8 1/2. Un'opera contemporaneamente ironica e nostalgica che trasmette un messaggio di speranza.

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