Interstellar e la fisica: cosa è vero e cosa no nel film di Nolan?

Il limite tra realtà e finzione in un film si fa labile. Dove finisce la scienza e inizia la fantascienza in Interstellar?

Di , con 8 1/2 ho avuto la “vocazione”. Nella vita studio Cinema e vorrei un giorno far parte di questo mondo. Qui, infatti, scrivo di film e serie tv.

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Astronauta in tuta spaziale cammina su un pianeta ghiacciato, scena da film di fantascienza.

Interstellar continua ancora oggi a suscitare una serie di interrogativi (qui la nostra spiegazione del finale), anche perchè, come in ogni film di fantascienza che si rispetti, il confine tra ciò che è vero e ciò che non lo è, è labile. Una narrazione cinematografica ha sempre quegli elementi di finzione necessari allo svolgimento della trama e, soprattutto in una pellicola di genere sci-fi, è lecito domandarsi dove finisce la scienza e inizia la fanta-scienza, quali sono i limiti della fisica e quando la finzione prende il sopravvento.

Bisogna precisare che per mettere in scena Interstellar (trovatequi la nostra recensione), Christopher Nolan si è fatto affiancare dal premio Nobel per la Fisica Kip Thorne. La pellicola, che oggi in occasione del suo decimo compleanno ritorna al cinema in formato IMAX, racconta di un futuro distopico in cui la specie umana è destinata a scomparire. Per evitare l'estinzione, Cooper (Matthew McConaughey) parte per una missione alla ricerca di un nuovo pianeta abitabile. Quindi Interstellar ha a che fare con viaggi nel tempo, buchi neri e wormhole. Tra le teorie della relatività e i paradossi temporali, quanto c'è di vero nel film di Nolan?

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Una scena dal film, Interstellar.

I wormhole esistono?

Partiamo dalla definizione di wormhole. Il wormhole o ponte Einstein-Rosen, è una struttura in grado di connettere due punti spazio-temporali distinti, per aprire una scorciatoia in grado di farci spostare da una parte all'altra dell'universo. Già la trama di Donnie Darko vedeva al suo centro l'applicazione di queste teorie. Lo stesso Kip Thorne ha studiato come crearli artificialmente. Infatti, essi esitono solo nella fisica teorica e non sono stati ancora osservati nello spazio.

Interstellar e la verità sui buchi neri

Sicuramente il rapporto tra tempo e buchi neri in Interstellar è vero. Quando Cooper e Brand giungono su un nuovo pianeta molto vicino al buco nero Gargantua, apparentemente passano poche ore ma sulla Terra trascorrono molti anni. Si parla, infatti, di dilatazione temporale gravitazionale. Kip Thorne, consulente di Nolan in Interstellar, ha spiegato questa ed altre teorie nel libro intitolato Viaggiare nello spaziotempo. La scienza di Interstellar.

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Interstellar

Sempre riguardo ai buchi neri ci sono altri due fattori da tenere a mente. Come spiegato da Stephen Hawking, in un buco nero, la forza di gravità inghiotte anche la luce, ma la caduta di particelle all'interno di esso creerebbe una forma di energia tale da poter trasferire le informazioni. Ecco che la comunicazione (in forma limitata) teoricamente sarebbe possibile, quindi in ciò Interstellar ha un fondo di verità.

Un'ultima considerazione sui buchi neri, riguarda la possibilità di sopravvivere saltando in uno di essi. Purtroppo non c'è possibilità di salvataggio. Tuttavia, ad Interstellar va riconosciuto il primato per aver proposto sullo schermo un'accurata rappresentazione del buco nero, basata sulle equazioni fisiche.

"Kip Thorne ha insistito nel voler parlare con gli specialisti degli effetti visivi riguardo al buco nero. Ero un po' preoccupato per questo perché in definitiva, quando realizzi un film, vuoi qualcosa che abbia un aspetto figo. Non importa davvero se è scientificamente accurato. (...) lui aveva tutte le equazioni che definivano come l'effetto gravitazionale del buco nero avrebbe influenzato la luce e come sarebbe dovuto apparire il tutto. Aveva solo bisogno della potenza di calcolo della nostra squadra di effetti visivi per renderizzarlo."

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