Interstellar, spiegazione del finale e significato del film di Nolan
Interstellar è un complicato viaggio intergalattico e umano. Dopo 10 anni siamo in grado di dare una spiegazione al suo finale?
Interstellar torna oggi al cinema, in occasione del suo decimo anniversario. Infatti, nonostante siano passati ormai 10 anni, il film di Nolan continua a rimanere un pilastro della filmografia del cineasta e un caposaldo del genere fantascientifico (trovate qui la nostra recensione). Ma se dopo tutto questo tempo, Interstellar continua ancora a farci emozionare, catapultandoci in un viaggio non solo intergalattico ma anche umano, d'altra parte alcuni interrogativi potrebbero essere rimasti irrisolti.
Si sa che Christopher Nolan ama mettere a dura prova l'intelletto dei suoi spettatori, con le sue trame volutamente criptiche che necessitano un'attenzione e uno sforzo mentale da parte di chi le guarda. E se film come Memento e Inception possono trovare una spiegazione più o meno logica dopo qualche visione, ci sono poi pellicole come Tenet che sono dei cubi di rubick quasi irrisolvibili.
All'interno di questo complesso scenario cinematografico si trova poi Interstellar, uno dei film più amati dai fan di Nolan e non solo, un film che ancora divide soprattutto per la scelta di un finale mainstream che si appella al senso dell'amore e della speranza. Interstellar propone un vero e proprio viaggio nel tempo fra buchi neri e wormhole, enigmatico ed ermetico proprio perchè tratta argomenti scientifici complicati. Quindi dopo 10 anni che riguardiamo Interstellar, siamo in grado di spiegare il suo finale?
Interstellar: un messaggio di speranza tra wormhole e viaggi nel tempo
Cooper (Matthew McConaughey) comprende che la missione non potrà essere portata a termine da due astronauti, quindi decide di sacrificarsi per permettere ad Amelia (Anne Hathaway) di proseguire il viaggio. Stacca dunque la sua navicella dall'Endurance e attraversa il buco nero per poi ritrovarsi in un tesseratto a quattro dimensioni. Murph (Jessica Chastain) è stata scelta per salvare l'umanità quindi spetta a lei risolvere l'equazione matematica, l'equazione della gravità, per permettere alla specie umana di abbandonare il pianeta Terra.
Cooper si trova quindi in questo ipercubo creato da "loro" (gli stessi che hanno selezionato Murph come "prescelta") - umani superiori con accesso ai controlli spazio-temporali -che gli permette di mandare messaggi a Murph per trovare la soluzione matematica. In questo cunicolo temporale posto "metaforicamente" dietro la libreria della camera di Murph, Cooper riesce ad inviare segnali e a trasmetterli tramite le lancette dell'orologio. Così Murph capisce che il fantasma che faceva cadere i libri nella sua stanza in realtà è sempre stato suo padre.
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Completata la sua missione, Cooper viene rispedito indietro da "loro" ed arriva su una nuova stazione spaziale. Ma il viaggio intorno a Gargantua ha provocato naturalmente uno spostamento temporale e così Cooper, ancora giovane, si ricongiunge con sua figlia Murph, ormai centenaria. Murph è diventata una scienziata, ha risolto l'equazione grazie all'aiuto del padre, salvando l'umanità ed ora è circondata dall'affetto della sua famiglia. Cooper ha mantenuto la promessa fatta alla figlia piccola. Così, dopo essersi ricongiunti, Cooper parte di nuovo per raggiungere Brand che nel frattempo ha trovato un nuovo pianeta ospitale (infatti, togliendosi il casco, riesce a respirare).
Dunque, anche se Nolan risolve il suo stesso complesso sistema scientifico appellandosi all'amore paterno, in realtà questo è probabilmente il miglior finale possibile. Nolan, infatti, ci lascia con un messaggio di speranza dove l'amore è riuscito a trionfare e l'umanità non si estinguerà più.