La libertà di informazione in Internet sembra avviata ad un processo radicale di revisione in nome della sicurezza e della sovranità nazionale
La tecnologia informatica in questi ultimi trent’anni ha portato il livello della comunicazione ad un grado di efficienza molto elevato sia nei tempi di trasmissione, un fatto ovunque accada lo si conosce in tempo quasi reale, sia nella capacità di raggiungere qualsiasi parte del pianeta rendendo tutti partecipi di tutto. È proprio in questo villaggio globale senza confini […]
La tecnologia informatica in questi ultimi trent'anni ha portato il livello della comunicazione ad un grado di efficienza molto elevato sia nei tempi di trasmissione, un fatto ovunque accada lo si conosce in tempo quasi reale, sia nella capacità di raggiungere qualsiasi parte del pianeta rendendo tutti partecipi di tutto. È proprio in questo villaggio globale senza confini dove vale il principio della libera circolazione delle idee, della cultura, dell'informazione – tranne quando si è in presenza di un reato cessa tale principio – che nascono a volte spinte di controtendenza di retroguardia con l'obiettivo di veicolare in modo selettivo entro rigidi canali ciò che la Rete trasmette.
È stato il caso della Cina ed ora è il turno della Russia di Putin che, stando alle notizie apparse di recente sulla stampa, sarà, seppur temporaneamente, isolata dalle comunicazioni online fuori dal territorio nazionale, cioè l'Internet di quel paese sarà disconnesso da quello mondiale. Il test a titolo sperimentale da realizzarsi entro il 1°aprile è il risultato di una proposta di legge del parlamento russo che chiede maggiore e migliore protezione per la rete Internet locale contro eventuali attacchi cibernetici provenienti dall'esterno, non si vuole che accada in Russia ciò che potrebbe essere accaduto nelle elezioni presidenziali statunitensi con la vittoria di Trump o che si verifichi la diffusione di “fake news” mettendo in cattiva luce gli uomini del governo. Sono in gioco la sicurezza della nazione, la sua credibilità e sopratutto la sua sovranità.
In sostanza le misure tecniche seguiranno due direttrici ben precise, la prima delle quali consisterà nella creazione di un “sistema di nomi di dominio” (DNS) per poter continuare ad esercitare anche se venissero meno i collegamenti internazionali. Secondo, i provider che forniscono servizi Internet (ISP) saranno chiamati a modellare le proprie infrastrutture in modo da convogliare qualsiasi dato verso punti gestiti e visionati dall'organo statale delle telecomunicazioni della Federazione Russa (Roskomnadzor) per consentire alle autorità un'azione di verifica e selezione del traffico. Èun primo passo, di fatto, per una vera censura di massa, tipico non di una democrazia ma di una dittatura seppur paludata nelle forme come una democrazia.
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Ormai il sasso è stato lanciato e il processo di disgregazione della Rete ha preso avvio: a quanto pare anche l'India ha intenzione di seguire la stessa strada chiedendo alle principali piattaforme come Facebook, Twitter e Google di rimuovere contenuti considerati “offensivi, diffamatori o ingannevoli” e agli ISP di mettere filtri che in automatico impediscano agli indiani di vedere “informazioni o contenuti illegali”.