La memoria dell’assassino, Recensione: un Keaton non al massimo
La memoria dell’assassino, il secondo film alla regia di Michael Keaton, si apre con delle premesse interessanti che non porta fino in fondo.
Nel suo secondo lavoro da regista (il primo fu per il film The Merry Gentleman), La memoria dell'assassino, Michael Keaton interpreta John Knox, un killer impiegato da Xavier Crane, un boss del crimine. È separato dalla moglie e dal figlio e frequenta un'immigrata cracoviana di nome Annie, che condivide il suo amore per i libri. A Knox viene diagnosticata una grave forma di demenza in rapida evoluzione, che porta il protagonista a decider di chiudere in fretta la sua carriera, intraprendendo un ultimo lavoro con il suo partner, Thomas Muncie (Al Pacino).
Ottima premessa, ma i personaggi...
Questa premessa affascinante, scritta da Gregory Poirier, è costruita metodicamente e in silenzio, ma con il passare dei minuti perde ogni elemento interessante in quanto mancano atmosfera, suspense o emozione a causa di alcuni difetti narrativi. Anche Keaton, di solito una scommessa sicura (lo vedremo presto in Beetlejuice 2) non riesce a rendere convincente il personaggio: la sua prova attoriale è buona, ma non è abbastanza per rendere la pellicola interessante.
La memoria dell'assassino poteva essere uno studio completo dei personaggi: Knox ha dottorati in inglese e storia, è veterano della guerra del Golfo, ma anche se vediamo scorci della sua vita quotidiana, questo è nulla rispetto a ciò che il suo background avrebbe potuto mostrarci.
La memoria dell'assassino: uno svolgimento banale
Il film distoglie l'attenzione da Knox verso una banale sotto trama: non vede il figlio Miles (James Marsden) da anni, ma questo improvvisamente appare alla sua porta, malconcio e coperto di sangue: Miles ha appena ucciso l'uomo che ha stuprato sua figlia e ha bisogno del padre per insabbiare tutto.
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La trama secondaria de La memoria dell'assassino è troppo ovvia nel tentativo di ripercorrere la vita di Knox mentre affronta la sua malattia. Ma il film non riesce nemmeno in questo, poiché ci sono meno scene con Marsden e Keaton di quanto ci si aspetterebbe, e meno opportunità di esplorare il funzionamento interiore di Knox prima che la malattia prenda il sopravvento. Keaton trascorre gran parte del film mettendo in atto un piano contorto di sotterfugi che richiede l'aiuto di un vecchio amico interpretato da Al Pacino, un Al Pacino ai minimi storici, completamente svogliato.
Tutto troppo prevedibile
Questa sarebbe una grande premessa, se il colpo di scena non fosse così evidente già 45 minuti dall'inizio del film. Ciò che rimane è uno studio freddo del personaggio principale, affondato da una sceneggiatura troppo prevedibile. Tutto ciò incorniciato da una fotografia anche questa piatta, senza alcun mordente ed una regia che si attiene a fare il minimo sindacabile.
Keaton di fatto, svolge il compito con competenza tecnica, utilizzando diversi trucchi stilistici (come oscuramenti ed altri effetti visivi, per rappresentare la crescente confusione a causa della malattia del personaggio) ma, ripetiamo, Keaton da solo non basta per salvare la pellicola.
5.4
HyRankLa memoria dell'assassino
La memoria dell'assassino aveva tutte le carte in regola per essere un thriller avvincente e uno studio profondo dei personaggi, grazie a una premessa intrigante e a un cast di talento. Tuttavia, il film fallisce nel suo intento a causa di una narrazione piatta, personaggi poco sviluppati e una trama secondaria banale. Anche la performance di Michael Keaton, generalmente solida, non riesce a compensare le carenze di scrittura e regia. Il risultato è un'opera prevedibile e priva di emozioni, che spreca il potenziale di una storia che avrebbe potuto offrire molto di più.