La vita bugiarda degli adulti, Recensione – Un mondo menzognero
La vita bugiarda degli adulti è la nuova serie Netflix tratta dall’omonimo romanzo di Elena Ferrante.
La vita bugiarda degli adulti è la nuova serie tratta dall’omonimo romanzo del 2019 di Elena Ferrante, disponibile su Netflix dal 4 Gennaio. In seguito all’adattamento cinematografico de La figlia oscura e soprattutto dopo il successo de L’Amica geniale, produzione Rai e HBO, anche la grande N decide di produrre un progetto della famosa scrittrice e realizza una miniserie composta da 6 episodi.
Edoardo De Angelis (Indivisibili, Il vizio della speranza) dirige un cast composto sia da grandi nomi come Valeria Golino e Alessandro Preziosi, che da giovani esordienti come la giovane magnetica protagonista interpretata da Giordana Marengo, al suo debutto televisivo. Con La vita bugiarda degli adulti ci immergiamo nuovamente nel mondo convulso di Elena Ferrante, fino a conoscere nuovi sostrati del suo inconscio. Una storia di formazione apparentemente banale, ma che rivela profondi significati trattando varie tematiche: bugie, ipocrisia, bruttezza interiore, ribellione e voglia di crescere, di diventare adulti.
La vita bugiarda degli adulti: un viaggio di formazione
Siamo negli anni ’90, nel quartiere “perbene” di Napoli, il Vomero, dove vive Giovanna (Marengo) con suo padre Andrea (Preziosi) e sua madre Nella (Pina Turco). Giovanna è una ragazza che ama leggere i romanzi, a cui i genitori hanno impartito un’educazione di sinistra e a cui, nonostante ciò, la scuola non va a genio. Origliando una conversazione, Giovanna sente dire dal padre, che lei aveva sempre rispettato e ammirato, di star diventando sempre più simile a zia Vittoria (Golino), di “star facendo la faccia brutta di zia Vittoria”.
Di qui inizia la volontà dell’adolescente di conoscere la famigerata zia, descritta dai genitori quasi come un avvoltoio che gode nel far del male alla sua famiglia e in particolare al fratello. Giovanna, che da sempre è stata legata al mondo borghese e patinato in cui vive, si troverà ad esplorare la periferia di Napoli dove vive la zia, ricca di abitazioni precarie e composta da una comunità variopinta che ipnotizza Giannina e la spinge a ricercare se stessa attraverso, almeno all’inizio, l’imitazione di sua zia.
La “brutta” zia Vittoria le apre gli occhi: tutto quello a cui Giannina non dava apparentemente importanza si rivela per quello che è. Giannina scopre il velo di ipocrisie, lo strato di bugie che soffoca la vita degli adulti, in primis quella dei suoi genitori, e grazie alla zia inizierà un percorso di crescita e maturazione interiore.
La "bruttezza" di Vittoria e Giannina
La vita bugiarda degli adulti è appunto una serie di formazione adolescenziale che segue i cambiamenti di Giovanna e la sua scoperta della verità in un mondo menzognero. La zia è agli antipodi della borghesia napoletana; sembra scorbutica e crudele, in realtà è solo istintiva, segue il cuore, è una donna che ha sofferto e ha dovuto ricominciare da capo senza gli agi del mondo del Vomero. La Golino riesce a rendere il carattere forte e l’apparente “bruttezza” (morale) di Vittoria e riempie lo schermo con la sua presenza pregnante e la sua forza ammaliatrice. Valeria Golino, come il suo personaggio Vittoria, è l’unica, tra gli adulti, che davvero si distingue.
Ti potrebbe interessare:
La protagonista, Giovanna, è un doppio della zia. È alle prese con i primi amori, le scelte politiche e le scoperte cattoliche. Si sente “brutta”, dice di avere un brutto carattere e di voler essere in fondo solo amata e, come una qualsiasi adolescente, cerca l’approvazione degli adulti, anzi della zia. Nonostante il suo esordio, Giordana Marengo riesce ad esprimere l’energia e contemporaneamente i vuoti interiori del suo personaggio.
L'ipocrisia dei grandi
Le bugie sono alla base de La vita bugiarda degli adulti, come si evince dal titolo. I tradimenti e le menzogne costituiscono la cornice del mondo dei grandi. Molti i dialoghi sul tema: “i bugiardi sono bravi a far sembrare bugiardi gli altri”. Il bracciale di zia Vittoria, regalato alla nipote, rappresenta simbolicamente le bugie e, non a caso, passa da un adulto all’altro e viene descritto come un “peso” (metaforicamente il peso delle bugie).
Anni '90, Napoli e tanta musica
In La vita bugiarda degli adulti, la Napoli di quegli anni è vivida grazie ad un lavoro registico e fotografico. Ad accompagnare il tutto è la musica: zia Vittoria canta Non, je ne regrette rien, Giannina balla la break dance con canzoni neomelodiche, il comizio è intervallato da musiche comuniste. Le canzoni, da quelle dei 99 Posse a quelle di Peppino di Capri, ci accompagnano in questa storia che proprio in quanto semplice a volte appare lenta e le melodie tentano di ravvivare una narrazione che a tratti sembra procedere a stento.
7.5
HyRankLa vita bugiarda degli adulti
Una serie di formazione che porta Giovanna a scoprire le bugie del mondo meschino degli adulti. Le interpretazioni della zia e della nipote catturano la nostra attenzione insieme ad una musica coinvolgente. A tratti la narrazione rallenta, questo anche perché ci troviamo di fronte ad una trama semplice che tratta però con spessore temi non superflui