LGBTQ+: Le 10 migliori serie TV sul tema

Eccovi le 10 migliori serie tv a tema LGBTQ+.La relazione tra realtà e finzione nelle serie TV è biunivoca, sia negli intenti sia nelle rappresentazioni: se è vero che le serie sono lo specchio della realtà culturale che le produce, è altrettanto vero che esse aiutino nella diffusione di quella stessa cultura al grande pubblico. […]

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Eccovi le 10 migliori serie tv a tema LGBTQ+.
La relazione tra realtà e finzione nelle serie TV è biunivoca, sia negli intenti sia nelle rappresentazioni: se è vero che le serie sono lo specchio della realtà culturale che le produce, è altrettanto vero che esse aiutino nella diffusione di quella stessa cultura al grande pubblico.

E' il caso delle serie LGBTQ+, che svolgono un ruolo fondamentale nel continuo processo di integrazione del mondo LGBT, in alcuni casi affermando un'identità, in altri parlando di normalità, in ogni caso, comunque, parlando di umanità.

Ecco quindi la selezione senza classifica delle 10 migliori serie LGBTQ+ dagli anni '00 ad oggi.

Queer As Folk (USA-Canda)

La serie americana, andata in onda dal 2000 al 2005, parla di un gruppo di amici gay di Pittsburgh nelle loro vite normali: gli amori, l'odio, l'accettazione, in una descrizione poco edulcorata di una realtà di provincia.

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LGBTQ QaF

Figlia dell'omonima serie britannica, QaF America ne è la versione più cupa, drammatica, ma per molti tratti anche più verosimile. Il target, come per altri prodotti dello stesso periodo, ad esempio American beauty o Nip/Tuck, è sicuramente adulto, con molte scene erotiche fin dal primo episodio. Tuttavia il mood è, nel complesso, scanzonato e a tratti adolescenziale, grazie alla scrittura dei personaggi che oscillano tra la maturità e la ricerca di una giovinezza che si sta allontanando.

Buffy l'ammazzavampiri

Pur non essendo una serie puramente LGBTQ+, Buffy entra a pieno titolo nella nostra selezione per aver portato, prima tra tutte, una relazione dichiaratamente gay tra due donne nei pomeriggi di Italia 1.

Certamente, non possiamo dimenticare i retroscena saffici di Xena o il coming-out di Jack McPhee e la complessa relazione con il fratello di Pacey Witter in Dawson's Creek. Tuttavia la storia d'amore tra Willow e Tara in Buffy rappresenta uno dei primi esempi di relazione armoniosa, naturale, trascinante e culturalmente accettata che la TV italiana, e non solo, come abbiamo visto di recente in The New Mutants, abbia proposto a un target di adolescenti.

La fine della loro storia, inoltre, è il perfetto inizio per la spirale drammatica di Willow verso la pazzia e verso, senza ombra di dubbio, la migliore stagione della serie.

Please like me

Una divertentissima serie agrodolce ambientata in Australia. Parla di un ragazzo discretamente bruttino e vagamente informe, come egli stesso si definisce, che, improvvisamente, scopre di essere gay grazie all'incontro fortuito con Geoffrey, affascinante collega del suo migliore amico.

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La serie è il perfetto esempio del tragicomico moderno, con un continuo mescolarsi di situazioni e di saliscendi, affrontando completamente lo spettro dell'animo umano. L'effetto che crea è destabilizzante, divertente, e veramente unico. Trasmessa in Italia da Netflix, consigliatissima.

Modern family

Modern Family non ha bisogno di presentazioni: la super famosa e pluripremiata serie di successo è un riuscitissimo mix di comicità dell'assurdo e mockumentary, sfidando dichiaratamente, sin dal suo titolo, i cliché della sit-com americana.

Modern Family non è certo l'unica, ma è la prima serie di grande successo ad affrontare il tema dell'adozione da parte di coppie omogenitoriali e il paradosso dello scontro culturale e generazionale che questo comporta, anche nella società moderna. E' proprio sul paradosso che Modern Family gioca, portando a casa dello spettatore 11 stagioni di divertimento assicurato.

Will&Grace

Karen, Jack, Grace e Will sono gli iconici protagonisti di questa iconica sit-com, iniziata nel 1998 e proseguita, in 11 stagioni, fino al 2020. Una delle prime serie con personaggi dichiaratamente gay nonché una delle sit-com più divertenti del secolo, Will&Grace ha avuto il grande merito di demistificare grazie alla comicità gli stereotipi classici LGBT degli anni '80 e '90.

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Tra le righe dei vari episodi, infatti, i personaggi parlano di coming out, di accettazione, di dipendenza, di prostituzione e di malattie psichiatriche, di lutto e di solitudine, mantenendo il tono leggero e scherzoso che la contraddistingue.

Orange is the new black

Prodotta da Lionsgate e trasmessa su Netflix, OITNB è una commedia? E' una serie drammatica? Lo ammetto, è difficile da collocare. Sicuramente è entrambe. La serie si concentra su Piper Chapman, rinchiusa in un carcere femminile, e Alex, sua ex amante e ora compagna di prigione, sulle loro storie, e sulla loro riunione forzata dagli eventi.

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Il grande punto di forza di OITNB è proprio questo: la prigione, la clausura obbligata, che modifica e impone delle relazioni. A differenza di The L world, qui ci viene raccontata una "diversa normalità", fatta di situazioni inusuali: guardie versus carcerate, fazioni, amori, lutti e difficoltà, tensioni e alleanze in una nuova famiglia allargata.

Glee

Uno dei primi esperimenti nel teen-drama di Ryan Murphy, grande successo di pubblico e di critica per 6 stagioni. La storia è ambientata in un liceo americano in cui un eterogeneo gruppo di emarginati sociali appassionati di musica costituiscono il glee club, per portare in scena ad ogni episodio non solo delle cover di grandi pezzi, ma le loro storie ed emozioni.

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Gli ingredienti (e gli stereotipi) del teen-drama ci sono tutti: i gruppetti, le cheerleaders, gli sportivi, i bulli, i soggiogati.

E' in questo contesto che prendono forma alcune tra le più audaci scelte di trama e di caratterizzazione dei personaggi LGBT, poi riprese dai successivi Teen Wolf, Thirteen e Sex Education, in una rappresentazione volutamente caricaturale dell'omofobia e di una sua possibile risoluzione culturale.

Pose

Sebbene, a parere di chi scrive, non sia un prodotto eccelso né per scrittura né per recitazione, con alcune, fulgide, eccezioni, Pose porta sullo schermo un mondo completamente inesplorato in un modo intrigante e drammatico, ma a suo modo divertente.

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Anch'essa prodotta da Ryan Murphy e disponibile su Netflix, la serie si concentra sull'intensa vita di una comunità transessuale, gay e queer nella New York a cavallo tra gli anni '80 e '90, impegnata nella diffusione della cultura delle ball.

Pose, al di là dell'extravaganza, tratta apertamente i temi della pandemia dilagante di AIDS, della prostituzione, dell'abuso di droga e dell'emarginazione sociale sia della comunità latino-americana ma sopratutto della comunità transessuale. Forse l'aspetto più interessante della serie è il tema dell'appartenenza: ad una minoranza, ad un gruppo, ad una famiglia che ti sei scelto.

Tales of the city

Come in Pose, anche in Tales of the city esistono due famiglie, quella in cui nasci e quella che ti scegli. La serie è composta da quattro miniserie andate in onda dal 1993 al 2019, che si concentrano sulle storie di diversi protagonisti, riuniti in un unico complesso residenziale di San Francisco, visto come luogo di incontro e comunione delle vite e delle esperienze di relazione.

Qui i personaggi vivono l'apice della cultura gay di San Francisco, cercando e sperimentando libertà ma anche repressione ed emarginazione. La nuova miniserie, del 2019, si pone sullo stesso filone, ma con un focus maggiore sulla transessualità.

We are who we are

L'ultima arrivata in ordine cronologico è We are who we are, serie del 2020 di Luca Guadagnino (e si vede) andata in onda su Sky Atlantic. WAWWA parla di Fraser, adolescente americano che si ritrova in Italia dopo il ricollocamento delle sue due madri, entrambe militari statunitensi, in una base in Veneto.

Dopo le prime difficoltà ad ambientarsi, conoscerà Caitlin, sua coetanea, di cui diventerà amico, confidente e complice. Nella base e città veneta, i due sperimenteranno le proprie identità e la propria sessualità, sfidando non solo l'autorità imposta dall'esercito, ma anche e sopratutto le convenzioni sociali.

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Fraser e Caitlin, seppur in modo diverso, incarnano perfettamente la generazione LGBTQ+ moderna: entrambi queer sotto molti aspetti alla ricerca di un'identità mentale prima ancora che fisica e tutti e due pienamente aperti e consapevoli delle sfumature della realtà.

We are who we are porta in scena una rappresentazione elegante e raffinata di una realtà transgender e queer di cui sentivamo il bisogno, sopratutto in Italia, ma anche dell'omo e bisessualità nell'esercito americano post-Obama in una miniserie affascinante e ben costruita.

Per la nostra classifica delle migliori serie comedy, dai un occhio al nostro articolo!

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