Le streghe sono tornate. La magica stagione di fine 2020 – inizio 2021

Il 2020 è stato un anno difficilissimo per TV e cinema, a causa delle profonde limitazioni ai set e alle case di produzione che la pandemia ha imposto loro. Netflix in un primo momento ha risposto al lockdown lanciando letteralmente qualunque prodotto avesse pronto su ogni divisione internazionale; Disney + si è trovata costretta a […]

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le streghe trailer italiano del remake fantasy con anne hathaway

Il 2020 è stato un anno difficilissimo per TV e cinema, a causa delle profonde limitazioni ai set e alle case di produzione che la pandemia ha imposto loro. Netflix in un primo momento ha risposto al lockdown lanciando letteralmente qualunque prodotto avesse pronto su ogni divisione internazionale; Disney + si è trovata costretta a posticipare tutto a fine anno, come accaduto per The Mandalorian e le varie serie Marvel in cantiere. Amazon Prime è riuscita a completare qualcosa, come Alex Rider, mentre HBO è parsa completamente fuori dai giochi almeno fino a ottobre.

Quello che, però, è parso da subito evidente che questa stagione televisivo-cinematografica sia dedicata quasi interamente alla magia!

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Le streghe

Ad ottobre, a ridosso di Halloween, è uscito Le Streghe, discutibilissimo lavoro Warner Bros di Robert Zemeckis basato sull'omonimo romanzo di Roald Dahl. A dicembre è uscita su Sky la nuova stagione di His Dark Materials, Queste oscure materie, serie BBC in collaborazione con HBO.

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His dark materials

Per Capodanno 2020-21, Netflix ha rilasciato l'ultima parte della seconda stagione de Le terrificanti avventure di Sabrina, il fortunato remake in salsa horror della serie tv anni '90, di cui trovate qui la recensione!

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Dalla prossima settimana, sono invece attese due interessanti proposte. Per Disney, nell'ambito dell'MCU, WandaVision, l'attesissima serie sulla complessa relazione tra Wanda Maximoff e Visione, di cui vi abbiamo parlato in questo articolo che ne analizza il trailer.

In casa Sky Atlantic, invece, dal 16 gennaio esce la seconda stagione di una serie del 2018 che, nonostante gli interessanti presupposti, non ha avuto i risultati sperati in termini di pubblico. A discovery of witches, basata sull'omonima serie di romanzi, ambientati in una Inghilterra tra streghe, vampiri e amori impossibili e proibiti.

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Insomma, sembra chiaro che le piattaforme di streaming si stiano concentrando su progetti che portano lontano. Anche se presenti, sono diffusamente diminuiti i titoli distopici, come 3%, The 100, Black Mirror, come quelli su epidemie zombie o di virus letali, perché dopotutto basta guardarsi attorno.

Ci portano piuttosto nell'immaginario di mondi magari non completamente impossibili o distanti ma piacevolmente non reali, nel mondo della magia; una magia, o un suo approccio, nel complesso positiva, vista come elemento integrativo dei personaggi, caratterizzante della loro entità, non ostativa al raggiungimento dei loro scopi.

Che possa essere una selezione indotta dalla pandemia stessa o più una richiesta di leggerezza, per quanto possibile, dall'utenza, non possiamo saperlo. Case di produzione di questa dimensione possono permettersi di "sparare" alla cieca e poi reindirizzare il target su contenuti simili; fatto sta che al momento il filone narrativo più gettonato sia questo.

Le Streghe, un progetto voluto, combattuto e criticato.

Le Streghe, con Anne Hathaway, Olivia Spencer e Stanley Tucci, pur essendo un film molto godibile grazie sopratutto alla loro presenza e alla performance sopra le righe della stessa Hathaway, ha attirato l'attenzione per tre motivi principalmente: l'idea di creare un piccolo horror per famiglie, apprezzabile anche dai più piccoli, il cast, e le critiche riguardo la raffigurazione delle streghe stesse nel film.

Il primo aspetto è stato centrato in pieno. Il film effettivamente è spaventoso, nell'ottica di un film per famiglie. E questo ha suscitato valanghe di polemiche sull'esposizione dei bambini a contenuti traumatizzanti. Le streghe sono effettivamente spaventose e la nonna (Olivia Spencer) del protagonista, nella sua narrazione, non fa che renderle ulteriormente tali, almeno agli occhi di un caro ragazzo-topo (cit.) di 10 anni protagonista della storia. Questo ci porta, però, ad una riflessione sul ruolo della televisione e, in particolare, dei mezzi di streaming sull'utenza infantile.

La paura nelle narrazioni infantili

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Ogni storia per bambini ha sempre avuto il climax pauroso prima della risoluzione e uno scopo volto ad educare: dalle fiabe dei fratelli Grimm, ad esempio Rumpelstiltskin, ai vari adattamenti Disney: Il Gobbo di Notre Dame, Bambi, Dumbo, Taron e la pentola magica, ad altri film importanti, anche sulle streghe. Lo stesso Hocus Pocus, pietra miliare dei film di Halloween per bambini, è terrorizzante se visto senza il filtro genitoriale che rassicuri il giovane spettatore.

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Non tanto che la realtà non sia spaventosa, perché lo può essere, ma che il bambino non è solo nell'affrontarla; sia che si tratti di una sfida reale o di un film, prendersela con la produzione per "non aver pensato ai bambini" (cit.) è una risposta semplice e semplicistica a una dinamica genitoriale molto più difficile e complessa.

Non tanto che la realtà non sia spaventosa, perché lo può essere, ma che il bambino non è solo nell'affrontarla.

Nel caso di Le Streghe, l'effetto spaventoso è reso dal loro aspetto più che dai loro atti. Sono descritte come delle donne brutte, completamente calve, con sole tre dita nelle mani e senza le dita dei piedi. Questa scelta, peraltro abbastanza fedele al libro da cui è tratto, ha posto il film al centro di una polemica sul possibile parallelismo tra le cattive della storia e la disabilità, cui anche la stessa Anne Hathaway si è sentita in dovere di rispondere.

L'idea che un bambino possa associare la calvizie di una donna alla sua malignità è legittima; il bambino non sa distinguere tra ragionamento deduttivo e induttivo e gli può apparire logico pensare che ogni donna calva possa essere una strega. Dovrebbere essere, di nuovo, compito del genitore quello di filtrare il pensiero del piccolo spettatore, spiegando che si tratta di un film di invenzione basato su un libro di finzione e di una scelta stilistica. Roald Dahl, nel decidere l'aspetto delle proprie streghe, ha preso a piene mani dalla tradizione narrativa della kalokagathia, cioè l'identificazione della bontà con la bellezza e, simmetricamente, della cattiveria con la bruttezza estetica.

Immaginatevi un Batman, un Superman o una Wonder Woman con tre dita, senza dita dei piedi, e calvi. Non ci riuscite, vero?

L'ideale della simmetria tra bontà morale ed estetica.

Questo stereotipo, e in generale questo topos, è ampiamente utilizzato in ambito cinematografico: gli eroi sono spesso belli, prestanti, privi di difetti fisici e, conseguentemente, fermi su una morale granitica. Immaginatevi un Batman, un Superman o una Wonder Woman con tre dita, senza dita dei piedi, e calvi. Non ci riuscite, vero?

Allo stesso modo, i cattivi sono spesso presentati come genericamente brutti. Efialte di Trachis è il traditore in 300, Grima Vermilinguo ne Il Signore degli anelli, l'orribile Pinguino e il pazzo Jocker sono nemici classici di Batman e Lex Luthor, calvo, il nemico acerrimo di Superman. Eppure nessuno ha mai fatto un post sul fatto che ritrarre Lex Luthor come calvo possa dare l'idea che tutti i calvi siano cattivi.

Esistono poi delle opere, sempre per bambini senza scomodare Frankenstein di Mary Shelley, in cui i mostri rivelano una umanità meravigliosa e viceversa: Il Gobbo di Notre Dame e La Bella e la Bestia ne sono due perfetti esempi.

Le Streghe non è uno di questi. In quest'opera, le streghe si travestono da donne piacenti nascondendo la propria corporeità e, sopratutto, un'anima maligna. E, nella libertà di scrittura di un film, non c'è assolutamente nulla di male in questo.

His Dark Materials e il rovesciamento dell'ideale.

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In His dark materials, al contrario, la bontà o la malignità del personaggio non sono date dall'aspetto fisico ma solo dalle azioni. In questa serie, le streghe svolgono un ruolo positivo e, nonostante possano apparire destabilizzanti in alcuni momenti, aiutano i protagonisti nelle loro avventure. Il ruolo della Cattiva per eccellenza è affidato a Marisa Coulter, madre di Lyra Belacqua e interpretata da Ruth Wilson. Sebbene si possa rimpiangere l'assenza della presenza attoriale e del carisma di Nicole Kidman in quel ruolo, è indubbio che Mrs. Coulter rappresenti un elemento terrorizzante, sia nel libro, quanto nel film, e ancora di più nella serie tv.

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Certo, questo adattamento a serie tv del ciclo di romanzi fantasy e remake del film La Bussola d'oro ha un target più adulto rispetto al suo precedente. I toni sono più cupi e Lyra Belaqua è, in qualche modo, più matura della sua controparte cinematografica. Questo, tuttavia, non toglie che possa essere visto anche dai bambini, se accompagnati, con la stessa serenità con cui negli anni 2000 noi guardavamo Streghe, o Xena. Si tratta, infatti, di un'epica avventura di due preadolescenti in un mondo parallelo al nostro, in parte distopico.

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Quando una serie fantasy tocca mille culture.

His dark materials, oltre a rappresentare un ottimo prodotto sul piano della produzione e della sceneggiatura, propone una profonda e ampia conoscenza di temi e argomenti da approfondire per apprezzarla appieno. L'opera fa riferimenti per nulla celati alla teologia, alla filosofia in particolare platonica, alla fisica degli anni '90, ma anche all'alchimia, alla cabala esoterica e al folklore britannico e irlandese.

Un esempio lampante di questi ultimi aspetti si trova nella seconda stagione, con la comparsa di una teoria unificante tra polvere, materia oscura e forme angeliche, contrapposte a delle entità maligne che assorbono speranze, desideri e, infine, l'anima agli esseri umani.

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Se questi esseri vi ricordano i Dissennatori della Rowling oppure i Nazgul di Tolkien, non vi sbagliate. Tutti e tre questi assorbitori di sentimenti positivi, portatori di freddo, depressione e stati simili alla morte sono infatti ispirati agli sluagh, creature del folklore irlandese che presentano queste caratteristiche.

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His dark materials, come molte altre serie sulle streghe, può avere i suoi momenti spaventosi, come all'epoca La bussola d'oro, che però non aveva ricevuto le stesse critiche destinate a Le Streghe, nonostante siano similmente destinati a un "piccolo" pubblico.

Un lockdown non solo fisico, forse anche troppo mentale.

La sensazione, alla fine di questo 2020 e inizio del 2021, è che più che mai ci sia bisogno di ampliare la mente, imparare e insegnare ai bambini a contestualizzare, capire come concetti o personaggi simili possano essere descritti in modi diversi, e che la realtà nella sua moltitudine di sfaccettature deve essere se non compresa quantomeno esplorata.

Con l'aiuto di un adulto.

E' solo così che possiamo fornire agli spettatori più giovani gli strumenti per interpretare non solo i film o le serie tv, ma anche e sopratutto i social network e in generale le varie forme d'arte e comunicazione.

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