L’Esorcista: ecco perché è uno dei film più imitati di sempre
I segreti dietro il successo de L’Esorcista, uno dei film più imitati di tutti i tempi.
L’Esorcista, il celebre film di William Friedkin, ha fatto sicuramente la storia del cinema. Dopo una miriade di film sugli esorcismi, a ottobre avremo il sequel diretto della pellicola, L’Esorcista: Il credente (The Exorcist: Believer). Visto l’arrivo della pellicola, ripercorriamo insieme la storia di questo capolavoro e scopriamo come mai il film de L’Esorcista è stato talmente un successo da essere copiato a non finire.
Come è nato L’Esorcista
Il film è tratto dall’omonimo romanzo di William Blatty; Blatty si era inspirato ad un caso veramente accaduto: una possessione demoniaca nel Maryland, a Cottage city, di cui Blatty venne a conoscenza mentre studiava presso l’Università di Georgetown.
Il caso di possessione vedeva come protagonista un ragazzino di quattordici anni, il quale venne citato da diversi giornali dell’epoca.
Pubblicato nel 1971, il romanzo ebbe un enorme successo: ha venduto circa sei milioni di copie ed è stato tradotto in più di diciotto lingue. Ma non fu a causa del suo successo che il libro finì sotto gli occhi di Friedkin: fu lo stesso autore a portarglielo. I due si conoscevano e Blatty era convinto che solo il regista avrebbe potuto dare degna vita alla sua opera. Lo scrittore infatti scrisse anche la sceneggiatura del film.
Perché l'esorcista fu un successo
Certo, L'Esorcista fu uno dei primi film a parlare di esorcismo per quei tempi, ma ebbe successo perché tratta un tema sempre attuale, quello del bene contro il male. Nient'altro, non ci sono sottotrame politico sociali o psicologiche. Come il regista disse in un'intervista sul film:
«Non credo che l’atmosfera dell’epoca abbia avuto qualcosa a che fare con il successo di L’esorcista. A dirla tutta, non credo che il film parli di alcun problema sociale. Quello succede dopo: quando la gente non sa più cosa dire sul film, comincia a descriverne le implicazioni sociali. […] Ho letto alcune teorie fantastiche su L’esorcista. Sono geniali – e non hanno nulla a che vedere con quello che avevamo in testa noi.
L'Esorcista è la lotta del bene contro il male che si manifesta senza un particolare motivo: perché la piccola Regan viene impossessata? Perché proprio lei? Non lo sapremo mai. Non è lei il target, sono tutti: Pazouzou rappresenta la disperazione dell'uomo. Blatty lo spiega in una scena, inizialmente tagliata del film, mentre i due Preti discutono sull'accaduto:
“Il punto è portarci alla disperazione, Damien” spiega Merrin a Padre Carras. “Spingerci a vederci come animali, a rifiutare la nostra umanità – e quindi la possibilità che Dio possa mai amarci”.
L'impegno di tutti per la realizzazione del film
L'Esorcista non fa così effetto solo per il tema trattato: è vero, per gli anni '70 fu sconvolgente, non si era mia visto un film del genere, ma questo riesce a inquietare anche oggi. Perché? Sicuramente una parte importante l'ha fatta l'impegno che tutti ci hanno messo per la realizzazione della pellicola: il trucco, il comparto tecnico, la dodicenne Linda Blair nel ruolo di Regan.
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Tutto quello che vediamo nel film è assolutamente autentico: Regan che si libera nel vuoto è grazie a dei cavi che la sollevano, invisibili ad occhio nudo perché dipinti a mano, uno per uno con i colori del muro sullo sfondo. La celebre scena del vomito è stata realizzata con un tubo che partiva dalla schiena dell'attrice, fino alla guancia sulla quale poi sono state aggiunte delle protesi.
Il letto che si muove, sono dei membri della troupe che lo muovono tramite un meccanismo nascosto tutt'altro che leggero. Nelle scene dove Regan ha gli occhi bianchi, Linda Blair ha ammesso di non vedere assolutamente nulla a causa delle lenti bianche, molto spesse, per nascondere i suoi occhi.
Nonostante questo, l'attrice si è sentitita parte di qualcosa di grande grazie a tutti i membri della troupe e a soprattutto grazie allo stesso regista che voleva farla divertire durante le riprese.
Georgetown, l'altra protagonista del film
È proprio grazie all'incredibile realismo che L'Esorcista riesce ancora a spaventare e parte di questo realismo è lo ritroviamo nelle scene in esterna. Il film, infatti è stato girato a Georgetown, dove Blatty aveva studiato.
Lo scrittore, che conosce ogni angolo della cittadina, ha di proposito inserito ogni scorcio, tra i quali quello della famosa scalinata che vediamo durante tutto il film e dove poi Padre Carras trova la sua fine.
I pallidi tentativi di replicare questo capolavoro
Dopo il successo de L'Esorcista, i film sugli esorcismi si sono sprecati e nessuno di questi è riuscito a replicare l'originale, continuando a sbucare come margherite; purtroppo molte poche buone pellicole sul tema riescono ad impressionarci, ma continuano ad essere prodotte per il semplice fatto che il diavolo è sempre costante nella nostra cultura e che, bene o male, gli horror portano sempre soldi al botteghino.
Tutti questi tentativi sono fallaci per vari motivi. Prima di tutto sia Blatty che Friedkin non considerano L'Esorcista un film horror, ma più un thriller dove il bene e il male si scontrano. Non miravano a terrorizzare, mentre questi altri film puntano solo allo spavento.
Inoltre, la CGI rovina quell'effetto artigianale dell'originale e, infine, perché in questi nuovi film manca il cuore. Ne L'Esorcista si vede che ci è stato amore ed impegno per realizzare la storia, mentre questi altri film sugli esorcismi sono solo degli horror di serie B.
Manca l'idea di amore e di sacrificio, i preti che sconfiggono il demone sono dei Superman con il crocifisso, mentre il bello de L'Esorcista è che padre Carras è un uomo semplice, che ha perso la fede e che si sacrifica, suicidandosi, per salvare una ragazzina che non conosceva.