Metro Exodus: la superficie diventa la nuova frontiera esplorabile nel nuovo capitolo della vita di Artyom
Il nome di Dmitrij Gluchovskij è legato a quel filone della letteratura conosciuta come distopica per aver scritto una serie di romanzi di successo, a partire dal 2005 quando aveva soltanto diciotto anni, dalle storie ambientate in un’immaginaria società vittima di un olocausto nucleare. In un mondo, in poche parole, dove nessuno di noi vorrebbe […]
Il nome di Dmitrij Gluchovskij è legato a quel filone della letteratura conosciuta come distopica per aver scritto una serie di romanzi di successo, a partire dal 2005 quando aveva soltanto diciotto anni, dalle storie ambientate in un'immaginaria società vittima di un olocausto nucleare. In un mondo, in poche parole, dove nessuno di noi vorrebbe viverci per i pericoli, gli stenti e le notevoli difficoltà a cui saremmo chiamati ad affrontare per garantirci un minimo di sopravvivenza. Si tratta della saga di Metro con cui l'autore esprime, a mio giudizio, il proprio pessimismo per la realtà che lo circonda dal punto di vista politico e socio-economico, specialmente nei confronti del suo paese nativo, la Russia, non più la Grande Russia, ma ciò che resta dopo l'indipendenza raggiunta da quegli stati un tempo sotto il suo dominio e che vuole mantenere lo stesso il proprio ruolo di potere. Allora, siamo negli anni '50 e '60, sia la corsa agli armamenti nucleari da ambo gli schieramenti Est ed Ovest, sia il pericolo di un conflitto mondiale spaventoso sembravano essere l'unico deterrente per il mantenimento di un fragile equilibrio fra le due superpotenze. Ma fino a quando? La risposta la dà Gluchovskij che ipotizza nel 2033 uno scenario devastato da una guerra con ordigni atomici e che la sola possibilità per i sopravvissuti è quella di vivere nel sottosuolo, ovvero nei cunicoli della metropolitana. Ètale il coinvolgimento e l'interesse che suscitano le vicende narrate nel pubblico che presto diventano fonte d'ispirazione per un videogame.
Ecco che nel 2010 esce Metro 2033, nel 2013 Metro: Last Light ed ora 2019, precisamente il 15 febbraio, Metro Exodus uno sparatutto in prima persona, un survival horror con elementi stealth, sviluppato da 4AGames e pubblicato da Deep Silver, valido per tutte le piattaforme. La trama, ambientata nel 2036 due anni successivi agli eventi raccontati nel libro Metro 2035, ha per protagonista ancora Artyom, – il cui ruolo viene assunto dal giocatore medesimo, – che in compagnia di Anna, diventata nel frattempo sua moglie, di Spartan Rangers e di un gruppetto di altri sventurati viaggia per un anno intero in superficie attraverso i continenti, affrontando insidie di ogni genere, creature mutanti comprese. Per quanto riguarda gli aspetti tecnici del gioco, saltano subito all'occhio la scenografia, la grafica è eccezionale, che presenta una sua dinamicità in piena sintonia con l'evolversi degli eventi e l'arsenale di armi su cui il giocatore può fare affidamento che è realizzato “mediante un sistema di creazione come un abile artigiano”. Un ultimo dato, Metro Exodus ha ricevuto nel novembre del 2018 il premio Golden Joystick Awards per uno dei giochi più attesi.