Michael Mann: 3 film da non perdere del maestro del cinema d’azione
Con l’uscita di Ferrari, vi consigliamo tre film imperdibili di Michael Mann, il regista d’azione per eccellenza.
Giovedì 14 dicembre è finalmente arrivato nelle sale italiane Ferrari, pellicola diretta dal regista statunitense Michael Mann, presentata in concorso alla scorsa Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Il film che segna il ritorno dell'acclamato regista a distanza di poco meno di dieci anni del suo ultimo lavoro, Blackhat (2015), è un biopic tratto dal romanzo di Brock Yates, "Enzo Ferrari: The Man and The Machine", che racconta parte della vita di Enzo Ferrari, imprenditore, dirigente sportivo e pilota automobilistico italiano e che già dalla sua prima presentazione ha diviso molto nei giudizi sia la critica che il pubblico.
In questo articolo cercheremo di ripercorrere brevemente la filmografia di Michael Mann, riportando, inoltre, tre titoli tra i più identificativi della sua poetica ed estetica che lo contraddistinguono nel panorama cinematografico, da recuperare o riguardare in occasione dell’uscita, appunto, del suo ultimo lavoro.
Sin dai suoi esordi viene riconosciuto come il maestro del cinema d'azione americano, Michael Mann ha tracciato la strada verso una straordinaria carriera cinematografica, dall'esordio con Strade Violente nel 1981 fino all'ultimo lavoro, Blackhat del 2015. Mann si è rivelato un profondo innovatore nel genere, grazie al suo sguardo, distinguibile e caratteristico all'interno del sistema hollywoodiano, influenzato dalla corrente della New Hollywood e dal polar francese, specialmente da Jean-Pierre Melville.
Il suo stile originale si manifesta attraverso film spesso pervasi da un'atmosfera malinconica e crepuscolare, concentrati su personaggi in costante conflitto interiore, attraverso di essi svela quella che è un’evidente critica alla società americana, mettendo in rilievo la corruzione e l'amoralità che la popolano in certi contesti in maniera incisiva.
La potenza e il significato intrinseco delle sue inquadrature hanno profondamente segnato il panorama cinematografico contemporaneo americano, contribuendo a definire nuovi standard visivi e narrativi che sono stati il punto di riferimento anche per molti giovani cineasti. Mann da questo punto di vista emerge come un innovatore che, attraverso le sue opere, ha plasmato e arricchito il linguaggio cinematografico, lasciando un'impronta distintiva nella storia del cinema d'azione e non solo.
Collateral (2004)
Nell'estate del 2004 usciva nelle sale Collateral, l'ottavo film diretto da Micheal Mann e presentato fuori concorso alla 61ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
Gli eventi narrati in Collateral si svolgono lungo le strade illuminate di una Los Angeles notturna, e seguono le vicende di Max Durocher (Jamie Foxx), un tassista con alla spalle dodici anni di esperienza. Dopo una corsa, la procuratrice Annie ( Jada Pinkett Smith) lascia il suo numero a Max, affascinata dalla sua sensibilità. La situazione si complica quando Max accetta di trasportare Vincent (Tom Cruise), un misterioso uomo d'affari, per tutta la notte in cambio di una cospicua somma di denaro. Tuttavia, Max scopre che le intenzioni di Vincent sono oscure e che lo sta fruttando per raggiungere le sue vittime...
La pellicola è interamente ambientata in una sola notte, ed è stata girata principalmente in digitale, ricreando e accentuando un'atmosfera tipica del neo-noir, dove l'ambientazione fredda è il riflesso di una società anaffettiva e insensibile ai problemi degli altri. In questa realtà si trova anche il protagonista del film, Max, coinvolto senza esserne direttamente responsabile in situazioni in cui il confine tra bene e male diventa sempre più sfumato. Michael Mann dirige alcune delle scene d'azione più memorabili della sua carriera che a distanza di quasi dieci anni, nonostante l'evoluzione delle tecniche e del digitale riescono comunque a colpire nel segno e impressionare lo spettatore, Collateral per queste caratteristiche è stato ed è tutt'ora uno dei maggiori successi del regista dal punto di vista commerciale.
Manhunter – Frammenti di un omicidio (1986)
Manhunter è il terzo lungometraggio firmato dal regista originario di Chigago, uscito nei cinema per la prima volta il 18 marzo del 1986, Tratto dal romanzo Il delitto della terza luna di Thomas Harris, ed è il primo film in cui compare il personaggio di Hannibal Lecter (Lecktor).
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La narrazione è incentrata su Will Graham (William Petersen) , ex agente dell'FBI che abita in Florida con sua moglie Molly (Kim Greist) e suo figlio Kevin. Dopo la caccia a un criminale, il dottor Lecktor, che lo ha portato al ricovero temporaneo in una clinica per malattie mentali, Will si è ripreso e tornato in forma. Tuttavia, non può resistere alle richieste d'aiuto di un collega che sta dando la caccia e raccogliendo indizi su un maniaco omicida che, nelle notti di plenilunio, compie stragi spaventose, sterminando giovani coppie con bambini secondo rituali macabri. Affascinato dalla personalità contorta dell'assassino, Will si immerge gradualmente nell'orrore di questa vicenda cercando di mettere insieme i pezzi di quello che risulta essere un sempre più macabro puzzle e trasformando pian piano questa ricerca della verità in una pericolosa ossessione.
Michael Mann realizza un avvincente thriller psicologico capace di tenere lo spettatore costantemente sulle spine, grazie alla costruzione e gestione della tensione. Il montaggio serrato la fotografia fredda di Dante Spinotti, creano un'atmosfera straniante e inquietante nella quale ci si immerge totalmente. Il passato ambiguo di Will Graham e la sua fascinazione controversa verso il male lo rendono uno dei personaggi più discussi e affascinati nella scrittura del repertorio di Mann.
Heat – La sfida (1995)
Il 15 dicembre del 1995 approda per la prima volta nelle sali statunitensi quello che è considerato da molti il capolavoro assoluto e identificativo della filmografia di Micheal Mann: Heat - La sfida. Mann scrive Heat - La sfida rielaborando la sceneggiatura di un suo film per la televisione, Sei solo, agente Vincent del 1987.
La narrazione di Heat - La sfida segue il detective della polizia di Los Angeles, Vincent Hanna (Al Pacino) mentre indaga su una banda coinvolta in una rapina a un furgone portavalori e che risulta altamente preparata. Il capo della banda è Neil McCauley (Robert De Niro), che mette in piedi colpi redditizi assieme ad un gruppo di suoi amici.
Tra banda di Neil e la squadra di Vincent prende vita poco a poco un serrato inseguimento, fatto di appostamenti infruttuosi e scambi di ruoli. Nel frattempo, si scopre che la moglie di uno degli uomini di Neil, Charlene Shiherlis (Ashley Judd), è coinvolta in una relazione che Vincent sfrutta per provare ad avvicinarsi alla banda. Mentre Neil e i suoi cercano informazioni sulla squadra di Vincent, si sviluppa una tensione reciproca che culmina in un incontro faccia a faccia durante il quale i due discutono delle loro vite, timori e motivazioni.
La sfida tra Vincent e Neil è in questo modo lanciata, preparando il terreno per un'impresa che cambierà la vita di tutti i protagonisti.
Michael Mann si focalizza sulla condizione esistenziale dei protagonisti, esplorando i loro sguardi e i discorsi quasi poetici pronunciati da Robert De Niro e Al Pacino, un criminale e un detective, due uomini in netta contrapposizione ma che trovano un punto di congiunzione in un'America spietata e sofferente. In questa pellicola c’è la presenza di una scena particolarmente iconografica per la cinematografia mondiale, quella del ristorante, dove Al Pacino e Robert De Niro recitano faccia a faccia sul grande schermo per la prima volta nella storia.