Miyazaki: quando la fiaba incontra il genio
La rassegna “Un mondo di sogni animati” di Lucky Red riporta al cinema i classici di Hayao Miyazaki.
Esattamente come la scorsa estate, la rassegna “Un mondo di sogni animati” di Lucky Red riporta al cinema dal 6 luglio al 30 agosto 2023 i classici di Miyazaki Hayao e dello Studio Ghibli, offrendo quindi l'opportunità di vedere (o rivedere) direttamente in sala alcune tra le opere più famose e importanti dell'artista giapponese.
La storia del cinema degli ultimi quarant'anni, soprattutto per quanto riguarda l'animazione, è stata fortemente segnata dall'inconfondibile lavoro del regista nipponico, con il tempo riconosciuto in tutto il mondo come uno dei massimi esponenti della settima arte. A capo dello studio Ghibli, da lui fondato nell'ormai lontano 1985, si è reso autore di una filmografia profonda e omogenea, divenuta nel corso degli anni oggetto di studio di innumerevoli approfondimenti da parte di critici ed esperti del settore.
Ma quali sono le basi di questa animazione così particolare? Scopriamolo andando ad analizzare alcune delle pellicole più significative all'interno del suo stratificato corpus di opere.
Un universo di creatività
Innanzitutto è necessario considerare che la superficie prismatica della filmografia di Miyazaki è frastagliata, irregolare, in grado di offrire molteplici sfaccettature e spunti di riflessione. Uno dei punti cardine di queste pellicole è certamente quello di creare veri e propri universi fantastici, nuovi mondi con regole ed estetiche differenti dalla realtà, che tuttavia richiamano e fondono insieme alcuni elementi appartenenti a epoche passate, presenti e persino future.
In particolar modo, la riscoperta della storia passata, recente o remota, è una condizione quasi onnipresente all'interno degli schemi narrativi costruiti dallo Studio Ghibli, anche quando si tratta di una vicenda contemporanea o palesemente futuristica. Queste contaminazioni storiche sono facilmente riscontrabili osservando attentamente la conformazione dei paesaggi, delle città e, naturalmente, dei costumi e degli accessori posseduti o indossati dai personaggi.
Princess Mononoke: un passato terribilmente attuale
Il caso più eloquente in tal senso è senza dubbio quello di Princess Mononoke, film del 1997 ambientato in una versione fantasy del Giappone feudale, a cavallo tra il XIV e il XVI secolo. I due protagonisti della pellicola, i giovani Ashitaka e San, incarnano perfettamente gli ideali di un popolo ancora profondamente legato alla natura, alla semplice genuinità del mondo contadino, che in qualche modo si contrappone alla sempre più rapida evoluzione industriale che il paese affronta in quegli anni.
Nell'opera di Miyazaki, a dare il via alla vicenda è proprio un proiettile – simbolo di una nuova modernità – che colpisce un cinghiale selvatico, provocando l'ira degli spiriti della natura che si oppongono all'immoralità dell'essere umano. La ferocia selvaggia emanata dall'abbigliamento di San è il fulcro di un sentimento di ribellione volto a contrastare la progressiva industrializzazione che il paese attua a discapito della natura circostante; sentimento che, ovviamente, funge da parallelismo con la tragica situazione ambientale del presente, a testimoniare il costante impegno del regista nel trattare tematiche contemporanee sfruttando le immense possibilità offerte dall'animazione.
Miyazaki, autore fuori dagli schemi
Il desiderio di volare è un altro sentimento ricorrente e squisitamente metaforico all'interno della filmografia dello Studio Ghibli e, in più di un'occasione, si può sorprendentemente associare al triste tema della guerra. È il caso ad esempio di Porco Rosso e Si Alza il Vento, in cui il costume da aviatore e la divisa da ingegnere aeronautico diventano portatori di un idealistico sogno di libertà, che coinvolge in particolare la dittatura fascista in Italia e il terrificante incubo della Seconda Guerra Mondiale.
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Il protagonista di Porco Rosso, asso dell'aviazione militare, è a tutti gli effetti un essere umano tramutato in maiale, probabilmente a causa delle tragedie a cui è andato incontro durante la Grande Guerra e negli anni del fascismo: ecco che quindi le sembianze animalesche rappresentano quasi un costume aggiuntivo, una seconda pelle, la quale va a definire l'infangata purezza di un animo estremamente gentile, che nel corso della narrazione rimedierà alla codardia commessa in passato.
Il mondo fiabesco dell'infanzia
Ciò che più di tutti caratterizza i film di Miyazaki è, tuttavia, la rappresentazione della vita, intesa come massima espressione di una personale crescita interiore. In film come Il mio Vicino Totoro e Kiki - Consegne a domicilio, ambientati entrambi sul finire degli anni ottanta, si può respirare con facilità un forte senso di leggerezza, di spensieratezza: componenti tipiche dell'infanzia che, in qualche modo, traspirano dallo sguardo delle bambine che sognano ad occhi aperti, immaginando un mondo fiabesco che può talvolta scontrarsi con la dura realtà.
L'apprendista strega Kiki è un intrigante connubio tra il tradizionale e il moderno: come di evince dal suo aspetto, dunque, Kiki incarna una sorta età di mezzo, una fase di transizione tra la spensieratezza infantile e le prime preoccupazioni dell'adolescenza e della maturità. La crescita spirituale, la ricerca della propria individualità e il desiderio di indipendenza sono altre tematiche fortemente ricorrenti nel cinema del regista giapponese e, se in questo discorso è stato preso in considerazione il personaggio di Kiki, non può mancare un approfondimento sulla piccola Chihiro, protagonista del capolavoro per eccellenza dello Studio Ghibli, La Città Incantata.
Un viaggio indimenticabile
La storia presenta sin da subito i caratteri di un viaggio onirico, quasi una sorta di percorso interiore, che vede la piccola protagonista attraversare un mondo popolato dai Kami – gli spiriti della tradizione shintoista – traboccante di folklore nipponico, a metà tra l'Inferno Dantesco e il Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll. I personaggi che abitano quel luogo sono folli, bizzarri, spesso inquietanti, eppure ognuno di loro risulta indispensabile per la crescita dell'immatura Chihiro, che solo alla fine del film troverà la sua strada acquisendo un'effettiva consapevolezza.
Quelle di Miyazaki sono opere dai mille volti, dalle molteplici interpretazioni, che a distanza di oltre vent’anni ancora aprono dibattiti e riflessioni sulle varie chiavi di lettura: vere pietre miliari della cinematografia mondiale, che raggiungono una ricchezza espressiva tale da essere vista ed apprezzata a qualsiasi età e, soprattutto, da chiunque. Ciò che colpisce in particolare è la passione, l’accuratezza e la fantasia con le quali prendono vita i capolavori dello Studio Ghibli.
La delicatezza della regia, così come la nostalgia emanata dagli sfondi dipinti a mano, dalle musiche di Joe Hisaishi. Oppure la precisione, quasi maniacale, con la quale vengono realizzati i personaggi, le loro storie, persino i dettagli più insignificanti. Sognare nella vita è indispensabile, la potenza e la bellezza della fantasia sono insuperabili: ecco perché queste meravigliose opere d’arte sono e resteranno immortali.