Napoli-New York, Recensione: una dolce storia di sogni e solidarietà

Il nuovo film del regista Gabriele Salvatores, nato da un soggetto mai realizzato di Federico Fellini, è ora al cinema.

Pierfrancesco Favino, Dea Lanzaro e Antonio Guerra in una scena di Napoli- New York.

Un inedito soggetto di Federico Fellini arriva nelle sale grazie a Gabriele Salvatores ed il suo Napoli-New York. Il regista napoletano ha riportato in vita un soggetto scritto nella seconda metà degli anni quaranta dal maestro del cinema italiano, a quattro mani con Tullio Pinelli, prima ancora che diventasse regista. Il progetto, rimasto sepolto per decenni negli archivi dello studio legale Pinelli, ad oggi, nel 2024 è diventato finalmente un film ed è ora al cinema.

Napoli-New York è la storia avventurosa e toccante, dal sapore neorealista, di due giovani orfani, Celestina e Carmine che intraprendono un viaggio inaspettato nella speranza di vivere, ambientata nell'immediato dopoguerra. Una storia di emigrazione, amicizia e speranza.

Ad interpretare i due protagonisti abbiamo i due giovanissimi attori emergenti Dea Lanzaro e Antonio Guerra, mentre nel resto del cast troviamo Pierfrancesco Favino, Anna Ammirati, Omar Benson Miller, Anna Lucia Pierro, Tomas Arana e Antonio Catania.

La trama di Napoli-New York: Il viaggio di Celestina e Carmine

Carmine e Celestina, due nomi che diventano sinonimo di coraggio e speranza. Due bambini napoletani, soli al mondo, interpretati magistralmente da Antonio Guerra e Dea Lanzaro, che in un'Italia del dopoguerra segnata dalle ferite si aggrappano l'uno all'altra per affrontare le difficoltà della vita. La loro storia è un viaggio avventuroso che ci porta lontano dalle macerie di Napoli e ci proietta verso la scintillante New York.

Imbarcati clandestinamente su una nave, con il sogno di ritrovare la sorella maggiore di Celestina, i due piccoli eroi si uniscono alla grande diaspora italiana in cerca di fortuna , scoprendo a loro spese che gli italiani in America venivano discriminati ed erano vittime del razzismo al pari quasi degli afroamericani per certi aspetti.

Dea Lanzaro in una scena di Napoli-New York. 10090297
Dea Lanzaro in una scena di Napoli-New York.

Attraverso alla loro avventura\disavventura e grazie anche alle scenografie ricostruite, alla CGI e alla fotografia, ci viene mostrata un'America che appare come un sogno, una terra di opportunità dove tutto è possibile e dove i destini si possono facilmente ribaltare, a volte.

Ma il loro viaggio non è solo una fuga dalla povertà, è anche un percorso di crescita e di scoperta. I due bambini non sono soli, accanto a loro c'è Garofalo, interpretato da un perfetto e divertente Pierfrancesco Favino, un commissario di bordo dal cuore tenero che si affezionerà piano a piano a loro trattandoli, assieme alla moglie Anna (Anna Ammirati) come figli, quelli che non ha mai potuto avere.

Antonio Guerra e Pierfrancesco Favino in una scena di Napoli-New York. 10090296
Antonio Guerra e Pierfrancesco Favino in una scena di Napoli-New York.

Vengono anche toccate però, per mezzo della storia della sorella di Clestina, Agnese (Dea Lanzaro) altre tematiche estremamente delicate e importanti, come i diritti delle donne e la pena di morte.

Lo fa però in modo a in modo molto blando, poco incisivo. Siamo difronte ad un film la cui narrazione ha un tono e uno stile prevalentemente fiabesco, che vuole far sognare lo spettatore anche partendo da una trama di base cruda, ma l'inserimento di tante tematiche e altrettante denunce sociali nella seconda parte è stato fatto in maniera troppo approssimativa. Viene dedicato loro poco spazio, in una narrazione che improvvisamente prende una rincorsa velocissima verso la fine del racconto.

Le scelte e la regia di Salvatores, dal neorealismo alla fiaba

Gabriele Salvatores dopo Il Ritorno di Casanova (2023) torna al cinema con il suo ventunesimo film, con il quale torna anche nella sua terra natale, Napoli.

Come già detto in precedenza il film nasce da un soggetto dimenticato di Fellini ma rispetto alla versione originale, Salvatores nella sua sceneggiatura ha apportato delle significative modifiche, soprattutto nella parte finale ambientata a New York. Mettendo da parte l'aspetto neorealista e direzionando la storia di Celestina e Carmine verso un fiabesco lieto fine (aperto).

Il regista ha dichiarato: "Ho voluto trasformare la storia in una favola perché l'originale era molto più incentrato sul realismo sociale. Volevo dare al pubblico un messaggio di speranza, un sogno da inseguire".

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.Dea Lanzaro e Antonio Guerra in una scena di Napoli New-York.

E così, grazie alla sua visione poetica, Salvatores ha creato un film che va oltre la semplice rappresentazione della realtà, toccando corde più profonde. In Napoli-New York le immagini si alternano tra il crudo realismo delle strade napoletane, segnate dalle ferite della guerra, e la luminosità onirica delle sequenze americane. La sua regia, precisa e delicata al tempo stesso, ci invita a soffermarci su ogni dettaglio.

L'opera è stata girata tra le suggestive location di Trieste, Rijeka, Cinecittà e, naturalmente, Napoli.

Una scena di Napoli-New York. 10090295
Una scena di Napoli-New York.

Salvatores è nato a Napoli, in zona Piazza del Plebiscito e ha voluto trasmettere tutto il suo legame viscerale con la città, lasciandolo trasparire in ogni inquadratura, rendendo Napoli-New York un'opera autentica.

Napoli-New York però, anche se autentica, non è un'opera priva di difetti, anzi, dopo una prima parte ben strutturata e narrativamente solida, la seconda si perde totalmente nella confusione di New York, risultando, frettolosa, approssimativa e di conseguenza anche poco emozionante nonostante l'ottima regia e fotografia.

Questo film aveva tutte le carte in regola per poter essere un'opera più grande, aveva con sé tutti gli elementi giusti per essere un'opera memorabile ma resta ferma alla fiaba, ad un racconto dolce, carino , visivamente potente a tratti, ma nulla di più.

Pierfrancesco Favino, Dea Lanzaro e Antonio Guerra in una scena di Napoli- New York.

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Napoli-New York

Napoli-New York è un film di Gabriele Salvatores ispirato a un soggetto inedito di Federico Fellini e Tullio Pinelli. Il film racconta l'avventura di due bambini napoletani che, dopo la guerra, si imbarcano clandestinamente per gli Stati Uniti alla ricerca di una vita migliore. La regia di Salvatores, caratterizzata da una fotografia suggestiva e da un'attenzione ai dettagli, ha trasformato questa storia in un'opera visivamente affascinante e emotivamente coinvolgente, seppur non priva di difetti. Infatti, se la prima parte fuziona bene ed è strutturalmente salda, la seconda si perde totalmente nel caos di New York, per colpa anche dell'inserimento di troppe tematiche e spunti di denuncia sociale accennati ma non approfonditi.

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