Only Murders in the Building 4, Recensione: un’altra stagione da ricordare?

La recensione dei primi sette episodi della nuova stagione

Only Murders in the Building 4

I tre detective più insospettabili di tutta New York sono tornati. Insieme a loro, anche gli immancabili omicidi nell'Arconia, il palazzo dell'Upper West Side di Manhattan che è diventato un personaggio al pari dei tre protagonisti di Only Murders in the Building 4.

Selena Gomez, Steve Martin e Martin Short formano il trio di podcaster più amati del piccolo schermo. In Only Murders in the Building 4 sono chiamati ad investigare su un caso più che mai vicino a loro.

La nuova stagione di Only Murders in the Building verrà rilasciata settimanalmente, a partire dal prossimo 27 agosto, su Disney Plus. Abbiamo potuto vedere in anteprima i primi sette episodi: ecco le prime impressioni, in attesa di un finale di stagione che si preannuncia ricco di colpi di scena.

Only Murders in the Building 4: bersaglio mancato?

Il finale della terza stagione aveva svelato il caso da cui sarebbe ripartito Only Murders in the Building 4. Un proiettile, lanciato dall'esterno del palazzo, ha colpito Sazz Pataki, la controfigura di Charles (Steve Martin), che era vestita proprio come l'attore a cui aveva dedicato tutta la sua carriera. Da qui nasce il primo grande interrogativo di questa stagione: chi era il reale bersaglio del proiettile fatale, Sazz o Charles?

A prescindere da chi fosse l'obiettivo, un killer si trova a piede libero nel quartiere. I primi indiziati dei protagonisti sono gli abitanti del palazzo di fronte all'Arconia: i Westies. Scrutando dalle finestre i volti dei sospettati, tutti sembrano avere qualcosa di strano, che si tratti di occhi bendati o eccessive decorazioni natalizie. Ancor più strani sono i loro atteggiamenti, quando interrogati dai podcasters e quando si ritrovano abitualmente insieme: l'occasione perfetta per pianificare degli omicidi?

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Only Murders in the Building 4: si va ad Hollywood

Se il teatro è stato il fulcro della terza stagione, ora tocca al cinema. Per la prima volta, Only Murders in the Building 4 valica i confini dell'Arconia e di New York. Diverse sequenze della nuova stagione sono ambientate sulla costa ovest degli Stati Uniti, nella città del cinema per eccellenza: Los Angeles.

In parte c'era da aspettarselo, vista la conferma nel cast di Meryl Streep. La sua Loretta Durkin, al termine della terza stagione, aveva accettato un'importante offerta per prendere parte ad un progetto hollywoodiano. Non è però l'unica attrice tra i personaggi di Only Murders in the Building 4, che ha nell'industria cinematografica una componente fondamentale.

Mabel, Oliver e Charles ricevono infatti una proposta da una produttrice, interpretata da Molly Shannon (The White Lotus): trasformare la loro vita e le loro indagini in un film. Ai tre protagonisti si affiancano allora i tre attori chiamati ad interpretarli: Eva Longroria (celebre per il ruolo di Gabrielle Solis nella serie TV Desperate Housewives), Eugene Levy e Zach Galifianakis (Una notte da leoni).

I tre arricchiscono un cast sempre più stellare, ma sono anche tra le novità più interessanti della nuova stagione. I tre attori, nei panni di loro stessi, mettono i protagonisti di fronte ad uno specchio. Eva è la più esuberante e diversa dal proprio personaggio, quella Mabel che finisce però per motivare e far crescere. Eugene e Charles sono invece i più simili e divertenti. Due leggende della comicità perfette per il mondo di Only Murders in the Building, ideato proprio da Steve Martin.

Ci sono poi Zach Galifianakis e Oliver, un accostamento tanto rischioso quanto riuscito. La presenza dell'attore consente di approfondire maggiormente Oliver, in alcuni casi mettendolo davanti alla realtà dei fatti, al suo modo di agire. Un Oliver tormentato per gran parte della stagione anche dalla relazione a distanza con Loretta, che appare costantemente in bilico.

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Le tre aggiunte di Only Murders in the Building formano dunque un trio speculare a quello principale. Due team che agiscono parallelamente e spesso si incrociano, anche nelle indagini. In tal senso, a dire il vero, a volte danno la sensazione di essere tre di troppo. Tuttavia, la scelta di puntare su Hollywood e su una trama meta-cinematografica (ricordiamo anche che la vittima è una controfigura) è promossa. In particolare, sono interessanti alcune scelte tematiche e stilistiche che ne derivano, ad esempio negli episodi dedicati allo sceneggiatore e alle registe del film, con brevi approfondimenti sulla scrittura e sulla messa in scena di un'opera cinematografica.

Only Murders in the Building: la quarta stagione è una grande conferma

Only Murders in the Building non ha pienamente ritrovato lo smalto degli inizi, anche perché non c'è più il fattore sorpresa di una prima stagione che ci aveva totalmente stupiti, portando qualcosa di nuovo nel panorama televisivo degli ultimi anni.

Ma la formula vincente non si cambia: Only Murders in the Building 4 funziona come i suoi predecessori, niente di più e niente di meno. Già questa è una grande vittoria, perché portare avanti con successo un format tutto sommato semplice, senza risultare ripetitivo, è un compito tutt'altro che facile.

Ci teniamo cauti, in attesa del finale di stagione, per dare un giudizio definitivo. Occhio, infatti, alle possibili sorprese nelle ultime puntate, che hanno tutte le carte in regola per essere tra le più interessanti della serie, dopo il finale non proprio imprevedibile della stagione precedente. Il materiale c'è, ora è tutto nelle mani di un team che non ha mai davvero deluso.

Per il momento, Only Murders in the Building 4 è una conferma. Una serie di grande leggerezza e altrettanta intelligenza, nella scrittura e nella messa in scena.

Voto:

7.5

Only Murders in the Building 4

I primi sette episodi della nuova stagione confermano quanto buono si è già visto in passato, portando anche quella freschezza e leggerezza che era in parte mancata nella terza stagione. Only Murders in the Building 4 è divertente come non mai, grazie a tre protagonisti dalla battuta pronta, un supporting cast sempre più ricco di stelle ed una storia metacinematografica che aggiunge un ulteriore dose di esuberanza e stile alla narrazione.

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