Parthenope, Recensione: tutta Napoli nello sguardo di Sorrentino

Paolo Sorrentino torna al cinema con Parthenope, un’opera forte ma delicata, dedicata alla bellezza e alle contraddizioni di Napoli e della vita.

Celeste Dalla porta, Daniele Rienzo e Dario Aita in Parthenope.

Dopo aver fatto il suo debutto in anteprima mondiale allo scorso Festival di Cannes 2024, Parthenope il nuovo film diretto dall'apprezzatissimo regista Paolo Sorrentino il 24 ottobre è finalmente arrivato nelle sale cinematografiche.

Sorrentino (vincitore dell'Oscar al Miglior Film Internazionale nel 2014) torna dietro la macchina da presa dopo un paio d'anni dal suo ultimo lavoro: "È stata la mano di Dio", film che lo ha portato a concorrere per l'Oscar al miglior Film Internazionale per la seconda volta e che si conferma la sua opera più diretta e personale, inoltre ha al suo interno diversi elementi che l'accomunano con Parthenope, seppur solo sfumati.

Parthenope, è un'opera metaforica, ricca di simbolismo, stratificata ma non complessa che racchiude in sé tutto ciò che probabilmente Sorrentino voleva narrarci della sua città natale: Napoli.

Una città che lo imprigiona con il suo abbraccio dal quale il regista sembra non voler staccarsi mai e che ci racconta con tutti i suoi e enigmi e le sue contraddizioni senza dimenticare né il bello né il lato più in ombra di questa città e dei suoi abitanti, dei quali si sente parlare spesso in modo non sempre troppo positivo.

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Celeste Dalla Porta, Daniele Rienzo e Dario Aita in Parthenope

Sorrentino per questo film, come per ogni sua pellicola sceglie come interpreti dei suoi personaggi sia attori con i quali ha già collaborato, sia nuove leve, attori emergenti che potrebbero spiccare nel panorama grazie a queste performance.

Nel cast di Parthenope troviamo: Celeste Dalla Porta, Luisa Ranieri, Gary Oldman, Silvio Orlando, Dario Aita, Peppe Lanzetta, Isabella Ferrari, Daniele Rienzo, Marlon Joubert e Stefania Sandrelli.

Il viaggio di Parthenope: una protagonista che muta così come muta la vita di ognuno

Se volessimo descrivere la trama di Parthenope in breve potremo dire che si tratta di un viaggio di formazione, del racconto della vita di una donna (chiamata Parthenope), partendo dalla giovinezza più pura e spensierata fino alla pensione, passando per una serie di eventi segnati e di incontri decisivi.

Un viaggio che inizia nel 1950 con la nascita della nostra bellissima protagonista, per poi proseguire nel tempo fino ad arrivare al 2023, l'anno della vittoria dello scudetto per il Napoli calcio.

Parthenope è interpretata da Celeste Dalla Porta, un'attrice emergente che è stata perfettamente capace con la il suo magnetismo e la sua bellezza ad incarnare l'essenza di ciò che Sorrentino voleva esprimere tra le righe della sua sceneggiatura.

Inizialmente, macchinosa, fredda e ripetitiva Parthenope con tutta la sua disarmante bellezza si approccia al mondo spavalda condizionata dalle letture che ha affrontato e dalla volontà di stupire con le sue risposte sempre impeccabili e preparate, ma la sua vita come quella di tutti, subisce continui mutamenti e arriverà ad acquisire anche nuove consapevolezze.

Celeste Dalla Porta in Parthenope 10086845
Celeste Dalla Porta in Parthenope

Questa presa di coscienza della vita, dell'amore, del dolore e in parte del suo Io, avviene oltre che per colpa di un evento tragico che la dividerà per sempre dalla sua famiglia anche grazie all'incontro con alcune persone o personaggi che chi più o chi meno segnano il suo percorso, iniziando con lo scrittore John Cheever interpretato da Gary Oldman, per poi passare a due dive problematiche Flora Malva (Isabella Ferrari) e Greta Cool (Luisa Ranieri), all'affascinante boss Roberto Criscuolo(Marlon Joubert) che le mostra il lato oscuro della Napoli segnata dalla Camorra e infine, il Cardinale Tesorone (Peppe Lanzetta) un uomo di Chiesa per nulla casto.

Parthenope da ognuno di loro apprenderà una lezione di vita diversa, ma l'incontro più decisivo e importante è sicuramente quello con il professore Devoto Marotta, messo in scena da uno strepitoso Silvio Orlando e mentore assoluto della giovane, probabilmente assieme al fratello Raimondo (Daniele Rienzo) la figura più decisiva in tutta la narrazione.

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Celeste Dalla Porta e Gary Oldman in Parthenope

Parthenope è Napoli, con tutte le sue gioie e i suoi dolori, Parthenope è Napoli che deve affrontare i pregiudizi, il malessere asfissiante della Camorra e la corruzione del Clero, ma è anche Napoli con le sue lezioni di vita, la sua bellezza innegabile e la sua purezza fatta di acqua e sale.

L'estetica di Sorrentino: il Kitsch, le provocazioni e le tematiche che ha sempre trattato.

Parthenope riporta in vita l'estetica che contraddistingue Sorrentino e per la quale è amato e odiato al tempo stesso.

La patina dorata sorrentiniana fatta di immagini estrose studiate al millimetro, perfette a livello visivo e inserite nel film quasi come vezzo, in "È stata la mano di Dio" è completamente messa da parte, quasi inesistente, il tocco è riconoscibile ma non è mai calcato, mentre ora con Parthenope quel lato risalta nuovamente prorompente ma non risulta affatto stucchevole o poco coerente, anzi contribuisce a rendere la bellezza poetica della narrazione.

Celeste Dalla Porta e Stefania Sandrelli 10086846
Celeste Dalla Porta e Stefania Sandrelli

Alcune scelte, ovviamente, sono più funzionali di altre e ci sono delle piccole parti probabilmente di troppo ma nel complesso Parthenope è un film disarmante per contenuto così come per estetica e scelte registiche.

E tra gli altri il principale difetto che viene individuato è proprio questa patina dorata, imbellettata che ad alcuni spettatori infastidisce e confonde, ma non è nient'altro che simbolismo puro, ogni elemento, ogni scelta che viene fatta anche la più kitsh e disarmante ha una sua coerenza, un significato da cogliere.

Celeste Dalla Porta nel ruolo di Parthenope 10086844
Celeste Dalla Porta nel ruolo di Parthenope

In Parthenope inoltre Sorrentino torna a parlare di tutti i temi che gli sono più vicini e che continua ad esplorare in modi diversi, in ogni suo lavoro: la malinconia, la giovinezza che affiora violenta e piano piano si perde, i lutti in famiglia, la disgregazione dei rapporti e il Clero corrotto.

C'è un po' di Youth - La giovinezza, di The new Pope e dei riferimenti ad altri suoi film in questo Parthenope ma c'è anche la novità, la freschezza di un racconto sicuramente necessario per poter leggere Napoli e la vita attraverso gli occhi di una storia che può accumunare più persone e che Sorrentino ci regala imponente e commovente fino agli ultimi istanti, durante i quali a prendere il ruolo di Parthenope è Stefania Sandrelli, dietro la sua macchina da presa e attraverso i suoi occhi.

Celeste Dalla porta, Daniele Rienzo e Dario Aita in Parthenope.

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Parthenope

Parthenope è un'immersione profonda e poetica attraverso gli occhi Paolo Sorrentino dentro Napoli e la ninfa vitale. Il film, presentato in concorso al Festival di Cannes 2024, racconta il lungo viaggio della vita di una donna, Parthenope, dal 1950 ai giorni nostri. È un'epopea al femminile, un viaggio attraverso le contraddizioni e la bellezza, la giovinezza e il dolore. Sorrentino con la sua narrativa immersiva e le sue scelte estetiche dirompenti intreccia passato e presente, realtà e mito, in un racconto che è al tempo stesso intimo e universale.

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