Parthenope, la spiegazione del finale ed il significato del film di Sorrentino

Parthenope, il nuovo film diretto da Paolo Sorrentino, è colmo di simbolismo e poesia. Scopariamo insieme cosa vuole narrare davvero.

Di , studio cinema e amo scrivere. Steven Spielberg mi ha insegnato a credere nei sogni, Sorrentino a perseverare per far si che diventino realtà.

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Una scena dal film di Sorrentino, Parthenope.

Parthenope, il nuovo film diretto dal regista premio Oscar per il Miglior Film Internazionale Paolo Sorrentino, dopo aver fatto il suo debutto in anteprima mondiale allo scorso Festival di Cannes 2024, il 24 ottobre è finalmente arrivato in sala rivelandosi un vero successo al box office (qui potete leggere la nostra recensione).

Nel suo primo weekend di programmazione Parthenope ha raggiunto € 2.006.207, posizionandosi subito dopo di Venom 3, ma siamo sicuri di averlo compreso fino in fondo? Andiamo ad analizzare insieme il simbolismo e il significato che quest'opera racchiude in sè e nel suo finale.

La storia di Parthenope

In Parthenope, Paolo Sorrentino ci immerge in un viaggio tutto al femminime che è anche un'esplorazione profonda e intima di Napoli attraverso gli occhi della protagonista. Se in È stata la mano di Dio la città era lo sfondo di una storia personale, in Parthenope diventa oltre che ambientazione essa stessa un personaggio, un'entità viva e pulsante.

La giovane Parthenope, come una sirena moderna, ci porta con se in un'esplorazione quasi formativa attraverso le mille sfaccettature di Napoli. Dai vicoli più nascosti ai salotti dell'alta borghesia, dall'università ai covi della camorra, ci viene mostrata la città con tutti i suoi stereotipi senza mettere da parte le gioie ma anche con i dolori che può regalare.

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Celeste Dalla Porta in una scena di Parthenope.

ll percorso di Parthenope è un'allegoria della vita stessa, un continuo divenire in cui passato, presente e futuro si intrecciano in modo inestricabile. La giovane donna, alla ricerca della propria identità, si confronta con l'arte, la magia, la fede, il potere, la morte. Ogni incontro, ogni esperienza,f a si che muti qualcosa in lei e la arricchisce, la segna indelebilmente.

Alla fine, quando ritroviamo Parthenope ormai anziana lontana da Napoli, docente universitaria in procinto di andare in pensione ma capiamo che il suo viaggio non è finito.

La spiegazione del finale di Parthenope

Parthenope, nell'ultime scene della pellicola, ritrova sé stessa nel cuore pulsante della sua città. Il volto di Stefania Sandrelli mentre assiste alle celebrazioni per lo scudetto è un ponte di pacificazione tra la donna e Napoli, una città il cui peso la faceva sentire ingombrante ma che le ha dato la vita in ogni eccezione di questo termine.

La protagonista, dopo un lungo viaggio interiore, finalmente si riconosce. È un abbraccio silenzioso, un ritorno a casa che sancisce un'unione indissolubile e che ci fa capire che Parthenope forse un po' ha fatto pace con i suoi demoni e i suoi tormenti.

Sorrentino, con la sua consueta eleganza e la sua vena provocatoria, ci ha regalato un ritratto di Napoli e della vita che va oltre gli stereotipi. Ci ha mostrato una città complessa, contraddittoria, affascinante, proprio come la sua protagonista. Parthenope, con le sue frasi fatte e le sue esagerazioni, è lo specchio di una Napoli che ama il teatro, la parola detta con enfasi. Una città che vive di passioni intense, di amori viscerali, di odi altrettanto profondi. Ma dietro le maschere, ci le persone, con le loro fragilità, le loro speranze, i loro sogni.

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Stefania Sandrelli in una scena di Parthenope.

Parthenope è un film capace di segnare lo spettatore, un film che fa ridere e piangere e che con il suo finale (anche se non c'era bisogno di spiegarci proprio tutto) lascia un senso di profonda malinconia mista a gioia. È un film che non ha una chiave di lettura unica e che andrebbe visto più volte per coglierne ogni dettaglio e sfumatura.

E alla fine, quando i titoli di coda scorrono sullo schermo non è ancora finito il viaggio e ci si ritrova a pensare che Napoli (così come ogni posto) è molto di più di una semplice città e la vita di tutti è fatta di esperienze e condraddizioni.

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