Ripley: quanti adattamenti esistono e in cosa si differenziano

Ripley è ora disponibile su Netflix, ma sapete quanti adattamenti cinematografici provengono dal romanzo? Scopriamoli tutti.

Di , studio cinema e amo scrivere. Steven Spielberg mi ha insegnato a credere nei sogni, Sorrentino a perseverare per far si che diventino realtà.

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Da giovedì 4 aprile è disponibile in streaming su Netflix Ripley, una serie tv composta da otto episodi ideata e diretta da Steven Zaillian con protagonista l'attore irlandese Andrew Scott.

Ripley, la serie, è un nuovo adattamento del famoso romanzo edito nel 1955 "Il talento di Mr. Ripley" di Patricia Highsmith (conosciuta anche con il nome di Claire Morgan). In questo letterario thriller psicologico la Highsmith, nota autrice di noir, introduce e inizia a sviluppare il personaggio di Tom Ripley, che riapparirà successivamente in altre sue quattro opere: Il sepolto vivo, L'amico americano, Il ragazzo di Tom Ripley e Ripley sott'acqua, che vanno a completare quello che stato chiamato proprio Il ciclo di Tom Ripley.

Il talento di Mr. Ripley racconta le avventure di Tom Ripley, un giovane del quale non si sa nulla se non che è privo di ogni talento e che vive tra inganni e giochi di seduzione.

Incaricato dal padre di Dickie Greenleaf di riportare suo figlio negli Stati Uniti, Tom si infiltra nella sua lussuosa quotidianità in Italia, sviluppando un'ossessione per il giovane e il suo stile di vita. La relazione tra i due diventa complessa e manipolando le persone intorno a lui, Tom cerca disperatamente di mantenere il suo segreto: nel tempo ha preso il posto di Dickie e assunto la sua identità.

Dal romanzo di Patricia Highsmith al cinema

Dai numerosi romanzi firmati dalla scrittrice statunitense sono nate ben ventiquattro trasposizioni cinematografiche. Solo per quanto riguarda Il talento di Mr. Ripley sono stati realizzati due film prima della recentissima versione seriale di Netflix.

Il romanzo venne adattato per la prima volta nel 1956 per la televisione, in un episodio della serie tv antologica Westinghouse Studio One. Successivamente, nel 1960, prese vita la prima versione per il grande schermo, Delitto in pieno sole, pellicola diretta dal regista francese René Clément con protagonisti Alain Delon nel ruolo di Ripley Maurice Ronet in quello di Dickie Greenleaf.

Delitto in pieno sole 10070763
Delitto in pieno sole

Nel corso degli anni '70 anche il noto esponente del Nuovo cinema tedesco, Wim Wenders, rimase affascinato dalla narrativa di Patricia Highsmith, infatti avrebbe voluto adattare Il grido del gufo, ma ottenere i diritti si rivelò difficile. Dopo aver espresso la sua delusione attraverso una lettera alla scrittrice, i due si incontrarono in Francia e in quella occasione la Highsmith propose al regista di adattare un atro suo romanzo: Il gioco di Ripley (L'amico americano 1974). Questa collaborazione portò alla realizzazione del film L'amico americano (1977) con Dennis Hopper e Bruno Ganz, che mescola la trama del terzo libro di Ripley, Il gioco di Ripley, con elementi del precedente, Il sepolto vivo.

La versione più conosciuta al grande pubblico, Il talento di Mr. Ripley, risale a diversi anni dopo, datata 1999 e firmata dal regista britannico Anthony Minghella. Ad interpretare l'enigmatico Tom Ripley in questa pellicola è un giovanissimo Matt Damon, affiancato da Jude Law che veste di panni di Dickie Greenleaf e da altri attori di spicco nel panorama cinematografico, tra cui Gwyneth Paltrow, Cate Blanchett e Philip Seymour Hoffman.

Rilevante è Il gioco di Ripley del 2002 diretto da Liliana Cavani, adattamento dell'omonimo romanzo. Il film della celebre regista italiana si attiene maggiormente alla versione originale in carta stampata rispetto al precedente L'amico americano (1977).

I diversi volti di Tom Ripley

Il film di Minghella è entrato nell'immaginario collettivo per le sue atmosfere, il cast corale ricco anche di attori italiani (essendo ambientato e girato per gran parte in Italia), le tematiche centrali come l'omosessualità e l'amore affrontate esplicitamente, ma anche grazie all'interpretazione di Matt Damon, che con i suoi sguardi ci rivela poco a poco la vera natura di Ripley, mostrandoci la rete che ha saputo tessere e l'inganno al quale abbiamo preso parte noi spettatori, guardandolo agire attraverso lo schermo. Il suo successo però è frutto prevalentemente di fortuite coincidenze. Nella scrittura del personaggio c'è poco del freddo, fascinoso e scaltro calcolatore descritto da Patricia Highsmith.

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Il talento di mr. Ripley

Nel primo adattamento per il grande schermo di René Clémen, il Tom Ripley interpretato da Alain Delon si rivela essere un opportunistico sfruttatore della ricchezza di Philippe Greenleaf, ma inizialmente si mostra come una figura ambigua e totalmente servile. Si lascia coinvolgere per mancanza di polso e personalità nei vizi e nella vita sfarzosa di Phil, agendo quasi come un giullare al suo servizio, per poi tradirlo, assumendone l'identità. Questa pellicola però non risponde a nessuna domanda dello spettatore sulla psicologia di Tom Ripley. Non si addentra nelle motivazioni dietro le sue azioni, scegliendo una narrazione osservativa, quasi voyeurista.

Nel film L'amico americano (1977) di Wim Wenders viene narrato come Tom Ripley, impersonato da Dennis Hopper, persuade e seduce Zimmermann, un tranquillo corniciaio (Bruno Ganz), finendo per fargli commettere un omicidio. La regia di Wenders crea un'atmosfera visiva coinvolgente attorno a Zimmermann, ancor più che intorno a Ripley. La Highsmith riconobbe il valore della trasposizione: per la scrittrice Wenders con la sua opera era riuscito a catturare a pieno lo spirito dei suoi romanzi immergendo i suoi protagonisti in una travolgente realtà urbana.

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Il gioco di Ripley

Il Gioco di Ripley (2002), diretto da Liliana Cavani, ci regala una delle interpretazioni più perturbanti della carriera di John Malkovich. In questa versione, la Cavani esplora la sottile tensione tra Ripley e Jonathan Trevanny, trasformando l'erotismo in un pericoloso gioco mortale. Il personaggio di Jonathan, interpretato da Dougray Scott, nutre un profondo disprezzo verso Ripley. La cosa darà vita a un effetto domino che lo porteranno a prendere la strada dell'omicidio.

Mr. Ripley nella versione di Andrew Scott

Nella recente miniserie Netflix firmata dal premio Oscar per la sceneggiatura Steven Zaillian, Andrew Scott interpreta un Tom Ripley elegante. Sofisticato all'apparenza, ma inquietante.

L'uomo sfoggia quasi perennemente un sorriso ambiguo, contradditorio. Un segno chiaro che le sue intenzioni sono viscide e non di certo benevole. Proprio con questo sorriso, però, riesce a guadagnarsi la fiducia di tutti, incluso il malcapitato Dickie Greenleaf, interpretato da un centratissimo Johnny Flynn.

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Il personaggio di Tom, così come la seducente interpretazione enfatizzata dalla scelta del bianco e nero, di Andrew Scott si trasforma. Tom passa, come è noto, dall'essere l'assistente "bonario" del signor Greenleaf a diventare il suo peggiore carnefice, ma la trasformazione in Ripley (2024) avviene in un modo che si discosta ancora della versioni e interpretazioni precedenti del personaggio.

Scott riesce a rendere chiaramente i tratti di narcisismo patologico dell'uomo che lo rendono cinico e spietato, incredibilmente lucido nel pianificare omicidi e inganni, ma anche il suo lato "umano", in quei pochi rari momenti in cui è necessario farlo emergere.

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