Sto pensando di finirla qui – la recensione del nuovo capolavoro di Charlie Kaufman (spoiler)
Sto pensando di finirla qui è un film diretto da Charlie Kaufman e approdato su Netflix da alcuni mesi. Parla di un’inusuale storia d’amore tra Lucy e Jake, ma che poi si rivela essere un viaggio nella psiche di uno dei protagonisti: chi sarà?
Il fantastico lavoro come sceneggiatore del film Eternal Sunshine of the Spotless Mind lo ha reso famoso e Charlie Kaufman riesce ancora una volta a far parlare di sé grazie allo straordinario lungometraggio sulla psiche umana disponibile su Netflix : Sto pensando di finirla qui.
La trama - una strana storia d'amore
Una giovane donna, pittrice e studentessa di fisica, di nome Lucy (Jessie Buckley) si frequenta da alcuni mesi con Jake (Jesse Plemons). Lucy non è molto sicura del rapporto con Jake, ma nonostante ciò accetta il suo invito alla fattoria dei genitori in occasione di una cena.
Durante il viaggio in macchina sotto una potente tempesta di neve, Lucy riflette su sé stessa, sulla relazione con Jake e sulle sue insoddisfazioni personali, ma c'è una frase che ripete con insistenza: "sto pensando di finirla qui". A cosa si riferisce, alla relazione o alla vita?
I pensieri della ragazza sono spesso interrotti dalle conversazioni con Jake, intrise di filosofia e cultura cinematografica. Durante la cena tutto sembra procedere in modo tranquillo. I genitori di Jake, rispettivamente interpretati da Toni Collette e David Thewlis, si presentano in modo gentile e sembrano entusiasti della nuova fidanzata del figlio, ma questo non vieta l'insorgere di un criptico disagio in Lucy, dando allo spettatore anche un certo senso di angoscia e inquietudine.
Alle scene della cena vera e propria, se ne alternano altre in cui osserviamo un anziano bidello di una scuola impegnato nelle mansioni lavorative durante una normale giornata, che si conclude con la visione di una commedia romantica firmata Robert Zemeckis. Il tutto sembra sconnesso, ma in realtà una spiegazione c'è sempre, perché Kaufman non lascia mai nulla al caso.
In un cambio di scena, Lucy è vestita in un altro modo, i genitori di Jake hanno un aspetto leggermente diverso, quasi invecchiato, mentre Jake rimane sempre uguale. Sto pensando di finirla qui sembra diventare un caotico viaggio nel tempo. Ma è veramente così?
Dopo svariate richieste, Lucy convince il fidanzato a riportarla a casa e segue una lunga scena in macchina, spezzata da una lugubre sosta della coppia al Tulsey Town Ice Cream, per un gelato. Il tutto sembra molto insolito, ma il momento in stile "horror movie" offre le prime chiavi di lettura per il finale della storia.
Psiche e destrutturazione: realtà o finzione?
«È tutta una bugia! Che andrà meglio; che non è mai troppo tardi; che Dio ha un piano per te; che l’età è solo un numero; che è sempre più buio prima dell’alba; che dietro a ogni nuvola c’è un maledetto raggio di sole; che c’è qualcuno per tutti noi e che Dio non ti dà più di quanto puoi sopportare». Preso da un momento di stress, queste sono le parole di Jake durante il lungo viaggio di ritorno in macchina, e per riprendersi (e buttare i gelati mai finiti) decide di passare dal suo vecchio liceo.
I due fidanzati, dopo un momento di crisi si baciano, ma Jake viene subito preso da una strana paranoia: sente che qualcuno li sta spiando e su tutte le furie decide di entrare nella scuola, seguita da una Lucy visibilmente spazientita che trova solo il "famoso" bidello delle scene precedenti.
Il dialogo tra i due sembra intriso di nostalgia e prese di coscienza. Nel momento in cui lui le porge le pantofole azzurre per lo spettatore una cosa è chiara: il bidello in realtà è Jake. Il dialogo è simbolo del momento cruciale di Sto pensando di finirla qui: Jake deve separarsi dalla storia rinchiusa tra le mura del suo cervello.
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Il regista distrugge tutte le teorie e le conferme del pubblico in quell'unico scambio di battute e punta l'attenzione sul vero protagonista, Jake il bidello. Sto pensando di finirla qui non è altro che che la rappresentazione della sua psiche in un viaggio mentale fatto di occasioni sprecate, amori mai esistiti e l'idealizzazione di una vita da lui sempre desiderata, ma a cui non è mai riuscito ad auspicare. A favorire le sembianze di un vecchio film immaginario è il formato in 4:3.
Dettagli palesi ma di facile depistaggio
1) La costruzione di Lucy
La ragazza dai riccioli rossi in realtà è solo la mera illusione di un amore a cui Jake sente di non essere all'altezza e ciò si evince anche dal modo in cui la idealizza. Pittrice, studentessa di fisica, critica cinematografica, intelligente e abbastanza particolare: la donna perfetta, mai conosciuta realmente.
D'altro canto, Jake immagina anche i lati negativi di questa "relazione": immagina di come e quando possa averne abbastanza di lui. Ecco perché la ragazza a volte si lascia andare a dei flussi di coscienza in cui ripete "sto pensando di finirla qui". Dato che il tutto è inventato, ora è chiaro perché Jake sembra "ascoltare" i suoi pensieri nelle scene iniziali.
2) Il mutamento di aspetto dei genitori di Jake
Durante la cena nella casa in campagna, ad un certo punto si notano i genitori di Jake invecchiati o ringiovaniti. Il tutto è racchiuso in una sequenza di attimi che si dividono tra litigi, faccende domestiche, momenti dell'infanzia di Jake e infine la morte della madre.
Ma è tutto nella testa di Jake: durante la monotona giornata da bidello, rivive le fasi della vita dei suoi genitori. In tutti i frame temporali, Jake non riesce a collocare Lucy in un momento preciso, perché nel suo stesso loop illusorio prende in considerazione anche il disappunto della ragazza nel rimanere nella fattoria di famiglia.
3) Finale confusionario tra animali parlanti e finti premi Nobel
Sto pensando di finirla qui termina in un modo difficile da decifrare: gli ultimi dieci minuti si alternano in due parti. Nella prima c'è il bidello, che sembra pronto a tornare a casa dopo una giornata di lavoro, ma ad un certo punto viene preso da un forte attacco di panico che lo porta ad avere delle "visioni": ciò che vede è un maiale parlante.
Ma attenzione, l'immagine non è nuova: si tratta di un riferimento alla pubblicità del Tulsey Town Ice Cream e al maiale divorato dai vermi menzionato all’inizio del film. L'animale parlante, che si fa seguire da Jake fin dentro la scuola, perde sangue dal ventre. Una chiara metafora dell'intera vita di Jake, la cui psiche viene letteralmente mangiata dai fallimenti e l'insoddisfazione.
Prima dei titoli di coda si vede la sua macchina coperta di neve la mattina dopo la tempesta: Jake non è mai tornato a casa. Prima del finale si lascia andare ad un'altra fantasia: la vittoria di un premio Nobel, ovviamente falso e una performance in versione malinconica della canzone Lonely Room. Il tutto avviene davanti ad un pubblico con un trucco palesemente finto, che fa da caricatura all'illusione del protagonista. In seguito, decide di farla finita, lasciandosi alle spalle una vita infelice e incompleta.
Sto pensando di finirla qui è una storia intricata, ingannevole, coinvolgente e capace di mostrare i complessi lati della mente di un uomo. Una storia sulla perdita della propria identità nel momento in cui si cerca di rincorrere un ideale che non esiste.
8
HyRankSto pensando di finirla qui
Il senso finale e lo scopo ultimo del film sono molto validi, ma allo stesso tempo si tratta di un prodotto che pochi sono in grado di comprendere a pieno: il viaggio all'interno della mente dei personaggi è di difficile accesso. L'attenzione molte volte può calare, specie nelle scene con dialoghi lunghi che possono annoiare se non si è presi particolarmente. Una visione attenta può comunque portare alla totale comprensione del film di Kaufman.